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IN EUROPA PER DIFENDERE IL SUD ITALIA
sabato 5 luglio 2014

comunicato stampa dei parlamentari europei M5S D'Amato, Pedicini, Tamburrano in merito al progetto "Tempa Rossa"

da rosa.damato@europarl.europa.eu




 

 

Vogliono trasformare il Sud Italia in una enorme piattaforma petrolifera. In Basilicata con le trivelle e un potenziamento della produzione di greggio, in Puglia con i depositi per poi inviarli nelle raffinerie. Si chiama "Tempa Rossa" ed è il progetto che le multinazionali del greggio vogliono imporre ai cittadini. A Taranto ci saranno gli effetti più disastrosi: nel porto della città più inquinata d'Italia infatti verrebbero costruiti due enormi serbatoi che conterrebbero 180mila metri cubi di petrolio. Il pontile verrebbe allungato di 300 metri per permettere alle petroliere di caricarlo. Ne arriverebbero in città 145 l'anno secondo i piani delle "tre sorelle" Shell, Total e Mitsui.

L'europarlamentare pugliese M5S Rosa D’Amato e il lucano Piernicola Pedicini, insieme ai colleghi Eleonora Evi e Dario Tamburrano, chiedono al governo Renzi di rispettare la volontà del territorio e al Comune di Taranto di non fare marcia indietro, continuando a rifiutare le lusinghe delle compensazioni economiche offerte dalle multinazionali del greggio. "Ci uniamo alle battaglie del senatore M5S Vito Petrocelli e del deputato M5S Diego De Lorenzis che ha recentemente presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Ambiente Galletti - dichiarano i quattro esponenti M5S. - I porti del Sud devono rispondere a una nuova vocazione commerciale e turistica. A Taranto Ilva ed Eni non possono dettare legge, bisogna aprirsi a nuove e alternative forme di sviluppo che sfruttino la zona franca di recente istituzione. La città deve essere ripensata e il suo futuro non deve più coincidere con le parole acciaio, petrolio, idrocarburi, discariche e veleni".

I quattro parlamentari M5S promettono di "portare la vicenda nelle Commissioni europee competenti, a partire dalle osservazioni presentate dall’associazione Legamjonici di Taranto. Sosteniamo - concludono - tutte le associazioni ambientaliste e i cittadini pugliesi e lucani che si mobiliteranno per evitare che in Basilicata aumenti la produzione di petrolio e che a Taranto venga perpetrato questo ennesimo massacro del territorio”.




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