È
da 20 anni, dalla pubblicazione del primo
Rapporto Ecomafia, che aspettiamo
l’inserimento dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale.
Forse ora è
la volta buona?
Ogni
anno in Italia si consumano oltre 30mila
reati contro l’ambiente: dalle discariche alle cave illegali,
dall’inquinamento dell’aria agli scarichi fuorilegge nei corsi d’acqua,
all’edilizia abusiva. Reati che vengono colpiti con misure inefficaci e con
tempi di prescrizione estremamente rapidi. Dal nord al sud dell’Italia i
territori colpiti da grave inquinamento ambientale rimasti senza colpevoli
sono troppi: da Marghera a Pitelli, da Quirra alla Valle del Sacco fino
alla Terra dei fuochi, solo per citare gli esempi più noti.
Dopo
un voto a larga maggioranza alla Camera, il provvedimento per inserire i
reati ambientali nel Codice penale è ora giunto al Senato. È un’occasione
unica per dimostrare che la politica ha compreso l’importanza di dotare lo
Stato di strumenti efficaci per combattere con successo le ecomafie e
l’economia criminale che inquina, corrompe, fa affari a danno dell’economia
legale, dell’ambiente e della nostra salute.
Il
Paese non può più aspettare. Chiediamo ai Senatori che
approvino in tempi rapidi il testo di legge!
Come?
Mandando un tweet ai Presidenti e Vicepresidenti delle Commissioni Ambiente e
Giustizia del Senato e un’email a tutti i membri delle due commissioni.
Fallo anche tu, a questo link
-> www.legambiente.it/chi-inquina-paghi
Vogliamo che chi inquina,
paghi veramente.
Rossella Muroni
Direttrice Generale
Legambiente Onlus