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Conf. Stampa su DENUNCIA IN PROCURA PER PRESENZA ARSENICO A TARANTO E PETIZIONE ON LINE SU DDL 1345 SUI REATI AMBIENTALI.
giovedì 15 maggio 2014
da Peacelink
ARSENICO A TARANTO, PRESENTATA DENUNCIA ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA
Stamattina si è tenuta la conferenza stampa a Taranto indetta da Taranto Futura e da PeaceLink. Hanno parlato per le due associazioni rispettivamente l'avv. Nicola Russo e Alessandro Marescotti.
Gli argomenti trattati sono stati: - la presenza di trialometani nell'acqua dell'acquedotto a Taranto (ne ha parlato l'avv. Russo); - la presenza di arsenico riscontrata nel biomonitoraggio del CNR a Taranto (ne ha parlato sia l'avv. Russo sia Marescotti); - la petizione per chiedere lo stop della legge sui crimini ambientali, che diverse associazioni hanno considerato pericolosa perché riscrive malamente il codice penale alla vigilia del processo ILVA e di altri procedimenti in Italia per disastro ambientale (ne ha parlato Marescotti).
"Dopo la conferenza stampa di questa mattina - dichiara Marescotti - ci siamo recati alla Procura della Repubblica, spinti anche dai cittadini presenti che, dopo aver ascoltato i dati preoccupanti, ci hanno incitato ad agire subito. Con l'avv. Nicola Russo, abbiamo denunciato la presenza di arsenico a Taranto e alla polizia giudiziaria abbiamo consegnato una dettagliata documentazione. Siamo voluti passare direttamente dalle dichiarazioni giornalistiche ai fatti e ora l'autorità giudiziaria dispone della documentazione per fare gli opportuni accertamenti".
In particolare e' stato consegnato l'allegato 23 dello studio SEPIAS (a cura del Crn) nel quale si evidenziano a Taranto relazioni di particolare interesse (e in certi casi di particolare gravità) fra concentrazione di arsenico nell'organismo umano e fattori di esposizione quali: esposizioni occupazionali, polveri (in particolare polveri di ferro), consumo di formaggio, pesce, carne di cavallo, fegato, verdure, acqua potabile.
I dati del biomonitoraggio SEPIAS sono stati segnalati alla Procura di Taranto: "Si è ritenuto opportuno informare l'autorità giudiziaria al fine di accertare se esista una esposizione corrente all'arsenico e se esista un pericolo per la pubblica incolumità", dichiarano Russo e Marescotti.
Inoltre è stata consegnata una relazione Arpa al sindaco di Taranto del 2009 in cui si evidenziava come nell'acqua di falda, sia superficiale sia profonda, risulta una contaminazione diffusa di arsenico, oltre a nichel, selenio, idrocarburi totali, fluoruri, solfati e IPA.
Nella relazione al sindaco di Taranto l'ARPA avvisava: "Nonostante numerosi solleciti delle Conferenze dei Servizi ad attuare con urgenza gli idonei interventi di MISE (messa in sicurezza di emergenza) della falda, ad oggi non risultano attivate misure in tal senso né risulta pervenuta documentazione relativa ai progetti di bonifica dei suoli e delle acque".
Durante la conferenza stampa di questa mattina Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, ha evidenziato come l'inquinamento da arsenico abbia delle inquietanti similitudini con l'inquinamento da diossina.
"L'arsenico è cancerogeno come la diossina - ha dichiarato - e come la diossina può produrre un danno genetico che i genitori trasferiscono ai figli e questi ai nipoti. Noi non abbiamo alcun diritto di scaricare sulle future generazioni un danno genetico. I nostri errori non possono ricadere sui nostri nipoti. E' un problema etico di enorme importanza e gravità. Nel 2005, quando a Taranto segnalammo l'emergenza diossina, proprio sul rischio genotossico vi fu un sussulto dell'opinione che adesso purtroppo non noto ancora".
OGGI NELLA CONFERENZA STAMPA E' STATA PRESENTATA LA PETIZIONE ONLINE PER STOPPARE IL DISEGNO DI LEGGE 1345 SUI REATI AMBIENTALI.
Presso il Centro Sportivo Magna Grecia a Taranto l'avv. Nicola Russo (Taranto Futura) e Alessandro Marescotti (PeaceLink) sono ritornati sul disegno di legge 1345 in esame al Senato, dopo essere stato approvato alla Camera dei Deputati con il sostanziale "via libera" di tutti i partiti.
E' stata illustrata la petizione online contraria al disegno di legge che in soli due giorni ha superato le 1500 firme, in gran parte di cittadini di Taranto preoccupati delle possibili ripercussioni negative della legge sul processo ILVA.
