Il deputato pugliese del Comagri Giuseppe
L’Abbate spiega con l’inutilità della proposta nonché con l’aumento dei costi
per i produttori l’astensione del M5S nella votazione
Il Governo
stamane è stato battuto in Commissione agricoltura su un emendamento del
relatore alla legge europea bis riguardante la questione dell'innalzamento
della percentuale di succo naturale nelle bevande analcoliche a base di frutta.
L’obiettivo è la commercializzazione e la denominazione di queste bevande, come
stabilito dal decreto dell’ex Ministro della Salute Balduzzi. L’emendamento, a
prima firma Nicodemo Oliverio (PD) e la cui relatrice è la deputata pugliese Colomba
Mongiello (PD), nonostante il parere contrario del Governo, ha trovato l’avallo
di Sel e del Partito Democratico. Astenuti, invece, gli esponenti del MoVimento
5 Stelle.
“Al solito
la finalità politica prevale sul buon senso – dichiara il deputato
pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione Agricoltura alla
Camera – ma non cambia la sostanza delle cose. Come noto, la norma in
questione, pensata per rendere più salutari le bevande a base di frutta e per
favorire i produttori italiani di frutta non è mai entrata in vigore a causa
dell’esito negativo della procedura di notifica della direttiva 98/34/CE. Di
fatto – spiega L’Abbate – la Commissione europea ritiene la
misura introdotta lesiva delle norme europee in materia di libera circolazione
delle merci e, pertanto, il 5 marzo 2012, ha aperto un caso Eu pilot,
reiterando le già denunciate incompatibilità della norma con le disposizioni
comunitarie”.
La
“vittoria” targata PD, insomma, andrebbe a infrangersi contro la normativa
europea. “Che il Partito Democratico presenti e faccia approvare un
emendamento che circoscrive l’obbligo di innalzamento della percentuale di
succo naturale alle bibite non commercializzate in UE e nei Paesi
SEE, oltre a non risolvere il caso EU pilot, penalizza le aziende nazionali. Le
costringe, infatti, o a rinunciare ad un indispensabile spazio di mercato,
quale quello comunitario, oppure a suddividere la produzione a seconda della
destinazione. In entrambi i casi – commenta Giuseppe L’Abbate (M5S)
– ciò comporterà un aumento insostenibile dei costi di produzione”.
Un
emendamento su cui gli esponenti della Commissione Agricoltura del MoVimento 5
Stelle hanno optato per l’astensione: “Non abbiamo
votato questa norma perché risponde solamente ad una logica demagogica. Molte
aspettative, legittime e condivisibili, si sono generate infatti intorno a
questa misura, sia da parte dei consumatori sia da parte delle aziende
produttrici. Così, però, non si risolve nulla: anzi si ingannano sia gli uni
che gli altri. La vera soluzione è in Europa – conclude il deputato
pugliese – alla quale chiediamo una evoluzione della normativa in
materia alimentare sia per quanto riguarda gli alimenti che l’etichettatura”.