c.s. Sversamento Gasolio porto di
Chiapparo.
Alle ore 15.00 del 27/06/2014
sono iniziate le operazioni di recupero e contenimento del gasolio disperso in
mare a seguito di operazioni per inertizzazione di una conduttura di gasolio,
presso il Molo Polisettoriale denominato Chiapparo, sede della Marina Militare
Italiana. Le attività si sono concluse alle ore 23.00 dello stesso giorno.
Negli ultimi anni diversi sono
stati gli sversamenti e gli incidenti nella rada del Mar Grande di Taranto.
Nel documento presentato questa mattina dal Comitato Stop Temparossa, che
denuncia i gravi rischi a cui il progetto dell’ENI esporrebbe ancora una volta
la città di Taranto, si evidenzia che dal 2007 ad oggi 4 sono stati i più
rilevanti per effetto e area marina interessata, il più evidente, vista la
posizione della nave, è relativo all’incagliamento e arenamento della Motonave
Burgas proprio vicino al litorale di Castellaneta Marina, una delle spiagge più
belle e di maggior pregio turistico del territorio tarantino. Ma più volte si
è rischiato il vero e proprio disastro ambientale e restiamo quindi in attesa
di ulteriori notizie per comprendere meglio cosa è successo al Porto Militare e
per capire quali ulteriori danni si sono arrecati al territorio.
Anche se gli incidenti,
apparentemente, sembrano differenti, il Wwf esprime preoccupazione per tutti
gli attacchi che il delicato e compromesso ecosistema del Mar Grande subisce.
Mar Grande, che nonostante tutto, sempre più chiaramente emerge come habitat
ideale per la prolificazione di fauna marina protetta. A dimostrazione di ciò,
durante la notte scorsa, al Lido di Sibari è stata osservata una nidificazione
di Caretta caretta, evento raro ma non troppo poiché negli ultimi anni
diversi altri nidi sono stati trovati e controllati dal Wwf, che ha così
tutelato gli esemplari di questa specie che sul nostro territorio trovano le
condizioni ideali per prolificare e vivere.
Ulteriori conferme della forte
presenza di fauna di interesse nazionale sono gli studi condotti dalla Jonian
Dolphin Consevation, che ha mappato e riconosciuto centinaia di mammiferi
marini durante 3 anni di lavoro e attività per la salvaguardia dei delfini
dello Ionio. Queste scoperte dovrebbero porre il Mar Grande e lo Ionio in
generale all’attenzione del legislatore per salvaguardare e proteggere
l’esistente, invece che autorizzare ulteriori possibilità di rischio, rispetto
a quelli già presenti. Il futuro della nostra economia, identità e territorio
sarà sempre più legato all’indotto del turismo e della rinaturalizzazione
ambientale del arco ionico.
Restiamo, quindi, in attesa di
una comunicazione dell’Arpa o della Marina per valutare con attenzione l’entità
del danno arrecato.