Sul sito del Ministero dell'Ambiente sono stati pubblicati dati inediti di monitoraggio degli
inquinanti sugli impianti ILVA, frutto dei controlli trimestrali previsti
dall'AIA.
SI TRATTA DI DOCUMENTI RELATIVI AI REPORT DEL GESTORE (ILVA)
PER L’ATTIVITA’ DI VIGILANZA E CONTROLLO.
Tali dati sulle emissioni inquinanti hanno rivelato una
situazione preoccupante e talvolta drammatica che testimonia di un grave e
persistente malfunzionamento degli impianti dello stabilimento siderurgico.
Ad esempio un dato importante è collegato alla violazione della famosa prescrizione nr. 49
che segna il limite di 25 g/t coke dalle torri di spegnimento della cokeria.
Dall'ultimo riepilogo pubblicato dal Ministero dell'Ambiente
e dai report singoli si notano gli sforamenti (in cokeria) della torre di
spegnimento numero 4. I dati rilevati vanno oltre il limite. Ciò avviene nei
mesi di maggio e giugno 2014 rispettivamente con 33,42 e 32,42 g/t coke.
Lo sforamento di questo parametro è stato segnalato da Ispra
NEL CORSO DELL’ANNO 2013 come violazione notificata ad ilva da parte del
Ministero.
Questa ed altre informazioni sono state da PeaceLink prontamente comunicate alla Commissione
Europea, al fine di sottolineare - con dati certi alla mano -
che la situazione all’ILVA di Taranto è molto lontana dall’essere stata
risolta.
Il Governo Italiano, la cui preoccupazione maggiore al
momento è quella di vendere lo stabilimento e sbarazzarsi del problema,
continua a non considerare la gravità di ciò che avviene a Taranto e che si
abbatte quotidianamente sulle vite dei tarantini e degli operai
ILVA.
Nonostante le rassicurazioni di facciata e lo spegnimento in
cokeria di 6 batterie su 10, il Governo e la struttura di Commissariamento ILVA
non sono attualmente in grado di tenere sotto controllo le emissioni delle
restanti quattro batterie della cokeria ILVA, come i dati dimostrano
chiaramente.
La gestione ILVA è fallimentare e il Governo, insieme alla
Regione, continua a raccontare una situazione ottimistica che non corrisponde
alla realtà.
I numeri parlano da soli. In data 6 maggio 2014, le
emissioni totali di IPA hanno toccato la cifra esorbitante di 4864 nanogrammi a
metro cubo, con una concentrazione di benzo(a)pirene di ben 640 nanogrammi.
Valori inaccettabili e il cui effetto alla lunga sugli operai e la popolazione
è potenzialmente drammatico, se si considera che il valore di 20 nanogrammi a
metro cubo di IPA è la media del 2010 nel quartiere Tamburi. Simili picchi
emissivi, in condizioni meteo particolari, possono avere effetti non
trascurabili. Per quanto riguarda il benzo(a)pirene, infatti, siamo 640
volte oltre i limiti di accettabilità per l'aria-ambiente di città e oltre 4
volte oltre i limiti fissati per i lavoratori delle cokerie dalla Francia
(150 nanogrammi a metro cubo). L'Italia - che si pone come obiettivo il
raggiungimento dei valori più bassi tecnicamente possibili - non può
considerare questi numeri come indicativi di un buon funzionamento degli
impianti.
In cokeria SOLO NELL’ULTIMO TRIMESTRE i valori elevati
consultabili variano da 1000 a 3000 nanogrammi a m3 per gli IPA SINO AD
ARRIVARE AL PICCO GIA’ CITATO.
A MAGGIO IL VALORE più basso SEMPRE IN AREA COKERIA è di 391
ng/m3 di IPA, che per noi è GIA’ un valore da allarme sociale. NEL PRIMO TRIMESTRE
GENNAIO/MARZO LA SITUAZIONE NON ERA MIGLIORE, ANCHE IN QUESTO PERIODO LEGGIAMO
VALORI TRA I 1000 E I 2000 NANOGRAMMI A M3 DI IPA.
Stiamo parlando di IPA, potenzialmente cancerogeni e per
i quali non esiste una soglia sotto la quale è garantita l'innocuità.
Non possiamo tacere l'enorme divergenza di questi dati
rispetto a quelli molto "tranquillizzanti" pubblicati sul sito
dell’ARPA.
Ad esempio proprio nel giorno (6/5/2014) in cui venivano
misurati sul piano di caricamento ben 4864 nanogrammi a m3 in cokeria,
sul sito Arpa apparivano solo 5 nanogrammi a metro cubo di IPA per la
cokeria stessa!
Il contrasto è evidente: dalla cokeria ILVA si è sprigionata
una concentrazione di IPA (idrocarburi policiclici aromatici) che è 972
volte superiore a quella misurata dalla centralina degli IPA che fornisce i
dati al sito ARPA. La cosa, ad essere sinceri, ci sconcerta al di là di tutte
le disquisizioni tecniche che saranno portate per spiegare questa abnorme
discrepanza.
