I dati sull’incidenza di maggiori patologie infantili nella
provincia di Taranto e l’acqua di falda con presenza di metalli pesanti
riscontrata nei carotaggi per la caratterizzazione fatti dal Comune di
Statte, confermano che continuiamo a sedere su una bomba ad orologeria che
rischia di innescarsi in qualsiasi momento con effetti, se vogliamo, ancora più
drammatici di quelli già evidenziati da studi, ricerche e dall’innegabile
primato di morte della nostra terra.
Così Luciano Pisanello, segretario organizzativo nazionale
dell’Italia dei Valori, che a fronte delle recenti notizie riportate dagli
organi di stampa, chiede al Governo di fare presto.
La solerzia evidenziata nei decreti pro-ILVA e nel recente
provvedimento sulla Terra dei Fuochi dal Governo nazionale stride in maniera
netta ed evidente al cospetto dei morti bambini e delle lungaggini che accompagnano
ad esempio la necessaria fase di rafforzamento degli strumenti sanitari per
affrontare l’emergenza epidemiologica e di quelli finanziari per avviare la
tanto attesa bonifica – dichiara Pisanello – lentezze e rallentamenti che
nell’area SIN di Taranto corrispondono ogni giorno ad un bollettino di guerra
in cui non riusciamo più a contare morti e feriti.
Un processo che dovrebbe camminare spedito vista la gravità
della situazione e che l’Italia dei Valori invece denuncia come
drammaticamente rallentato dalle beghe burocratiche e da leggi e prescrizioni
inapplicate.
La Valutazione del danno sanitario va assolutamente rivista,
applicando termini più stringenti e rigorosi, e non si possono attendere
ulteriori mesi ed anni per veder realizzata una autorizzazione integrata
ambientale che continua a rimanere al palo anche e purtroppo – dice Pisanello
– per le difficoltà economico-finanziarie paventate dalla stessa
azienda.
Il pensionamento del Commissario Pini è poi un altro
tassello di questa insensata fuga dalla realtà dello stato – spiega ancora
Luciano Pisanello – qui siamo in emergenza e di fatto da circa un mese alla
guida della macchina burocratica che dovrebbe guidare e incalzare il Governo
sul risanamento e l’individuazione delle fonti inquinanti non c’è più
nessuno. E’ come lasciare una nave in balia delle onde, e se il capitano
abbandona prima degli altri in una situazione di pericolo non meravigliamoci
poi della sfiducia e della rabbia dei cittadini nei confronti dello Stato.
Taranto, 7 luglio 2014
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