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MARE NOSTRUM: CASI DI POSITIVITÀ AL TEST TBC ANCHE TRA I POLIZIOTTI
venerdì 4 luglio 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate




 

Il deputato Scagliusi (M5S), dopo aver chiesto chiarimenti sugli otto marinai positivi al test sulla tubercolosi, incalza nuovamente il Governo Renzi su altri dieci nuovi casi di poliziotti tra cui ci sarebbe anche uno infetto

Ancora positività al test sulla tubercolosi per chi è impegnato nell’operazione Mare Nostrum. Questa volta paiono esserci ben 10 casi tra il personale di polizia. E con una interrogazione rivolta al Ministro dell’Interno Angelino Alfano ed al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il deputato Emanuele Scagliusi (M5S) chiede di conoscere quali disposizioni intenda adottare il Governo Renzi per garantire la piena tutela della salute dei poliziotti, anche in relazione alle stesse precauzioni sanitarie già prese per i marinai, al fine di evitare la trasmissione o il contagio di eventuali malattie infettive.

 

Su 580 controlli effettuati tra il personale di polizia, nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, dieci poliziotti sarebbero risultati positivi alla tubercolosi e, addirittura, uno avrebbe contratto l’infezione (si tratta di un agente in servizio all’U.P.G.S.P. di Terni). Il segretario generale di uno dei sindacati di polizia, il Consap, ha affermato che “è soprattutto tra il personale incaricato del trasporto dei profughi e del controllo presso i Centri di identificazione ed espulsione che si registrano casi di positività e che appare insufficiente il controllo medico a bordo della navi”.

 

Chissà per quale motivo i poliziotti impegnati nel trasporto dei profughi indossano mascherine diverse da quelle in uso per i militari – dichiara il deputato Emanuele Scagliusi, componente M5S della Commissione Esteri - senza filtri di carbonio, inadatte a fare da scudo a eventuali portatori del virus della tubercolosi”. Sulla questione, il 25 giugno scorso si è tenuto presso il Ministero dell’Interno un incontro con i sindacati di categoria per affrontare l’avvio di un nuovo protocollo di sicurezza nella gestione dell’emergenza. “In questo contesto in cui l’Italia appare sempre più abbandonata dall’Europa, mi auguro che la direzione centrale di sanità – conclude Scagliusi – metta in piedi un nuovo protocollo operativo con il quale vengono innalzati i livelli di informazione preventiva, di profilassi e di rilevamento e che la situazione torni sotto controllo”.




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