Blasi: “Solo se Tap servirà
a riconvertire Cerano ci sarà un guadagno anche per i salentini”
“Nella partita della
Tap la classe politica e istituzionale della Puglia deve fare gli interessi del
Salento, trasformando quest’opera da sventura in opportunità. È importante che
questa infrastruttura venga realizzata, come dice il Commissario europeo per
l'Energia Gunther Oettinge e come gli fa eco il governo italiano. Ma è
altrettanto importante, anche per la buona riuscita dell’opera e per evitare di
militarizzare un territorio che giustamente dissente dall’approdo a San Foca,
che quest’opera sia ben accolta, sia percepita davvero come utile da tutti i
cittadini e non solo dai governi o di chi rappresenta gli affari privati, come
il country manager di Tap Giampaolo Russo.
Per questo motivo io
continuo a chiedere che se proprio si deve fare serva per mettere fine
all’inquinamento da carbone causato dalla centrale di Cerano, che in confronto
a Tap è svariate migliaia di volte più dannosa per la salute dei salentini e
contro la quale non ho sentito e continuo a non sentire voci di dissenso. Ieri
la Lega Italia per la Lotta ai Tumori ha argomentato nella sua rivista come in
poco più di vent’anni il Salento sia passato dagli ultimi ai primissimi posti
per il numero di tumori alle vie respiratorie e alla vescica tra la sua
popolazione. Queste non sono statistiche, sono persone. Allora, siccome nessuno
pensa di vivere senza energia elettrica, è necessario trovare un modo meno
inquinante e meno potenzialmente dannoso per la salute per produrla.
Il gasdotto può dare
questa opportunità, solo che il governo dovrebbe mettere attorno a un tavolo,
insieme alla Regione Puglia, i potenziali protagonisti di questa riconversione:
l’Enel e il consorzio Tap. In questo modo potremmo fare in modo di ricavare un
qualche vantaggio per il Salento e soprattutto per la martoriata città di Brindisi. Perché deve essere chiaro che con l’approdo a San
Foca ci guadagnano tutti: la Tap per la quale approdare a San Foca significa
innanzitutto costruire tra le alternative possibili il tratto più breve in mare
(altro che valutazioni ambientali!), il consorzio che venderà il gas e le
multinazionali che lo rivenderanno. A noi resterà un ulteriore sfregio
ambientale e paesaggistico con la centrale di depressurizzazione del gas e,
come contribuenti, ci toccherà pagare in bolletta anche la costruzione del
tratto su terra del gasdotto dal quale, non a caso, Tap si è disimpegnata per
lasciarlo a Snam. E qui possiamo aggiungere: altro che risparmio in bolletta!”.