Il
tempo è scaduto
e il governo italiano non ha fatto sostanzialmente nulla per regolarizzare la
situazione dell'ILVA.
PeaceLink
ha inviato stamane una lettera alla Commissione Europea per chiedere che
la procedura di infrazione lanciata dalla Commissione contro l’Italia sul caso
Ilva, e aggiornata il 16 aprile scorso con una seconda lettera di messa
in mora, sia portata alla stadio successivo e che si arrivi presto in Corte
di Giustizia dell'Unione Europea.
L'Italia
aveva avuto due mesi di tempo per mettersi in regola. Oggi
sono scaduti i due mesi e la situazione è drammaticamente uguale a
quella nella quale si è pronunciata la Commissione Europea.
A
distanza di due mesi siamo di fronte ad uno stallo totale, mentre la
città di Taranto continua a pagare l’altissimo prezzo della salute umana.
Nei
mesi passati, PeaceLink ha aggiornato costantemente la Commissione Europea,
fornendo materiale di diverso tipo, quali ad esempio l'aggiornamento dello studio
epidemiologico Sentieri che conferma la gravità della situazione sanitaria
già focalizzata con le due precedenti pubblicazioni. (1)
Sono
stati inviarti alla Commissione Europea video, fotografie e materiale di
documentazione fornito dagli stessi operai ILVA. La Commissione Europea ha
potuto consultare materiale Inail e ricevere aggiornamenti sull’inquinamento
ricevendo report di dati pubblicati sul sito del Ministero dell’Ambiente e
altro ancora.
PeaceLink
ritiene che nessun sostanziale passo in avanti sia stato compiuto al
fine di mettere in opera - secondo le scadenze del cronoprogramma - quei
miglioramenti tecnici e procedurali previsti dall'Aia (Autorizzazione Integrata
Ambientale). Attualmente diversi impianti dello stabilimento ILVA operano al
di fuori delle prescrizioni dell'autorizzazione AIA che è un'autorizzazione
europea finalizzata a garantire in tutt'Europa le stesse garanzie di
protezione per la salute e l'ambiente, anche al fine di garantire una
corretta concorrenza fra le imprese delle diverse nazioni.
La Commissione europea aveva già detto ad aprile che l’Ilva di
Taranto non rispetta le regole europee e che “rappresenta un pericolo
immediato per la salute umana e rischia di provocare un immediato significativo
effetto negativo sull’ambiente”. (2)
PeaceLink
ha chiesto alla Commissione di portare la procedura di infrazione allo
stadio successivo, dopo aver constatato con grande rammarico che il Governo
Italiano non ha ancora avviato nessuno cambiamento sostanziale nella questione
Ilva e Taranto.
Ricordiamo
che la direttiva europea 2010/75/UE prevede (articolo 8 comma 2) che "laddove
la violazione delle condizioni di autorizzazione presenti un pericolo immediato
per la salute umana o minacci di provocare ripercussioni serie ed immediate
sull’ambiente e sino a che la conformità non venga ripristinata
conformemente alle lettere b) e c) del primo comma, è sospeso l’esercizio
dell’installazione". (3)
Questa
direttiva è stata recepita dalla legge italiana nello scorso aprile. Questo
significa che il governo italiano è tenuto ad applicare come legge la direttiva
europea su citata. Il governo italiano è tenuto quindi a fermare gli
impianti non a norma con l'AIA che possano minacciare la salute e
l'ambiente.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia
Luciano Manna
Alessandro Marescotti
www.peacelink.it
Riferimenti
e fonti
(1) http://www.epiprev.it/materiali/2014/EP2/S1/EPv38i2S1_SENTIERIind.pdf
(2) http://www.peacelink.it/ecologia/a/40022.html
(3)
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:334:0017:0119:it:PDF