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LETTERINA AL PRESIDENTE RENZI SULLA VICENDA ILVA DI TARANTO
domenica 16 marzo 2014

da dott. Fabio Millarte
WWF TARANTO ONLUS




Caro Presidente Matteo Renzi, Le scrivo per chiedere aiuto. La vicenda ILVA di Taranto è a Lei nota, perciò qui non allungo il brodo con date, dati e numeri che Lei già conosce o che facilmente potrà ottenere. Qualche giorno fa il Sub Commissario Governativo, Prof. Edo Ronchi, ha pubblicato una relazione sull’operato e sul futuro dello stabilimento commissariato. Mi ha colpito ( pag. 37 ) la tabella riassuntiva della sua relazione. Ronchi afferma che quando i lavori richiesti dall’AIA saranno portati a termine si avrà una riduzione dell’inquinamento dello 0% per CO2, del 56 % per le polveri di coke, del 50% delle diossine, del 68 % dei SOx e del 42 % dei Nox. Tali abbattimenti a noi tarantini, martoriati da 60 anni, non bastano affatto. La tecnologia del preridotto, dice Ronchi, migliorerebbe e di molto la situazione, ma come noto, qui non abbiamo il gas a poco prezzo ne un rigassificatore, quindi non è possibile farla. Infine la quarta colonna della tabella annuncia che la tecnologia Finex e Corex non sono buone. Tale quarta colonna è palesemente falsa. Infatti la tecnologia Finex/Corex eliminerebbe l’area a caldo e quindi il 97 % dell’inquinamento. Uno studente di ingegneria metallurgica al terzo anno queste cose le sa. Ronchi poi aggiunge che in ogni caso non ci sono risorse per portare a termine i lavori e che in ogni caso i tempi previsti dall’AIA e dai successivi decreti non potranno mai essere rispettati. Io mi permetto di scriverLe perché ho una soluzione. Tale soluzione non è gradita ai Riva e ai suoi maggiordomi romani che hanno firmato l’AIA dettata dai Riva come si evince dagli atti penali. 

1) Chiudere immediatamente l’area a caldo azzerando al 100 % l’inquinamento.
2) Acquistare bramme e far funzionate il resto dello stabilimento.
3) Introdurre Corex/Finex.

In conclusione qui abbiamo un vecchio camion di 60 anni che il Governo vuol riparare alla meglio. Invece va comprato un camion nuovo, come hanno fatto nel resto d’Europa, se si vuole continuare a fare l’acciaio. Da conti fatti, un po macroscopicamente, ho calcolato che addirittura a comprare il camion nuovo si spende di meno che a riparare il vecchio. Allora mi son chiesto quale fosse la ragione del voler mantenere quella tipologia di area a caldo. La risposta è una sola. Ai Riva non conviene smantellare una filiera ad altissimo reddito che comincia dai giacimenti brasiliani e finisce col tondino. Semplice. Fino ad oggi i maggiordomi della politica hanno obbedito e fatto gli interessi di una famiglia condannando di fatto noi tarantini alla malattia e alla morte. Le significo infine che i dati epidemiologici del rapporto SENTIERI e dell’ARPA Puglia e dei tre periti del tribunale sono veri. Fanno paura. Presidente, dobbiamo aspettare ancora molto ? 
dott. ing. prof. Giuseppe Rondinelli

 




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