Taranto
Prot.n°28/14
Ippazio STEFANO
Sindaco di Taranto
Palazzo di Città
Piazza Municipio n°1
74123 Taranto
E p.c.
Mario TAFARO
Commissario Prefettizio dell’Amministrazione
Provinciale
Angela BARBANENTE
Assessore alla Qualità del Territorio della Regione
Puglia
Fabrizio NARDONI
Assessore alle Risorse Agroalimentari – Agricoltura
e Foreste della Regione
Annarita LEMMA
Consigliere Regionale della Regione Puglia
Pietro BITETTI
Presidente Consiglio Comunale di Taranto
Lucio LONOCE
Vicesindaco - Assessore ai Lavori Pubblici del
Comune di Taranto
Cosima LORUSSO
Assessore alla Pianificazione Urbanistica-Edilità
del Comune di Taranto
Vincenzo BAIO
Assessore all’Ambiente del Comune di Taranto
Francesco COSA
Assessore allo Sport, Politiche del Lavoro,
Associazionismo
Cisberto ZACCHEO
Assessore al Turismo del Comune di Taranto
Vincenzo DE GREGORIO
Assessore al Patrimonio del Comune di Taranto
Giovanni
GUTTAGLIERE
Presidente
della Commissione Assetto del Territorio del Comune di Taranto
Giuseppe MELE
Direttore Generale Comune di Taranto
Dino BORRI
Coordinatore / Progettista del DPP / P.U.G. di
Taranto
Silvio RUFOLO
Dirigente delle Direzioni: Ambiente - Urbanistica
– Edilità
del Comune di Taranto
Cosimo NETTI
Dirigente della Direzione Patrimonio del Comune di
Taranto
Mario ROMANDINI
Responsabile del Progetto POSIDONIA
Angelo TURSI
Pro-Rettore Vicario dell’Università degli Studi di
Bari Aldo Moro
Nicola CARDELLICCHIO
Responsabile IAMC sezione di Taranto
Giuseppe MASTRONUZZI
Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia all’Università degli
Studi di Bari Aldo Moro
Niccolò CARIMEI
Presidente Wwf Puglia
Biagio CIARDO
Presidente Consulta Regionale degli Ecomusei
Arnaldo SALA
Curatore Fallimentare Ajvam Spa
Vito ANGLETTI
Progettista Del rifacimento della Circummarpiccolo
Michele
PASTORE
Già Direttore Istituto Talassografico - CNR –
Taranto
Salvatore MARZO
Dirigente Scolastico Liceo Ginnasio Statale
“Aristosseno”
Oggetto: Necessità di un esame
comparato tra il Progetto -redatto dall’Amministrazione Provinciale- per la messa
in sicurezza della strada Circummarpiccolo ed il Progetto del Piano per la tutela
e fruibilità della Riserva Naturale Regionale Orientata Palude La Vela e aree
contigue.
Ill.mo Sig. Sindaco,
il
Wwf Taranto Onlus, gestore dei servizi per la fruizione della zona umida
protetta denominata ROPR Palude La Vela, dal 1992 ha l’incombenza di assicurare
la salvaguardia del biotopo della Riserva Palude La Vela e di promuoverne la
valorizzazione e la fruibilità quale potente strumento di educazione ambientale
per comprendere il contesto geologico, idrogeologico, paesaggistico dell’intero
ecosistema del Mar Piccolo e Mar Grande, Salina Grande e Salina Piccola.
Ecco
perché, oltre a mantenere la barra diritta per la salvaguardia e valorizzazione
del Parco, il Wwf Taranto Onlus ha seguito passo dopo passo le analisi portate
avanti dal Cnr IAMC di Taranto e dall’ ARPA e ha studiato le perizie giudiziarie
e di parte compresi i 5 decreti governativi riguardanti il caso Ilva per individuare
le pratiche migliori per contenere l’impatto negativo della grande industria a
ciclo integrale a ridosso del Mar Piccolo e del Mar Grande.
Questa
linea di condotta è stata alimentata dal fatto che la Riserva Palude La Vela e
molte delle aree contigue, per la loro biodiversità e diversità, sono la
dimostrazione che non tutto è perso e che non è proprio il caso di scoraggiarsi
e gettare la spugna, ma anzi puntare al rilancio delle residue attività
produttive legate alla maricoltura.
Urge
fare chiarezza sulle cause del degrado ambientale del Mar Piccolo, per
rimuoverle o almeno fronteggiarle.
