Non per fare polemica ma nell’esclusivo interesse
delle nostre popolazioni e della loro salute, leggendo le cronache
dell’incontro tenutosi ieri a Trepuzzi dal titolo “Tap – Cerano”, vengo a
conoscenza della dichiarazione del rappresentante del comitato “No al Carbone”
di Brindisi rispetto all’ipotesi di una riconversione a gas della Centrale di
Cerano. E non posso tacere nel momento in cui leggo che l’ipotesi viene ‘scartata
a priori dal Comitato No al Carbone perché ritenuta irrealizzabile dal punto di
vista economico e strutturale’.
Come in molti sanno il Comitato No al Carbone di
Brindisi possiede 5 azioni Enel acquistate per portare le ragioni della
opposizione al carbone fin nell’Assemblea dei soci del gigante dell’energia.
Una strategia meritoria, che rivela la caparbietà della loro azione. Nella
assemblea dei soci Enel del 30 aprile 2013 il sig. Daniele Pomes, rappresentante
nell’assemblea del movimento “No al carbone” di Brindisi, dichiara: “In qualità
di rappresentante del movimento ‘No al Carbone’ e in qualità di azionista,
concludo chiedendo con forza che entro il 2020 si esca definitivamente dall’era
del carbone a Brindisi, come richiesto dalla Comunità Europea, e che si
riconverta la centrale Federico II a gas”.
Ci tengo a precisare che proprio perché considero
sacrosante le battaglie del movimento “No al carbone” ho deciso di riportare al
centro del dibattito su Tap la questione della riconversione di Cerano. Perché
per troppo tempo la politica è stata assente su quella che oggi è un’opera che
non possiamo rimandare.
(Link al verbale dell’assemblea dei soci Enel del
30/04/2013: http://bit.ly/1kWOHph )
In questa sede mi preme solo ricordare come oggi,
con l’arrivo della Tap e con la possibilità dell’approdo a Cerano, è possibile
realizzare una riconversione sola comincerebbe a compensare il territorio
brindisino e leccese di un danno sanitario, quello della centrale a carbone
Federico II, che l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha quantificato tra i 500 e i
700 milioni di euro. Di questa possibilità la Regione Puglia deve farsi
portavoce presso il Governo. A Roma sarebbe necessario aprire un tavolo tra le
due multinazionali interessate, Enel e Tap, per favorire un accordo commerciale
che renda la riconversione conveniente, anche attraverso la vendita agevolata
del gas da parte di Tap a Enel.
Questo non perché ci premono gli affari di queste
società, ma perché in Puglia ci siamo stancati di contare i malati mentre qualcun
altro conta i soldi”
Lecce, 22 gennaio 2014 Sergio
Blasi