“Ambiente svenduto” non
inquisisce i maggiori responsabili dell'AIA di agosto 2011: il Ministro
dell'ambiente dell'epoca e il relativo Ministero.
Dall’agosto 2007 fino al suo rilascio
nell’agosto del 2011, ho vissuto, in qualità di “pubblico interessato” e
di presidente pro tempore di Altamarea, il procedimento per l’Autorizzazione
Integrata Ambientale di Ilva Taranto. Tale AIA è divenuta
protagonista dell’indagine “Ambiente svenduto” ora chiusa con il rinvio a
giudizio di 53 indagati.
Ancora oggi mi chiedo cosa ha
innescato il “disinteresse” dei sindacati verso la procedura AIA, figlia della
normativa europea dell’IPPC. Nulla e nessuno avrebbe potuto impedirne la
presenza formale al tavolo di Minambiente dato che la normativa favorisce la
presenza dei portatori di interesse, financo dei semplici cittadini.
Per come sono andate le cose a Roma,
sono certo che la presenza continua dei sindacati avrebbe impedito molte
delle storture denunciate invano dai “cittadini interessati” ufficialmente rappresentati
in quel tavolo ma rimasti inascoltati.
Per economia di spazio, mi limito
ad indicare brevemente alcune anomalie strutturali rilevate nel corso del
procedimento.
Ø
Dominio
assoluto del Ministro “politico” dell'epoca esercitato sia attraverso la
Commissione IPPC di nomina del Ministro, sia attraverso la Segreteria
tecnica del Gabinetto del Ministro. Tale dominio è sancito dalla firma
dell’AIA, atto intrinsecamente amministrativo, da parte del Ministro “politico”,
in spregio alle leggi Bassanini.
Ø
Assenza
di fatto di strutture tecniche istituzionali, completamente esautorate dalla
Commissione IPPC di nomina “politica”.
Ø
Acquiescenza
assoluta dei dirigenti ministeriali.
Ø
Minaccia
di querela da parte del Ministero, con richiesta di risarcimento danni a carico
di cittadini che denunciavano duramente le responsabilità ministeriali, esposte
per conoscenza anche alla Procura della Repubblica, ancor prima che si
conoscessero le compromettenti intercettazioni telefoniche dell’indagine
“Ambiente svenduto”.
Rilevo che, con la sola eccezione di un
membro della Segreteria tecnica del Gabinetto del Ministro, nessun dirigente
ministeriale risulta rinviato a giudizio per l’ “Ambiente svenduto”.
Auspico che nell'imminente processo si
approfondisca l’analisi delle anomalie evidenziate sopra. Per parte mia, rendo
disponibile la documentazione in mio possesso. Ci sono documenti che
narrano come sono andate le cose fino alla indebita concessione dell'AIA nell'agosto
2011, i cui maggiori responsabili, secondo me, sono il Ministro
dell’ambiente dell’epoca ed il relativo Ministero.
Dott.
Ing. Biagio De Marzo già presidente di Altamarea