L’evoluzione
geologica, biologica e antropica del Mar Piccolo è stata oggetto del saggio di
recente pubblicazione: “Il Castello
Aragonese di Taranto in 3 D nell’evoluzione del paesaggio naturale”, con contributi interdisciplinari. In particolare nel
Capitolo “Evoluzione naturale del paesaggio di Taranto”, Giuseppe
Mastronuzzi, Maurilio Milella, Cosimo Pignatelli, Arcangelo Piscitelli, Paolo
Sansò dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” sostengono l’importanza
del Mar Piccolo e ne delineano l’evoluzione fisica di tutto il sistema
geologico-morfologico e biologico.
Già
nel 2013 il Wwf, in uno con Jo Tv (canale 189 DT) e Garden Club, in
preparazione della realizzazione di una collana di documentari televisivi
denominata “Le Perle dell’arco dello Jonio”, coinvolse l’associazione Garden
Club e suggerì la convocazione formale di riunioni-sopralluogo della
Commissione consiliare Assetto del Territorio (CAT) e della Commissione Consiliare
Ambiente, allargate alla partecipazione di rappresentanti delle Associazioni
ambientaliste e culturali.
La
prima di queste riunioni si svolse in data 16 gennaio 2013 alla Palude La Vela
ed aree contigue e l’altra in data 12 febbraio 2013 al fiume Galeso e aree
contigue entrambe le riunioni furono presiedute dal Presidente della CAT, Giovanni
Guttagliere.
La riunione fu ripresa
e mandata in onda dall’emittente Jo Tv (canale 189 DT).
Il primo sopralluogo
servì per un approfondito scambio di idee tra gli esperti del Wwf Taranto ed i
Consiglieri comunali e si fece il punto sul problema della chiusura della strada
Provinciale Circummarpiccolo, che andava superato in quanto la stessa era
l’unica strada di accesso alla Palude La Vela. Il problema fu cosi
stigmatizzato dal comunicato stampa: «Lo scoglio principale, al rilancio
del territorio del secondo seno del Mar Piccolo, area di grande interesse
naturalistico, socio-culturale e turistico, è costituito dal transennamento
della Circummarpiccolo, dovuto alla sconnessione del suo manto stradale […]
evidenziato […] dagli ambientalisti e dagli operatori economici –agricoli e
turistici- delle aree contigue».
Per l’occasione
i tecnici comunali presenti comunicarono di aver appreso che l’Amministrazione
Provinciale aveva già approvato in data 07.01.2013 il progetto “Interventi
urgenti su di un tratto lungo la S.P: n.78 “Circummarpiccolo” per ripristinarne
e migliorarne la viabilità”.
Giovanni
Guttagliere, presidente della Commissione Assetto del Territorio, si impegnò a
muovere tutti i passi necessari per accelerare i tempi ed eseguire i lavori.
Peccato per la sua assenza notata al momento della riapertura della strada!
Mentre erano presenti il Commissario Prefettizio della Provincia di Taranto
Dott. Mario Tafaro, il Sindaco di Taranto Dott. Ippazio Stefano ed una nutrita
delegazione di ambientalisti.
Finalmente, iniziati
i lavori, la strada è stata riaperta alla circolazione, senza però che sia
stata resa pubblica la progettazione dei sottopassi idraulici e faunistici per
permettere il deflusso delle acque meteoriche e il passaggio in sicurezza degli
animali di piccola taglia.
L’Amministrazione
Comunale in data 09/07/2012 pubblicava il Bando di Gara per la redazione del
Piano del Parco e relativa VAS, regolamento e Piano Economico e Sociale,
affidandolo alla Società ATI Ambiente Italia S.r.l.. Il piano è stato redatto a
firma dell’arch. Giovanni Cafiero.
Per quanto
riguarda la gestione del Parco il Piano prevede forme di cogestione pubblico-privato
per le attività generali con modelli di gestione partecipata.
La
perimetrazione della Riserva ha incluso l’area delle strutture dismesse dell’Ajvam
Spa, in regime fallimentare da anni e ha individuato e classificato le aree
contigue d’interesse pubblico con un appropriato apparato cartografico che
evidenzia tutti i siti di valore ambientale, paesistico e storico culturale. Il
passaggio di parte delle aree dal demanio militare a quello comunale ha
determinato l’aumento sia delle responsabilità che delle prerogative e della
capacità di intervenire del Comune.
