TRADUZIONE DELLA LETTERA ORIGINALE
Commissario Janez
Potočnik,
Commissione Europea per l’Ambiente
Bruxelles
Taranto, 16 giugno 2014
Egregio Commissario,
Corrono oggi esattamente due mesi da quando
la Commissione Europea ha notificato una seconda lettera di messa in mora
all’Italia, riguardante l’alto tasso di inquinamento che si registra ancora
nella nostra città a causa della presenza dello stabilimento siderurgico Ilva.
Da quanto appreso, nella Sua lettera la
Commissione ha fatto riferimento alla situazione ormai nota dell’inquinamento
del suolo, della acque di superficie e di falda del sito Ilva, che potrebbero
aver generato effetti potenzialmente severi sulla salute della popolazione di
Taranto.
L’Italia ha avuto due mesi, come da
procedura, per rispondere alla lettera di messa in mora, ma come abbiamo
riportato al Suo ufficio nelle scorse settimane malgrado cio’ che le autorità
italiane potrebbero avere affermato o affermeranno, la situazione a Taranto non
é cambiata e nessun miglioramento evidente è stato registrato negli ultmi mesi.
Il Piano Ambientale dell’Ilva, reso pubblico
di recente, mette in evidenza non solo la vaghezza delle misure con le quali
l’Ilva ed il Governo italiano, in qualità di entità che gestisce la struttura
di commissariamento, intendono far fronte alla questione, ma anche la non
implementazione di qualsiasi reale misura e prescrizione AIA, cosi’ come
previsto nei diversi decreti e leggi speciali adottati sull’Ilva di Taranto
negli scorsi anni.
Nessuna misura consistente é stata messa in
opera fino ad ora e, di conseguenza, Taranto ed i suoi abitanti continuano a
pagare un prezzo troppo alto. Siamo testimoni, con migliaia di persone e di
operai Ilva, che nessun cambiamento nelle strutture o nelle procedure di
produzione é stato realizzato o messo in opera, che nessuna misura é stata fino
ad ora messa a punto per prevenire in modo effettivo ulteriore inquinamento ed
evitare nuovi casi di malattia e perdita di vite umane.
Nella lettera della Commissione, cosi’ come
riportato dalla stampa, si é fatta specifica menzione all’immediato pericolo
che Ilva causa alla salute umana e, in particolare, secondo l’articolo 8.2
della Direttiva europea sulle emissioni industriali, che recita: “Laddove la
violazione delle condizioni di autorizzazione presenti un pericolo immediato
per la salute umana o minacci di provocare ripercussioni serie ed immediate
sull’ambiente e sino a che la conformità non venga ripristinata conformemente
alle lettere b) e c) del primo comma, è sospeso l’esercizio dell’installazione,
dell’impianto di combustione, dell’impianto di incenerimento dei rifiuti,
dell’impianto di coincenerimento dei rifiuti o della relativa parte interessata”.
Chiediamo pertanto alla Commissione di procedere
con le tappe susseguenti della procedura di infrazione, prima che altre vite abbiano
a subire conseguenze che il Governo Italiano ha imposto
fino ad ora ai cittadini di Taranto.
La situazione in cui versa la città é
impossibile da giustificare e confidiamo che la Corte Europea di Giustizia sia
presto incaricata del caso.
Distinti saluti,
Antonia Battaglia, Alessandro Marescotti,
Luciano Manna.