(Regioni.it 2546 - 25/07/2014) In Italia si
continua ad utilizzare troppo suolo: “8 metri quadri al secondo”. Lo rileva
l’annuario dell’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale,
sottolineando che bisogna fermare questo fenomeno non solo per salvaguardare
l'ambiente, ma evidenziando anche come le nostre condizioni climatiche e
geomorfologiche siano ad alto rischio. E’ necessario, quindi, stare più attenti
sull’utilizzo delle risorse a nostra disposizione e nel contempo accelerare
sugli interventi contro il dissesto idrogeologico.
Il
consumo del suolo è di
8 metri quadri al secondo. Sono stati consumati, in media, più di 7 metri quadri al secondo per oltre 50
anni. Finora sono stati persi circa 22mila chilometri quadrati. Sono questi
alcuni dati forniti nell’annuario
dell’Ispra
e che danno l’idea
dell’entità della situazione. Inoltre è anche da tener presente la
contaminazione del suolo derivante da attività industriali, gestione di
rifiuti, attività minerarie, perdite da serbatoi e linee di trasporto degli
idrocarburi.
Nel
2012 le stime del consumo di suolo a livello regionale mostrano che in 15
regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con le percentuali piu'
elevate in Lombardia e in Veneto (oltre il 10%) e in Emilia Romagna, Lazio,
Campania, Puglia e Sicilia (valori compresi tra l'8 e il 10%).
Il
2013 e' stato caratterizzato da precipitazioni al di sopra della media che
hanno causato numerosi fenomeni franosi come in Toscana nel mese di marzo con
oltre 600 frane nel solo bacino dell'Arno. In Italia le frane censite sono
499.511 e interessano un'area di 21.182 chilometri quadrati, pari al 7% del
territorio nazionale. Nel 2013 sono stati censiti 112 eventi principali di
frana, distribuiti su gran parte del territorio italiano.
Dal
ministero dell’Ambiente
è
venuta una risposta parlamentare sulle misure di contrasto al rischio
idrogeologico, comunicando al Parlamento che a partire dal 2010 sono stati
investiti 2,09 miliardi di euro per oltre 1600 interventi finanziati.
I
dati sono stati forniti dal ministero dell'Ambiente in commissione Ambiente
della Camera. La norma che prevedeva questi interventi, spiega il ministero, ha
permesso programmi straordinari attuati anche attraverso Accordi di programma
tra ministero dell''Ambiente e le Regioni, a partire dai primi mesi del 2010,
dopo l''individuazione da parte delle stesse Regioni degli interventi urgenti
per la messa in sicurezza del territorio e della popolazione. Tuttavia, afferma
il ministero, "le situazioni di criticità idrogeologica derivanti da carenze
strutturali o causate da eventi emergenziali", come le alluvioni recenti,
"hanno determinato nuove e pressanti necessità di intervento". Ma per continuare a
favorire le azioni di salvaguardia e di contrasto al dissesto idrogeologico è indispensabile che queste siano escluse dai
vincoli del patto di stabilità.