Comunicazione
più immediata e completa, immagini in grado di aiutare i consumatori e
coinvolgimento della grande distribuzione organizzata: queste le richieste dei
5 Stelle, in una interrogazione del deputato L’Abbate. Per il sottosegretario De
Filippo le responsabilità sono delle imprese e delle Asl, mentre vi sarebbero
novità a livello europeo
Negli
ultimi anni, sono state numerose e frequenti le emergenze in campo
alimentare, come il “pollo alla diossina” o il cosiddetto
morbo della “mucca puzza”. Allarmi sulla sicurezza alimentare che
hanno comportato l’introduzione nel quadro normativo europeo di un nuovo
concetto di sicurezza denominato “dal campo alla tavola” e tradottosi
nel “pacchetto igiene”, entrato in vigore a partire da gennaio 2006.
Una questione su cui il M5S, raccogliendo l’invito di una petizione
online lanciata dal sito www.ilfattoalimentare.it
e attraverso una interrogazione a prima firma del deputato Giuseppe L’Abbate,
ha sollecitato il Governo Renzi ad una più immediata e completa
informazione a vantaggio dei consumatori e delle stesse imprese,
così da evitare ingiustificati allarmismi senza fondamento.
“Avevamo chiesto al Ministero della Salute di diffondere con regolarità sul
proprio sito internet nonché attraverso i media – dichiara L’Abbate
(M5S), deputato della Commissione Agricoltura alla Camera – le foto e le
schede di tutti i prodotti alimentari richiamati dal mercato perché ritenuti
pericolosi per la salute. Affiancando, magari, a queste notizie l’elenco dei
punti vendita in cui sono stati commercializzati per un più diretto ed
immediato controllo da parte dei cittadini. E, infine, se ritenesse opportuno
fare in modo che queste procedure venissero messe in atto anche dalla grande
distribuzione organizzata. Purtroppo – conclude L’Abbate (M5S) – per
il Governo Renzi va tutto bene, anche se lascia spiragli di miglioramento
futuro sulla sicurezza alimentare”.
Il Sottosegretario
di Stato alla Salute Vito De Filippo, infatti, ha risposto che il Ministro
della Salute “riconosce la preoccupazione del consumatore come un fattore
legittimo e da tenere in considerazione nella valutazione della portata di un
incidente di sicurezza alimentare” ma ha ribadito che l’Italia è un
esempio in Europa, essendo il primo Paese membro per numero di notifiche
trasmesse attraverso il Rasff (il sistema di allarme rapido per gli alimenti e
i mangimi). Se da un lato è “precisa responsabilità dell’autorità sanitaria
competente verificare che la procedura prevista per legge venga eseguita in
maniera efficace e tempestiva dall’operatore del settore, ad esempio anche
mediante apposizione di cartellonistica a livello di punti vendita”, il
Ministero della Salute può solo pubblicare sul proprio portale gli “avvisi
di sicurezza nonché le informazioni rese disponibili dall’azienda sanitaria
locale che ha effettuato l’accertamento della non conformità”. Il
coinvolgimento diretto, invece, delle catene della grande distribuzione
organizzata (nonostante i lodevoli esempi di alcune “insegne” nazionali ed
internazionali) viene ritenuto dal Governo Renzi troppo complesso e comunque
in capo alla singola impresa. In futuro, però, potrebbero esserci novità. “Colgo
l’occasione – dichiara De Filippo - per anticipare il Ministero
si è già attivato per promuovere a livello europeo una iniziativa che consenta
un approccio armonizzato per quanto attiene l’informazione
a livello europeo, e sta valutando l’opportunità di redigere apposite procedure
per l’applicazione uniforme ed efficace del richiamo da parte degli operatori
del settore alimentare”.