Con il passaggio
sopracitato comincia a prendere concretezza e slancio l’ipotesi di un grande
parco territoriale che, partendo dalla Riserva Palude La Vela, si estende ad
alcune aree contigue appartenenti alle Istituzioni pubbliche o ai privati, tutte
di rilevante interesse pubblico:
a) La strada
ferrata di collegamento dalla stazione di Nasisi all’Arsenale Militare, intorno
al primo ed al secondo seno del Mar Piccolo, passata dal demanio militare a
quello comunale;
b) Un tratto del
braccio della via Appia che scorreva a nord del Mar Piccolo;
c) La presenza di
“piantate” di uliveti ultrasecolari, di proprietà sia del demanio che di
privati;
d) L’esistenza di
un relitto di un giardino nobiliare settecentesco, a confine con l’ex Masseria
S. Pietro, collocata sul 2° seno del Mar Piccolo, con alberi plurisecolari di
cultivar autoctoni – fico, mandorlo e giuggiolo – limone- carrubi;
e) la presenza a brevissima
distanza, verso Nord, della sorgente Riso, che nel passato ha alimentato
l’attività della gualchiera dei monaci cappuccini;
Il compendio
dismesso Manganecchia della M.M. è situato tra la pineta Cimino e il 65°
deposito territoriale della III regione aerea militare, che custodisce la falesia
meridionale del Mar Piccolo, denominata il Fronte. Il compendio dismesso Manganecchia
è acquisibile dal Comune di Taranto in quanto già inserito nell’elenco delle
aree dismissibili.
Secondo quanto
scritto sul libro “Il Castello Aragonese di Taranto nell’evoluzione del
paesaggio naturale” dal Prof. Giuseppe Mastronuzzi, da Maurizio Milella, Cosimo
Pignatelli, Arcangelo Piscitelli e Paolo Sansò, la falesia in località Il
Fronte, sul secondo seno del Mar Piccolo, ha le caratteristiche per diventare
un Geosito definito Tarantiano per la lettura e l’interpretazione di fenomeni a
scala regionale e mondiale per la stratigrafia del Pleistocene superiore.
Grazie
all’intenso lavoro di educazione ambientale praticato dal Wwf Taranto presso
il Parco Regionale, va aumentando di mese in mese la presenza di visitatori,
dei residenti e di turisti ambientalisti, tendenza che non va scoraggiata visto
che non sono pochi gli studenti, anche stranieri, che vengono a visitare e
studiare la Palude grazie alla presenza della numerosa e rara avifauna della
riserva, frequentata da specie protette, come Aironi, Garzette, Cavalieri
d’Italia, Falco Pescatore, Cormorano e Anatre Volpoche, e di specie botaniche
soggette a tutela quali Orchidee, Salicornia, per citarne qualcuna.
Tenuto conto di
tutto ciò e con riferimento alle Direttive Europee ed alla Legge nazionale in
itinere, che auspicano la difesa della biodiversità all’interno di aree
particolarmente vocate, ben s’inserisce in questa logica l’ipotesi di realizzare
- in modo integrato, coordinato e partecipato (con attività differenziate,
comprendenti anche forme avanzate di agricoltura sociale all’interno delle aree)-
un grande parco, comprendente parte delle aree contigue alla Riserva Naturale.
Tale
realizzazione dovrà avere riferimenti storico culturali e paesaggistici
ambientali: se ben progettato e gestito -a larga partecipazione sociale, con il
coinvolgimento di soggetti Istituzionali e operatori agricoli e turistici- potrebbe
diventare il progetto ambientale e sociale di cui la città ha bisogno.
In questo solco
si inserisce l’ipotesi di realizzazione del Giardino Etnobotanico “Tommaso
Niccolò D’Aquino”, facente parte della catena dei “Giardini del Vecchio di Còrico”
dell’arco jonico di Puglia, Basilicata e Calabria promossa dal Liceo Ginnasio
Statale “Aristosseno” con la collaborazione, tra gli altri, di Relais Histò, ex
Masseria San Pietro, Garden Club, Jo Tv Srl, WWF, associazione “Nihao Puliya”,
ENDAS Puglia.
Si rende, quindi
necessario, oltre alla riapertura e ammodernamento in chiave ambientale della
strada, la realizzazione di una piazzola di sosta per le auto e un sistema di
trasporto utile per incrementare il turismo scolastico e cittadino, compresa la
predisposizione di una rastrelliera per le biciclette, utilizzabili per
un’auspicabile rete di piste ciclabili.
