"Contro il decreto sblocca Italia, in fase di conversione
in Parlamento, per opporci alle trivellazioni nell’ Adriatico e al progetto
Tempa Rossa, avrà luogo una grande mobilitazione in dieci regioni italiane, il
9 novembre 2014, organizzata dal Movimento cinque Stelle. TARANTO e BARI … FATE
SENTIRE LA VOSTRA VOCE! Uniamo le nostre forze per un unico obiettivo: la
salvaguardia del nostro territorio, delle nostre ricchezze, delle bellezze
naturali.
Difendiamo il nostro mare, il territorio, l’aria, rivendichiamo il sacrosanto
diritto alla salute e a una vita dignitosa. Ridisegniamo Noi il futuro, UNITI
SI PUÒ! Cittadini, comitati, associazioni , occorre la presenza di tutti, mai
più deleghe, riappropriamoci dei nostri diritti, facciamo in modo che ascoltino
quello che oggi vogliamo per noi e per i nostri figli, non restiamo ancora una
volta silenti perché significherebbe accettare le conseguenze devastanti che ne
scaturirebbero. Sono in gioco le nostre vite e quelle dei nostri figli. Il
decreto Sblocca Italia è un provvedimento che affosserà il Paese e lo sfascerà
definitivamente. Favorisce il proliferare degli inceneritori a scapito degli
impianti di riciclo, disattendendo peraltro una Direttiva Europea del
2008.
Favorisce i petrolieri e tutti gli interessi che gravitano intorno ad essi e
uccide l’ambiente. Il Governo di Matteo Renzi ha deciso di tendere una grande
mano alle compagnie petrolifere, attribuendo a tutti i progetti, di
prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi in terraferma e in mare, carattere
di interesse strategico e di pubblica utilità, nonché tutti quelli considerati
urgenti e indifferibili.
Se questo decreto sarà convertito in legge, i tempi lunghi per l’approvazione
dei progetti, gli impedimenti e le opposizioni dei territori, come il
lentissimo ritorno degli investimenti, non rappresenteranno un problema per le
stesse compagnie. Gli articoli 36, 37 e 38 del decreto sono stati scritti in
maniera stringente per favorire e addirittura incoraggiare le attività di
estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas in aree
densamente popolate come l’Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di
inestimabile importanza storica, culturale e artistica come Venezia e Ravenna,
lungo tutte le Regioni del versante Adriatico dal Veneto al Gargano, sino a
tutta la costa Pugliese e a gran parte della Sicilia a danno degli ecosistemi
marini e del patrimonio naturistico delle aree interessate.
L’Italia non ha carbone, ha pochissimo petrolio e gas, non ha uranio, ma ha
tanto sole e le tecnologie solari altro non sono che industria manifatturiera,
un settore dove il nostro Paese è sempre stato all’avanguardia. Sviluppando le
energie rinnovabili e le tecnologie a esse collegate il nostro Paese avrebbe
un’occasione straordinaria per trarre vantaggi in termini economici (sviluppo
occupazionale) e ambientali dalla transizione energetica in atto. Gli
scienziati ricordano a Matteo Renzi che la vera fonte di energia risiede nel
risparmio energetico purché sia adottato come strategia nazionale e non solo
come iniziativa del singolo cittadino.
Nella riqualificazione energetica degli edifici, nella riduzione delle
emissioni, nel sostegno dell'uso delle biciclette e dei mezzi di trasporto
pubblici, si trovano inaspettate risorse energetiche da rivalutare e
condividere, piuttosto che nelle trivellazioni alla ricerca di idrocarburi che
rappresentano oramai i combustibili da archiviare e dismettere."