Ancora più sconfortante è constatare che in quel giorno (6
maggio 2014) le centraline poste dentro ILVA davano valori di IPA talmente
rassicuranti da far apparire la cokeria come il punto migliore dello
stabilimento, come si può notare di seguito.
Ecco la sintesi dei dati IPA (ng/m3 sta per nanogrammi a
metro cubo) per il 6/5/2014:
Cokeria piano coperchi: 4864 ng/m3 (sito Ministero
Ambiente)
Cokeria ILVA: 5 ng/m3 (sito ARPA)
Direzione ILVA: 11 ng/m3 (sito ARPA)
Parchi minerali ILVA: 8 ng/m3 (sito ARPA)
Portineria ILVA: 7 ng/m3 (sito ARPA)
Riv1 ILVA: 7 ng/m3 (sito ARPA)
Taranto Quartiere Tamburi: 16 ng/m3 (sito ARPA)
Queste misurazioni più elevate di IPA sono state effettuate
in quello che è uno dei punti più critici della cokera: il piano coperchi (il
cosiddetto "top side").
Questo che cosa significa?
Significa che se fossero stati piazzati sul "top
side" della cokeria gli analizzatori IPA (che forniscono quotidianamente i
valori di inquinamento della cokeria sul sito dell'ARPA) i valori sarebbero
risultati molto più alti di quelli che oggi appaiono sul sito dell'ARPA e che
sono frutto di centraline mal posizionate. Perché ARPA non li ha fatti piazzare
lì? Per trovare gli IPA bisogna cercarli.
Ciò che emerge dal quadro delle emissioni certificate
nell'ambito del piano di monitoraggio trimestrale dell'AIA smentisce ogni
ottimismo politico e contraddice l'immagine rassicurante di un'ILVA ormai
innocua e virtuosa, capace di contendere ad altre industrie mondiale il podio
delle migliori prestazioni ambientali.
La divergenza tra le illusioni della politica -
alimentata da dati sottostimati - e la realtà dei dati è abissale.
Testimonia di una fabbrica obsoleta, che produce non rispettando gli standard
emissivi che le migliori tecnologie disponibili (obbligatorie per legge)
dovrebbero assicurare.
In particolare colpiscono le elevate misurazioni trimestrali
pubblicate riguardano le polveri e gli Ipa nella zona cokerie dell'Ilva nel
periodo gennaio-aprile 2014. Si possono osservare i valori abnormi a 3 e 4
cifre degli Ipa in cokeria, così distanti da quelli a cui ci aveva abituati il
sito dell'ARPA. Per ogni documento c’è una tabella riassuntiva e poi i singoli
rapporti di prova. L'elemento importante di queste analisi è la scomposizione
che il rapporto di prova fa degli Ipa totali e le quantità di benzo(a)pirene e
di tutti i componenti singoli della famiglia degli Ipa.
Dai nuovi dati pubblicati sul sito del Ministero
dell'Ambiente i valori del benzo(a)pirene in cokeria risultano più elevati di
quelli degli IPA in cokeria pubblicati sul sito dell'ARPA. La cosa è assurda e
paradossale. Infatti gli IPA dovrebbero essere sempre più alti del
benzo(a)pirene in quanto gli IPA contengono il benzo(a)pirene.
Siamo nel pieno caos dei numeri.
Non possiamo accettare che il punto più pulito dell'Ilva sia
la cokeria e che l'inquinamento da Ipa si impenni una volta varcato il muro di
cinta e aver messo il naso nel quartiere Tamburi (qualcuno potrebbe ironizzare
che è il quartiere che inquina l'Ilva).
Non lo possiamo accettare perché i nuovi dati da poco
pubblicati sul sito del Ministero dell'Ambiente pongono finalmente fine a
questa assurdità.
Oggi - con nuovi dati - viene confermata tutta la potenza
emissiva della cokeria. Con i dati del controllo trimestrale aggiornato
sappiamo finalmente che la cokeria inquina con numeri
a tre e a quattro cifre e non con numeri
a uno o due cifre (come leggiamo sul sito dell'ARPA).
La questione dell'errato posizionamento delle centraline
dentro l’Ilva, più volte sottolineato, non è mai stato risolto e tutto questo
ci porta ad avere dati non rappresentativi che entrano in conflitto con
quelli delle rilevazioni trimestrali le quali vengono effettuate proprio
sui punti critici e rappresentativi delle aree di emissione, quelli cioè su cui
chiedevamo di piazzare le centraline che forniscono ogni giorno di dati al sito
ARPA.
Per PeaceLink
Alessandro Marescotti
Antonia Battaglia
Luciano Manna
http://www.peacelink.it