I manufatti
dismessi dell’Ajvam S.p.a. hanno inoltre tutte le caratteristiche -se
bonificati, ristrutturati e attrezzati- per essere sede di un ecomuseo
d’interesse regionale facendo perno sulla maricoltura, ai sensi della Legge
Regionale 6 Luglio 2011, n°15 “Istituzione degli eco-musei della Puglia”, che
all’articolo 1 (oggetto e finalità) cosi recita:
“La
Regione Puglia, di concerto con le comunità locali, le parti sociali e gli enti
locali e di ricerca riconosce, promuove e disciplina sul proprio territorio gli
ecomusei allo scopo di recuperare, testimoniare,valorizzare e accompagnare nel
loro sviluppo la memoria storica, la vita, le figure e i fatti, la cultura
materiale, immateriale, le relazioni fra ambiente naturale e ambiente
antropizzato, le tradizioni, le attività e il modo in cui l’insediamento
tradizionale ha caratterizzato la formazione e l’evoluzione del paesaggio e del
territorio regionale, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del
territorio in una logica di sostenibilità ambientale, economica e sociale, di
responsabilità e di partecipazione dei soggetti pubblici e privati”.
Gli
ecomusei sono un presidio per svolgere azioni di sensibilizzazione collettiva
al fine di considerare l’ambiente e i beni storico-culturali nel contempo “beni
comuni” e diritti inalienabili.
Un
approccio olistico per coniugare il sapere scientifico con quelli umanistico,
le attività colturali agricole, selvicole e la “maricoltura” con le
presenze geologiche, archeologiche ed architettoniche .
Tutti
i motivi sopracitati giustificano dunque l’istituzione dell’ecomuseo del Mar
Piccolo e del Mar Grande, epicentro per il coordinamento della partecipazione
responsabile delle comunità locali alla valorizzazione e tutela attiva del
patrimonio naturale, culturale e paesaggistico di valore identitario.
Il
Mar Piccolo, già a partire dal diciottesimo secolo, è il sito dove si
sperimentò e attuò la maricoltura moderna su base industriale, con la
produzione di ostriche, mitili. Le tecniche di allevamento e di produzione
inventate nella città dei due mari si diffusero in tutto il Mediterraneo
Occidentale.
Quest’ipotesi
farebbe il paio con quanto realizzato in Umbria, alle fonti del Clitunno, dove
è stata allestita una struttura ecomuseale di successo turistico.
Per quanto
riguarda la sostenibilità energetica dell’intera struttura, considerato il
Protocollo d’Intesa stipulato dal Comune con l’Università dell’Idrogeno H2U di
Monopoli, sarebbe opportuno realizzare un progetto pilota per dimostrare come
trasformare in idrogeno l’energia elettrica fotovoltaica e soddisfare, in modo
innovativo, tutte le esigenze energetiche del Parco.
Per altro, è da
considerare la presenza di un compendio di fabbricati dismessi in contrada
Manganecchia, situato tra il confine
orientale della pineta Cimino e l’area del deposito Militare, da includere
nell’area della Riserva; compendio che ristrutturato e attrezzato potrebbe
essere destinato a campus universitario per gli studi geologici e biologici.
Sarebbe
opportuno estendere sin da subito l’area della Riserva all’area della Sorgente
Riso, un biotopo eccezionale da mettere in sicurezza e da rendere fruibile,
dove ancora oggi vegeta rigoglioso il saccione
(nasturzio), buono per un’insalata piccantina per palati raffinati, congiunto
al bene architettonico e storico-culturale della gualchiera dei Battendieri.
Una
coordinata ed efficace azione di ambientalizzazione non può prescindere dalla
lettura dei processi naturali ed antropici che hanno determinato l’attuale
orografia all’esterno ed all’interno del centro urbano.
La
Riserva Naturale Palude La Vela fa parte di un più ampio biotopo geologico,
idrogeologico e biologico che a largo comprendeva, oltre al Mar Piccolo ed al
Mar Grande, anche la Salina Grande, la Palude Erbara e la Salinella.
In
un’ampia e articolata azione di rinaturalizzazione del territorio, molto ci
aspettiamo dal progetto del restauro ambientale della Salinella, ridottosi, a
seguito d’intensa antropizzazione, a causa della scellerata scelta di “tombare”
la laguna con materiali di risulta per realizzare un primo nucleo di case
popolari. Per fortuna, è ancora salvabile un relitto di circa ha 15, come
previsto dall’ufficio regionale ambientale che ne prescrive la ambientalizzazione.
