Lo
stato di avanzamento delle Bonifiche in Italia e nel S.I.N. di Taranto
L'impatto sanitario e
la valutazione dei costi delle mancate bonifiche
Gli scopi e le
attività del Polo Scientifico Tecnologico Magna Grecia
Questi i temi del
Convegno di Venerdì 11, ore 17, presso la Biblioteca "Acclavio"
Programma,
informazioni su relazioni e relatori al link
http://www.legambientetaranto.it/index.php/attivita-sociali/item/307-convegno-taranto-italia-le-bonifiche-tra-chimera-e-realta.html
La relazione di
Giorgio Zampetti, geologo, membro della segreteria nazionale di Legambiente
e responsabile
scientifico dell'associazione, "Lo stato di avanzamento delle bonifiche in
Italia" aprirà il
Convegno TARANTO-ITALIA: LE BONIFICHE TRA CHIMERA E REALTÀ
organizzato da Legambiente col patrocinio del Centro Servizi Volontariato e che
si svolgerà Venerdì 11
aprile, a partire dalle ore
17 presso la Biblioteca
"Acclavio" in Piazzale Bestat.
"Centomila ettari di territorio avvelenato da rifiuti industriali di ogni
tipo. Cinquantasette siti di interesse nazionale da bonificare individuati
negli ultimi 15 anni, poi ridotti a trentanove. Caratterizzazioni e analisi
effettuate in modo a volte esagerato e inefficace, progetti di risanamento che
tardano ad arrivare e bonifiche completate praticamente assenti, a parte
qualche piccolissima eccezione. Il
Ministero dell'ambiente arranca nel gestire decine di conferenze dei servizi in
parallelo per valutare i progetti e i responsabili
dell'inquinamento, pubblici e privati, ne approfittano per spalmare su più anni
gli investimenti sulle bonifiche" afferma
Giorgio Zampetti che continua " Nel frattempo sono sempre
più numerose le inchieste della magistratura sulle false bonifiche e sui
traffici illegali dei rifiuti derivanti dalle attività di risanamento che
troppo spesso vengono spostati da una parte all'altra del Paese. Ed è sempre più concreto il rischio di
infiltrazione delle ecomafie nel business del risanamento
ambientale. Insomma una
situazione davvero imbarazzante che torniamo a denunciare a
quasi nove anni di distanza da "La chimera delle bonifiche", il precedente
dossier di Legambiente su questo tema che forniva un quadro non troppo distante
da quello che emerge da questo nuovo rapporto".
Impatto sanitario della
residenza nei siti inquinati e valutazione costi-benefici delle mancate
bonifiche sarà invece il tema affrontato da Fabrizio Bianchi, responsabile dell' unità di
epidemiologia ambientale dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR,
che presenterà alcuni problemi metodologici e spunti per il ragionamento. In
particolare:
Modello concettuale
ambiente-salute: 1) come e quando effettuare valutazioni di
danno, rischio, impatto, 2) una nuova alleanza tra epidemiologia e tossicologia
3) come e quando intervenire sulla filiera inquinamento-esposizione-danno alla
salute 4) attività di sorveglianza epidemiologica, valutazione, studio, per il
controllo e la prevenzione primaria.
Dal consenso sullo
stato delle conoscenze alle indicazioni di intervento: Come
affrontare il tema della partecipazione, senza la quale risulta difficile la
efficace gestione del rischio.
Utilità di affiancare
agli studi su ambiente e salute, approcci valutativi del beneficio economico
derivante dalla bonifica di SIN. Questi studi, tesi a
quantificare in termini monetari il beneficio sanitario derivante
dall'abbattimento di sostanze inquinanti, bene si prestano ad essere usati in
aree con ampia disponibilità di dati ambientali e sanitari di qualità
verificata, come è il caso di Taranto.
Leo Corvace storico
esponente dell'ambientalismo tarantino, illustrerà la situazione del Sito di Interesse Nazionale di
Taranto e l'attività della Cabina
di regia per le bonifiche
Nel territorio di Taranto insiste una
notevole concentrazione di insediamenti industriali ad alto impatto ambientale:
l'Ilva, la raffineria ENI con il suo deposito (riserve strategiche nazionali,
135 serbatoi fuori terra per una capacità di 2.000.000 m3), le due centrali
termoelettriche ex Edison passate all'Ilva (circa 1100 MW), la centrale
Enipower (87 MW), la Cementir (900mila tonnellate all'anno di cemento), due
inceneritori, la discarica Italcave (complessivi 6 milioni di m3), le
discariche dell'Ilva (tra cui una "2C"), la base navale militare tra
le maggiori del Mediterraneo, l'arsenale militare ed altre piccole e medie
aziende. Le forti criticità ambientali hanno comportato l'inserimento di
Taranto tra le aree ad elevato rischio ambientale e tra i siti di interesse
nazionale (SIN) per le bonifiche (con legge 426/98 e superficie approvata con
D.M. 10/01/2000). Un
contesto emergenziale confermato dalle perizie predisposte dalla Procura nel
2012 nonché da vari studi ed indagini, tra i quali "Sentieri", MISA e
Epiair.
Il 26 luglio 2012 il
protocollo di intesa tra Governo, Regione, enti locali ed
Autorità Portuale. I fondi stanziati ammontano a 336,7 milioni di euro di cui 119 milioni destinati alle bonifiche,
187 ad interventi portuali e 30 al rilancio dell'economia su basi di
sostenibilità ambientale.
Ricerca e start-up nel
settore delle bonifiche: cosa sta facendo e cosa farà il Polo Scientifico
Tecnologico Magna Grecia sarà infine l'oggetto della relazione
di Angelo Tursi
, Professore Ordinario
di Ecologia presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Il Polo Scientifico Tecnologico "Magna Grecia" di Taranto (PST) nasce
per iniziative delle istituzioni scientifiche, degli enti locali e del sistema
produttivo per operare nel settore ambientale, affrontando le emergenze della
città di Taranto e più in generale dell'area euro mediterranea.
Attraverso laboratori e attrezzature scientifiche particolarmente avanzate, il Polo Scientifico Tecnologico
"Magna Grecia" si ripromette di proporre soluzioni tecnologicamente
idonee e innovative per far fronte alle condizioni di degrado ambientale delle
aree di intervento, stimolando nuove occasioni di lavoro per i giovani laureati
e tecnici impegnati nel settore dell'economia verde. In effetti
il Polo Scientifico Tecnologico "Magna Grecia" di Taranto prevede fra
i suoi obiettivi imprescindibili quello di creare nuova economia permettendo e
favorendo lo sviluppo socio-economico locale: è infatti obiettivo prioritario
quello di capovolgere il paradigma "degrado=povertà" in modo che, il
degrado dell'ambiente purtroppo presente nel territorio tarantino, invece di
essere causa di limitazione allo sviluppo socio-economico, possa essere fonte
di sviluppo economico. Nuova occupazione nel settore dell'innovazione
tecnologica in campo ambientale dovrà essere sviluppata per garantire nuove
occasioni di lavoro per i giovani laureati e tecnici che non dovranno essere
più costretti ad una loro emigrazione, quasi obbligatoria, verso il Nord o,
molto spesso, verso paesi Stranieri. Acquisita
ad oggi quasi tutta l'attrezzatura scientifica di base. A maggio l'avvio dei
Master di formazione.
I lavori saranno coordinati da Lunetta
Franco, Presidente di Legambiente Taranto, che afferma: "Gli stanziamenti per Taranto sono
assolutamente insufficienti. Occorrono più risorse. E l'applicazione del
principio Chi inquina paga"
Legambiente Taranto
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