Il testo dell'appello è raggiungibile dal sito www.peacelink.it e inoltre l'appello si può firmare cliccando direttamente su http://www.change.org/it/petizioni/a-tutti-i-cittadini-italiani-firmate-la-petizione-di-peacelink-riguardante-il-disegno-di-legge-1345-sui-reati-ambientali
E' stato rivolto l'appello a tutti i candidati alle elezioni europee perché firmino la petizione. Infatti il disegno di legge risulta DIFFORME rispetto allo spirito e alla lettera della direttiva europea 2008/99/CE sui reati ambientali.
"I parlamentari europei dovrebbero essere i cani da guardia delle norme europee", ha dichiarato Marescotti.
Il disegno di legge sui reati ambientali definisce "irreversibile" il disastro ambientale, fornendo uno straordinario e inaspettato aiuto ai legali delle aziende inquinanti che potrebbero dimostrare che l'inquinamento prodotto non è "irreversibile"
Persino nella versione originale della proposta di legge del M5S c'è scritto che il disastro ambientale è una "illecita immissione" che "cagiona un’alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema".
Questa definizione, oltre che controproducente per i fini della legge, è anche assolutamente sbagliata in quanto il termine "irreversibile" non compare nella direttiva europea 2008/99/CE. (1)
Gravemente carente è inoltre il disegno di legge sui reati ambientali in ordine all'applicazione di tale direttiva europea.
Infatti nell'articolo 6 della direttiva europea si legge: "Gli Stati membri provvedono affinché le persone giuridiche possano essere dichiarate responsabili dei reati di cui agli articoli 3 e 4 quando siano stati commessi a loro vantaggio da qualsiasi soggetto che detenga una posizione preminente in seno alla persona giuridica".
L'articolo 7 della direttiva europea è sulle "Sanzioni per le persone giuridiche" e sancisce: "Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché le persone giuridiche dichiarate responsabili di un reato ai sensi del l’articolo 6 siano passibili di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive".
Ogni azienda inquinante è anche una "persona giuridica". Perché allora non prevedere norme penali specifiche per punire le aziende che violano gravemente l'Autorizzazione Integrata Ambientale?
Nell'allegato A della direttiva 2008/99/CE si legge che sono punibili le violazioni dell'AIA (direttiva IPPC). (2)
Ma di tutto questo non si trova traccia nel disegno di legge 1345 sui reati ambientali.
"Senza l'attuazione della direttiva europea - ha dichiarato Marescotti nella conferenza stampa - i cittadini continueranno a lamentarci a vuoto su Facebook delle nuvole inquinanti rosse o nere, e questo perché non vi sono specifiche sanzioni di tipo penale per chi viola ripetutamente l'AIA creando un pericolo per la pubblica incolumità. Senza l'attuazione integrale della direttiva 99/2008 nessuno va sotto processo se l'AIA rimane inattuata. Tutto diventa facoltativo, tanto non vi sono conseguenze penali se non la si rispetta". (3)
Per tutte queste ragioni il disegno di legge 1345 sui reati ambientali è non solo pericoloso (in quanto introduce una definizione di disastro ambientale che che è difforme rispetto alla direttiva europea), ma è anche gravemente carente in quanto non recepisce quelle istanze europee che renderebbero l'AIA molto più vincolante nel caso in cui fosse penalmente perseguibile chi la viola gravemente provocando un pericolo per la pubblica incolumità.
--- Note ---
(1) Art.3 direttiva 2008/99/CE (infrazioni): Ciascuno Stato membro si adopera affinché le seguenti attività, qualora siano illecite e poste in essere intenzionalmente o quanto meno per grave negligenza, costituiscano reati: a) lo scarico, l’emissione o l’immissione illeciti di un quantitativo di sostanze o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora". La direttiva europea parla di DANNI RILEVANTI, non IRREVERSIBLI.
(2) Cosa dice l'allegato A della direttiva 2008/99/CE? Si intitola così: "Elenco della normativa comunitaria adottata in base al trattato CE la cui violazione costituisce un illecito ai sensi dell’articolo 2, lettera a), punto i), della presente direttiva". Fra le direttive elencate vi è anche la Direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento. E' la direttiva IPPC che istituisce l'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
(3) Art.5 della direttiva europea (SANZIONI): "Gli Stati membri adottano le misure necessarie per assicurare che i reati di cui agli articoli 3 e 4 siano puniti con sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive". E dove si applicano le sanzioni PENALI? A gravi violazioni di alcune direttive. Ad esempio alla Direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento. Vedere l'ultima riga dell'allegato A della direttiva europea 2008/99/CE.
Associazione Peacelink
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