Ciò
costituisce - in uno con le aree dell’ex compendio militare “Pilone”, con una
piantata di oliveto secolare ed una masseria del primo ottocento, con trappeto
ipogeo - l’occasione per realizzare un ampio parco urbano attrezzato esteso per
circa ha 40. La proposta di adibire parte del parco a Giardino etnobotanico “Il
Pilone”, compreso del rinvaso del relitto della Salinella, è stata di recente avanzata
formalmente all’Amministrazione Comunale da parte del Liceo Ginnasio Statale
“Aristosseno”, del Garden Club, del WWF Taranto, Jo Tv, dell’ENDAS Puglia,
della Cooperativa Le Cheradi, dell’Associazione “Nihao Puliya”.
La
contrada “Il Pilone” è da sempre collegato attraverso l’antica via del Trullo al
relitto della Salina Piccola, area in cui sono ancora presenti salicornie,
cannucce palustri, tamerici e numerose specie rare di avifauna, anfibi e
rettili.
La
via del Trullo, insieme alle altre strade vicinali del comprensorio,
costituiscono una rete di piste ciclabili che consentirebbero di raggiungere in
bici la contrada Manganecchia e la Palude La Vela e aree contigue.
La
rete così ristrutturata e ammodernata con i sottopassi per il passaggio della
fauna di piccola taglia collegherebbe la Riserva Palude La Vela, la contrada
Manganecchia, con il parco della Salina Piccola nella città costruita.
La
viabilità secondaria per esigenze paesaggistiche andrebbe sistemata con siepi
plurispecifiche: arbusti e alberi a ceppaia e fungerebbe sia come pista ciclabile
che come corridoio ecologico.
Quanto
sopra rappresenterebbe un collegamento logico, storico-culturale e fisico – “un
filo rosso” -, per leggere le varie fasi di antropizzazione geologica,
biologica e le forme avanzate delle pratiche agrarie e di maricoltura, oltre a
collegare fisicamente ed idealmente il Parco urbano della Salina Piccola –
comprendente le aree contigue intorno al relitto della zona umida - al Parco
extraurbano intorno al Mar Piccolo, con epicentro l’area protetta e le aree
contigue.
Il
Parco della Salina Piccola, ancorché realizzato nella città costruita, presenta
infatti tutte le caratteristiche per essere un esempio di ambiente naturale
recuperato (invaso del relitto della Salinella) e luogo dove sviluppare
un’agricoltura urbana per la ri-propagazione delle cultivar autoctone di frutta
e verdura, come nella logica del Consiglio di Quartiere ed in attuazione di
quanto previsto dalla Regione : pertanto sarebbe segno di vitalità, di
cambiamento di passo e di sensibilità ambientale “salvare”, oltre che la Palude
La Vela e le aree contigue, anche il relitto della Salina Piccola.
Le
difficoltà in cui vive la città derivano tanto dalla frammentazione
socio-culturale quanto da quella territoriale; è arrivato il momento di
assumere un atteggiamento olistico per la definizione di un’idea condivisa
della città, sia sul piano socio-politico che territoriale, per realizzare il
suo riallacciamento.
Le scriventi
associazioni sollecitano l’Amministrazione Comunale ad assolvere fino in fondo
il ruolo di coordinamento e d’impulso per un processo di ambientalizzazione di
respiro, con il coinvolgimento dell’intera cittadinanza, in particolare per:
- la verifica
della compatibilità tra quanto progettato dall’Amministrazione Provinciale
e quanto progettato dall’Amministrazione Comunale per la praticabilità della
strada Circummarpiccolo di Taranto;
- la
soluzione della riqualificazione ambientale degli impianti dismessi di
maricoltura ex Ajvam s.p.a. per adibirli a sede dell’ecomuseo del Mar
Piccolo e del Mar Grande, un sito di interesse regionale da realizzare e
da gestire di concerto con il Polo Universitario Jonico e con l’IAMC
sezione di Taranto;
- il rinvaso
e l’ambientalizzazione del relitto della Salinella e aree contermini, come
chiesto dal Consiglio di Quartiere e prescritto dalla Regione Puglia, con acclusa
realizzazione di uno dei “Giardini etnobotanici del Vecchio di Còrico”
nell’ambito della città costruita per sperimentare, anche a Taranto, un
nuovo modello di vivere il verde tramite la pratica dell’agricoltura
urbana e sociale.
In spirito
collaborativo le scriventi chiedono un incontro alla S. V. e sin da questo
momento assicurano una partecipazione ai lavori preparatori del nuovo P.U.G.
per ricominciare a pensare ad uno sviluppo diverso della nostra città.
Cordiali Saluti