Alla cortese attenzione del consigliere
comunale di Taranto e presidente della “Federazione dei Verdi” Angelo Bonelli,
Alla cortese attenzione dei coordinatori
del movimento civico “Taranto Respira”,
Oggetto: Dragon Town
Gentilissimi,
ho letto con molta soddisfazione del
progetto di riconversione economica del territorio nato dall’intesa virtuosa
tra Federazione dei Verdi e Taranto Respira. Sono rimasto estremamente colpito
dalla frase rilasciata da Angelo Bonelli circa il rendere Taranto una porta per
l’Asia, l’Africa e le altre realtà emergenti. Mi è sembrato di sentir parlare
dal vivo un personaggio del mio romanzo “Dragon Town”, pubblicato qualche mese
fa dalla casa editrice Ensemble.
Nel libro, un investitore indiano
(l’India è un paese del BRICS, dunque uno di quelli verso cui Taranto dovrebbe aprirsi)
intende costruire nella città di Archita un polo universitario di ricerca
scientifica rivolta principalmente al recupero ambientale e non solo, ma anche
un centro di ricerche umanistiche perché il Bello deve andare assolutamente di
pari passo col Giusto.
Vi propongo un estratto del discorso che
Jamshenji Naik, l’imprenditore indiano, fa alla gente di Taranto (pag. 138):
«Taranto – riprese Naik - ha necessità di vedere le proprie
potenzialità concretizzate. Taranto è una donna stupenda, sensuale e fascinosa,
ma ha solo un difetto: non crede in se stessa e rifugge le sue insicurezze nel
fumo. E, decisamente, fuma troppo.» e risero tutti. […]
«Perdonate la metafora, non voleva essere una
battuta. La metafora è chiara: questa bellissima fanciulla di nome Taranto fuma
davvero troppo, ma il mio credo, il credo Sikh, che ci è stato insegnato dal
sommo Guru Nanak, rifiuta il fumo come vizio, ritenendo che intossichi il
nostro corpo, così come la mala industrializzazione intossica il vostro mare, i
vostri campi e i vostri bambini. In una parola: il vostro futuro. So che c’è
una guerra in atto: chi vuol chiudere la grande industria, chi vuole ridurla e
chi vuole conservarla, anche così com’è. Una quarta soluzione c’è, sono qui per
suggerirvela e aiutarvi a metterla in atto, in più donandovi la possibilità di
un forte indotto. La mia Università, che ho intitolato alla memoria di mia
moglie e di cui ho fondato con successo sedi in molte altre parti del mondo, ha
trasformato radicalmente le zone interessate. Io vi propongo la creazione di un
centro di ricerca, un’università privata cui poter accedere per creare quei
brevetti che vi permetteranno la bonifica e la ricostruzione, che vada di pari
passo ai processi produttivi, senza radicali strappi. Una università che tenga
conto della scienza come anche del lato più genuinamente umano: se non studiate
la storia, l’arte, l’archeologia e la letteratura, non potrete apprezzare ciò
che avete. In tutto il mondo esistono solo altre cinque sedi, e questa di
Taranto sarebbe la prima in Europa occidentale».
Ovviamente si tratta di un espediente
narrativo che nasconde un auspicio che mi ero fatto da solo, e sono più che mai
contento di aver letto le parole di Bonelli, poiché vedo che non è un
imprenditore indiano ad aver preso l’iniziativa, ma i cittadini stessi di
Taranto, cui offro il mio contributo.
Nel comunicarvi la mia
disponibilità ad eventuali collaborazioni future, poiché ho molte idee riguardo
il rilancio culturale e imprenditoriale della città che vorrei sottoporvi, vi
ringrazio per l’attenzione e vi porgo i miei più cordiali saluti.
Cosimo Dellisanti