Un
giornalista televisivo "scomodo" è stato licenziato a Taranto: Luigi
Abbate.
Nette
erano le sue posizioni contro l'inquinamento dell'ILVA e l'ipocrisia dei
politici che lo negavano. La sua trasmissione "Polifemo" su Blustar
- di cui era conduttore - mandava in onda le foto e i filmati di PeaceLink e
delle ecosentinelle che sui social network immortalavano i fumi dell'industria
inquinante e l'allarme dei cittadini.
Luigi
Abbate si era confrontato duramente in studio con l'on. Michele Pelillo sui
"vapori dell'ILVA" ("possiamo stare tranquilli perché
anche un non addetto ai lavori capisce che è vapore quindi il fumo bianco,
diciamo, non ha mai creato particolare problemi", disse Pelillo, si veda http://www.peacelink.it/ecologia/a/39580.html)
e aveva collezionato i taglienti giudizi di Nichi Vendola ("faccia
di provocatore", nella ormai nota telefonata Vendola-Archinà, si veda
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/15/ilva-la-telefonata-choc-di-vendola-risate-al-telefono-per-le-domande-sui-tumori/776892).
PeaceLink invita pertanto tutti i movimenti, le associazioni e i cittadini a
partecipare alla manifestazione di domani a sostegno della libertà di
informazione in via Di Palma di fronte a Blustar dalle ore 19 alle ore 21.30.
Nel sit-in, indetto dal Movimento Civico “Taranto Respira” dopo il
licenziamento del giornalista Luigi Abbate, raccoglieremo le firme per
una petizione che abbiamo lanciato in queste ore su Internet e ha già
raccolto l'adesione di diversi cittadini e giornalisti, fra cui Marco
Travaglio e Paolo Fores D'Arcais.
Il
titolo della petizione è
Ridate il microfono a Luigi Abbate!
e
si può firmare anche online andando su questa pagina web:
http://www.peacelink.it/mediawatch/a/40438.html
La raccolta di
firme a sostegno di Luigi Abbate ha lo scopo di dare ulteriore forza e anche
il sostegno dell'opinione pubblica all'Ordine dei Giornalisti che, assieme
ad Assostampa, ha preso una chiara posizione su questa vicenda.
Il
testo dell'appello è il seguente:
Ridate il microfono a Luigi Abbate!
Il coraggioso
giornalista tarantino di cui Vendola rideva nella famosa telefonata con
Girolamo Archinà, capo relazioni esterne dell’Ilva, è stato licenziato.
Abbate era una
spina nel fianco per l'Ilva e per il potere politico che non gradiva la sua
informazione scevra di condizionamenti e tesa al rispetto del principio primo
per un giornalista vero: la ricerca della verità. Luigi Abbate era apprezzato
per il suo giornalismo graffiante che non risparmiava critiche ai potenti.
Abbate ha dato
voce all'indignazione dei cittadini. Ha invitato nelle sue trasmissioni gli
ambientalisti ed i medici impegnati nella lotta per la salute, contro
l'inquinamento. Alle sue trasmissioni hanno potuto partecipare non solo i
politici ma anche rappresentanti di diverse associazioni. Abbate ha mandato in
onda le immagini dei fumi dell’Ilva, mettendo in forte imbarazzo quei partiti
che dichiarano oggi risolto il problema dell'inquinamento industriale ed
inesistente la minaccia sanitaria in corso.
Ha dato voce
alle ecosentinelle, presentando nella sua trasmissione “Polifemo” le immagini
delle emissioni che smentivano la retorica pro-Ilva.
Ha smentito chi
in questi anni non ha fatto nulla di efficace di fronte all’incedere senza
sosta del disastro ambientale.
Mentre molti
tacevano, Abbate smascherava l'ipocrisia, rompeva il silenzio, denunciava
l'inefficienza degli enti locali e del governo.
Mentre
intervistava Riva sull’aumento dei tumori a Taranto, gli fu tolto il microfono.
E Vendola ne rise al telefono.
Oggi a Luigi
Abbate viene nuovamente tolto il microfono. E anche oggi è doveroso esprimere
l'indignazione e la solidarietà. Un giornalista coraggioso e libero non puo' e
non deve essere licenziato. Abbiamo bisogno di giornalisti liberi e coraggiosi.
In una nazione
che è fanalino di coda per la libertà di informazione, questo licenziamento è
un drammatico segnale. Noi vogliamo che anche in TV sia ridata la voce ai
cittadini, che venga restituito il microfono a Luigi Abbate e che si annulli un
licenziamento ingiusto ed inaccettabile.