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SARDEGNA: BONELLI (VERDI), BLITZ IN MINIERA ABBANDONATA FURTEI E SU LAGO CIANURO
mercoledì 5 febbraio 2014

da Ufficio Stampa Verdi




DOPO AVER PRESO L'ORO SONO ANDATI VIA LASCIANDOSI ALLE SPALLE SOLO UN LAGO DI CIANURO

 

"La storia della miniera di Furtei in Sardegna assomiglia in modo drammatico a quella delle miniere in Africa o Guatema: si sono presi l'oro e poi sono scappati lasciandosi alle spalle solo il cianuro e l'inquinamento". Lo ha dichiarato il co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli è stato protagonista insieme ad ambientalisti e militanti Verdi sardi di una incursione presso la miniera di Furtei dov'è, in seguito le operazioni di estrazione mineraria hanno prodotto un lago di cianur a poche centinaia di metri da un invaso di Sa Forada de S'Acqua.

 

"Siamo estremamente preoccupati per il lago di cianuro, mercurio e piombo nella miniera della Sardinia Gold Mining che è a circa 200 metri dall'invaso di Sa Forada de S'Acqua. - continua il leader ecologista -. Nella miniera della Sardinia Gold miners dal 1997 al 2008 sono state estratte 5 tonnellate di oro ottenute utilizzando 50 tonnellate di cianuro e di mercurio che non solo hanno inquinato l'ambiente ma che rappresentano un rischio fortissimo per la salute dei cittadini".

 

"All'attuale presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, che conosce bene la vicenda visto che è stato presidente dal 2001 al 2003 della 'Sardinia Gold miners', chiediamo cos'ha fatto la Regione rispetto a questa bomba ecologica? Quella di Furtei è l'ennesima 'storiaccia' d'inquinamento italiano dove i profitti si fanno sulle spalle dei cittadini e dell'ambiente. Chi pagherà, ora, i danni prodotti dall'estrazione visto che la società proprietaria della miniera è fallita? Come al solito per i cittadini oltre al danno anche la beffa”.

 

Le foto del lago di cianuro sono DISPONIBILI E SCARICABILI sulla Pagina Facebook di Angelo Bonelli  qui invece è dispobibile il video del Blitz di Bonelli sul lago di cianuro.

 

LA STORIA DELLA MINIERA DI FURTEI

A Furtei, centro agricolo tra Cagliari e Oristano c’è una zona drammaticamente inquinata, lascito di un'avventura mineraria che aveva promesso ricchezza e prosperità a una zona abituata a vivere di agricoltura e allevamento e invece si è lasciata dietro solo un lago inquinato carico di cianuro. La vicenda ha inizio negli anni Novanta, quando una società australiana si mette in testa di poter estrarre dell’oro da queste colline sarde. Si crea la società Sardinia Gold miners. La tecnica utilizzata non è però quella tradizionale. Gli ingegneri e i tecnici venuti dall’Australia scelgono di sbriciolare il territorio per ottenere (tramite un complesso processo chimico a base di cianuro) i granelli del preziosissimi minerale. Un’opzione carica di effetti collaterali: su tutti quello dell’impiego di quantità massicce di cianuro. Nonostante la produzione di diversi lingotti e l’impegno diretto della Regione Sardegna, la “Sardinia Gold Mining” (questo il nome della società titolare della concessione, controllata dalla canadese Buffalo Gold Itd, partecipata dalla Regione Sardegna e presieduta dal 2001 al 2003 dall’attuale governatore sardo Ugo Cappellacci) viene dichiarata fallita il 5 marzo 2009. Il sogno dell’oro si infrange: in dieci anni di scavi vengono estratte cinque tonnellate d’oro, sei d’argento e quindicimila di rame. 

 

Roma, 04 febbraio 2014

 

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UFFICIO STAMPA

 

FEDERAZIONE DEI VERDI

 





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