E’ fin dal lontano 2 ottobre 2012 che il Comune di Taranto ha
dato il via al solito balletto dell’approvazione di importanti documenti urbanistici
che girano di stanza in stanza, a volte ritornano nei cassetti, per poi
riprendere il valzer o forse meglio la quadriglia dei continui “changé la dame”,
per poi riuscire finalmente, dopo tanti inchini e giravolte, a trovare, si
spera, la mano giusta. Il riferimento, nello specifico, è ad un importante
elaborato tecnico che il Comune dovrebbe approvare al più presto che garantisce
il rispetto delle condizioni di sicurezza in relazione alle distanze tra
stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti e territori circostanti.
Queste le prime parole dell’ei fu comunicato stampa che
annunciava la presentazione del suddetto piano da parte dell’ex assessore
all’urbanistica, Francesco Cosa:” E’ stata completata la redazione
dell'elaborato Tecnico inerente il Rischio di Incidenti Rilevanti (ERIR) del
Comune di Taranto. Ad occuparsi del documento è stata la Direzione Urbanistica
Edilità che, tramite l’Assessore Francesco Cosa, l’ha presentato questa mattina
al Sindaco”. Era appunto il 2 ottobre 2012.
Ci si potrebbe chiedere cosa sia successo nel frattempo: un
incendio, non rilevante, ma che ha bruciato tutte le carte? Un furto
cartografico per lanciare la nuova moda del ladro di mappe antiche? Un più
moderno bug infiltrato che cancella tutti i dati? Nulla che possa immaginare la
più fervida fantasia, ma, secondo convincenti ipotesi, solo rilassante attesa,
indecisione, paura di cambiare lo status quo.
Perché è importante questo strumento urbanistico? Perché è
strategico e tutela i comuni interessati da aziende a rischio d'incidente
rilevante. Infatti è proprio il DM 9 maggio 2001 a rendere obbligatorio
per tali comuni l’ERIR ritenendolo “parte integrante e sostanziale dello
strumento urbanistico” (punto 3.1 Allegato al DM 9 maggio 2001). Di
notevole importanza è poi la successiva adozione della variante al piano
urbanistico che rende compatibile la presenza di stabilimenti a rischio
di incidente rilevante con gli insediamenti residenziali e l’ambiente.
Quindi, di fatto, tale strumento condiziona le scelte urbanistiche e
amministrative attraverso le relative modifiche all’assetto del territorio,
alle norme di attuazione del PRG e ai regolamenti connessi, vincolando uso e
destinazione dei suoli.
Con l'approvazione di tale documento, sovraordinato al Piano
Regolatore Generale, in quanto ha lo scopo di evidenziare con obiettività le
situazioni di pericolosità e rischio per la popolazione, si potrà avere una
visione più dettagliata della situazione attuale rispetto agli insediamenti
industriali esistenti e sarà più agevole attuare ogni misura preventiva per
poter evitare possibili futuri incidenti. Esso deve contenere, tra l’altro,
misure di prevenzione e mitigazione rischi, anche al fine di prevenire il
cosiddetto effetto domino.
Una volta approvato l’ERIR, si può valutare come un nuovo
progetto futuro, ad esempio Tempa Rossa, potrebbe incidere ulteriormente sulla
sicurezza della popolazione, oppure dove è più opportuno ubicare nuovi
insediamenti industriali. Quindi l’ERIR andrebbe approvato subito per poter
fare queste valutazioni, anche in vista del fatto che ci sarebbe, subito dopo,
un periodo transitorio in cui si raccoglierebbero le osservazioni della
cittadinanza e dei portatori d’interesse.
Il tema del controllo dei pericoli di incidenti rilevanti
connessi con determinate sostanze pericolose deriva dall’attuazione di
Direttive europee, ed essendo l’ultima versione (che sarà operativa a partire
dal 1° giugno 2015), ovvero la Seveso III, più restrittiva della precedente in
quanto rende più rigorose le norme per l'ispezione degli stabilimenti e
introduce una distanza di sicurezza dall'abitato per i nuovi impianti, l’ERIR
potrebbe di già comprenderle ed obbligare così i comuni ad adeguare i loro PRG
a queste nuove normative e prescrizioni mediante una politica di pianificazione
territoriale e urbanistica che tenga conto della necessità di mantenere
opportune distanze tra gli stabilimenti industriali a rischio di incidente
rilevante e le zone residenziali, le zone frequentate dal pubblico e le zone di
interesse naturale o particolarmente vulnerabili.
Ma, in assenza di variante ai piani coordinamento provinciali
e strumenti urbanistici, il compito in materia di rischi di incidenti rilevanti
per il rilascio del parere tecnico di controllo dell’urbanizzazione viene assolto
dal C.T.R.(Comitato Tecnico Regionale). sulla base delle informazioni fornite
dal Gestore (ebbene sì). Ed è proprio questa una delle criticità che presentano
le norme derivanti dalle Direttive Seveso. Infatti, la limitazione della
verifica di compatibilità alle sole aree di danno non tiene conto di fattori
quali l'incertezza dei modelli, la variabilità dei fenomeni
meteorologici, la possibilità di eventi non previsti, effetti comunque
indotti dal trasporto di merci pericolose in transito da e verso l'azienda, nonché
della mancanza di un'istruttoria compiuta dall’autorità pubblica per gli
stabilimenti soggetti ai soli articoli 6 e 7 del d.lgs.334/99. Tant’è che,
proprio per quest’anomalia, il CTR ha concesso il nulla osta di fattibilità al
Progetto Tempa Rossa, dato che ha dovuto attenersi ai dati rilasciati dal
Gestore. Ecco perché si rende assolutamente necessario adottare al più presto
questo nuovo strumento di pianificazione, l’ERIR, per un Comune come il nostro
interessato direttamente da stabilimenti “Seveso”, per integrare la cultura del
rischio industriale direttamente nella formazione dei piani regolatori
comunali.