Il 5 maggio 2014, al TAR di Lecce è stata depositata la “Memoria
conclusionale nell’interesse di Ilva SpA per l’udienza pubblica del 5 giugno
2014” di cui allego copia delle pagine 1, 33 e 34. Essa riguarda il ricorso
r.g. n. 45/2009 di Ilva SpA contro alcuni provvedimenti sulle bonifiche del
territorio di Taranto emanati alla fine del 2008 dalla Direzione Generale
Qualità della Vita del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare; è diretta contro il Ministero dell’ambiente nonché nei confronti di
Comune di Taranto, Comune di Statte, Provincia di Taranto, Regione e
Commissario straordinario Puglia, ARPA Puglia, APAT (ora ISPRA), ASL/TA e nei
confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di altri 5 Ministeri.
La “memoria” è un’incredibile mescolanza di citazioni
improprie, di accuse infondate e di travisamento di norme e direttive. In
estrema sintesi, essa vorrebbe dimostrare che il mancato adeguamento degli
impianti dello stabilimento di Taranto alle norme AIA non è di responsabilità
dei Riva proprietari di Ilva SpA ma di Ministero dell’ambiente, Regione Puglia,
ARPA Puglia, Comuni di Taranto e Statte e altro.
Sono 34 pagine allucinanti che mistificano questioni
relative all’AIA di Ilva Taranto spaziando dal 2005 ai nostri giorni. Riporto
uno stralcio di pag. 21/22 della “memoria” come esempio di travisamento: “Essi
(NdR: gli interventi di adeguamento ambientale) sono infatti preordinati
o ad imporre oneri o prescrizioni sempre più onerose ed eccessive, in sostanza
ad alimentare ingiustificatamente il business ambientale a spese dell’operatore
economico di turno (si suggerisce infatti all’Arpa di rifare i campionamenti delle
analisi integrative, campionamenti che Arpa Puglia si fa lautamente pagare
quasi 1.500,00 euro ciascuno,- ns. doc 10), ovvero, addirittura impedire la
prosecuzione dell’attività industriale in loco”.
Gli Enti pubblici citati provvederanno a replicare e
demolire la “memoria”. Per parte mia, mentre mi riservo di pubblicare a breve
dettagliate osservazioni tecniche, manifesto immediatamente l’irrefrenabile
indignazione suscitata dalla conclusione della “memoria”: “La Società Ilva
SpA in persona del Commissario Straordinario dott. Enrico Bondi, rappresentata
in giudizio dagli avv.ti Francesco Perli e Roberto Marra, insiste per
l’accoglimento del presente ricorso. Con osservanza. Milano – Lecce 03.05.2014.
Avv. Roberto Marra Avv. Francesco Perli”.
Il dr. Enrico Bondi, Commissario straordinario di Ilva SpA,
nominato dal Governo su mandato del Parlamento per gestire la terribile
situazione dello stabilimento di Taranto, ha autorizzato uno stupefacente
documento che investe l’AIA originaria di Ilva Taranto e successive
integrazioni connesse con leggi dello Stato, elaborato dall’avv. Francesco
Perli, una delle 53 persone destinatarie della richiesta di rinvio a giudizio
nel processo “Ambiente svenduto” per gravi reati commessi proprio durante il
procedimento per il rilascio dell’AIA originaria. In quel procedimento Perli è
stato presente in qualità di legale di Ilva SpA, proprietà e gestione dei Riva,
anche essi destinatari di analoga richiesta di rinvio a giudizio.
E’ imperdonabile che Bondi non si sia reso conto né della
incompatibilità a sottoscrivere il mandato all’avv. Perli che ha rappresentato
la vecchia gestione Ilva, né della conclamata inadeguatezza ed inopportunità di
un ricorso che contesta il Ministero ed è contro il Governo che l’ha nominato.
In ultimo, ricordiamo che Bondi ha anche ricevuto il compito e le funzioni
dell’indipendente Garante dell’AIA di Ilva nei confronti dell’opinione
pubblica, improvvidamente soppresso. E’ così che Bondi intende garantire i
tarantini? Possibile che abbia avallato quella “memoria” senza leggerla, né
farla leggere al sub - commissario prof. Edo Ronchi che non è un ambientalista
ingenuo? Bondi ormai deve andare via da Taranto. Da tarantino, chiedo a Matteo
Renzi Presidente del Consiglio dei Ministri di destituirlo immediatamente da
Commissario Straordinario di Ilva SpA.
Ing. Biagio De Marzo, già componente del Comitato per
Taranto, già presidente di ALTAMAREA
Pagine 1, 33 e 34 del riicorso di Ilva al TAR di Lecce