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PUGLIA: L’ELETTRODOTTO ALBANIA-ITALIA SI FARÀ PERCHÉ TUTTE LE AMMINISTRAZIONI LOCALI SI DICHIARARONO FAVOREVOLI
venerdì 28 febbraio 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato M5S Giuseppe L'Abbate




 

Il Ministero dello Sviluppo Economico risponde all’interrogazione presentata dal deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) tranquillizzando sui rischi dei campi elettromagnetici ed affermando che la centrale a carbone in Albania non si farà più

 

Sull’elettrodotto Enel non vi è nulla da eccepire”. A dichiararlo il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti in risposta all’interrogazione presentata dal deputato Giuseppe L’Abbate (MoVimento 5 Stelle), datata 21 novembre 2013. La merchant-line che dovrebbe collegare Porto Romano (provincia di Durres – Albania) a Casamassima, approdando sulle coste di Polignano, è piombata nella discussione pubblica a metà ottobre scorso quando, le amministrazioni locali, dimenticandosi di ciò che avevano precedentemente approvato in passato, rigettavano tout court il progetto, considerandolo pericoloso per l’ambiente e per lo sviluppo del territorio.

 

Documenti alla mano, però, è presto dimostrato come tutte le amministrazioni comunali, provinciali e regionali avessero espresso il proprio parere favorevole al progetto. Una smemoratezza che non ha colto impreparato neppure il Ministero dello Sviluppo Economico, a cui non pare servire una cura di fosforo che sarebbe da consigliare ai politicanti localidichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S)Dinanzi al decreto attuativo già emanato dal Ministero e senza alcuna informazione da parte delle amministrazioni locali, l’unico intervento che potevamo fare era presentare una interrogazione parlamentare per chiarire alcune problematicità che, dalla lettura del progetto, emergevano in maniera preponderante”.

 

Nell’interrogazione all’allora Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato si chiedeva di completare le procedure e le analisi, soprattutto dal punto di vista elettromagnetico, se l’elettrodotto fosse ritenuto strategico vista la sovrapproduzione di energia da fonti rinnovabili puntualmente dispersa in Puglia e se non ritenesse che l’approvvigionamento da centrale a carbone mettesse in difficoltà l’Italia dinanzi ai parametri normativi europei di riduzione dell’emissione di CO2.

 

Il procedimento autorizzativo ha visto la partecipazione sia delle amministrazioni territoriali, tra le quali la Regione Puglia, con l’espressione dell’intesa al progetto con delibera di Giunta Regionale n. 44/2012 e del parere di compatibilità ambientaledichiara il Sottosegretario De Vincentisia delle amministrazioni statali, tra le quali il Ministero della Salute, competente per quanto riguarda la materia delle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici CEM, ed il Ministero dell’Ambiente, competente sia in merito alla posa del cavo in mare sia in materia di rischi incendi”.

 

Rassicurazioni sui campi elettromagnetici su cui sarà la stessa Enel a fornire i valori per tutta la durata dell’esercizio delle opere in corrente alternata mentre la centrale termoelettrica albanese di Porto Romano, alimentata a carbone, non sarà più realizzata. Il progetto che la società elettrica avrebbe definitivamente abbandonato, scongiurando nuove emissioni di CO2.

 

Tutto quello che era nei nostri mezzi lo abbiamo fatto, senza peraltro il supporto dei politici locali a cui sembrano interessare più i giochi di partito che il risultato vero e proprioconclude il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S)Se le amministrazioni avessero espresso, a tempo debito, parere negativo ora l’elettrodotto non si sarebbe più fatto. Alla luce delle scellerate scelte politiche del passato, dunque, non possiamo che sperare in un approdo differente che faccia meno danni possibili e che sia lontano da zone antropiche”.

 




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