Duro affondo dei
parlamentari pugliesi del M5S sui provvedimenti della Regione Puglia sull’acqua
pubblica
La chiarezza in tema di acqua pubblica
sembra proprio non giungere mai. Almeno in Puglia. Per “Sinistra Ecologia e
Libertà”, infatti, “con la tariffa sociale, l’Amministrazione Vendola ha
dato seguito a quanto stabilito dal referendum sull’acqua del 2011, in
conseguenza del quale (così come poi stabilito dal Consiglio di Stato) ai
cittadini va restituito il 7% a remunerazione del capitale investito, inserito
in tariffa e abolito proprio dalla consultazione”. Dichiarazione che trova
la contrarietà dei parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle.
“Per onestà
intellettuale e in rispetto dei 28 milioni di cittadini
che a giungo 2011 si sono recati alle urne – dichiarano deputati e
senatori M5S della Puglia – dobbiamo ribadire che l’affermazione del partito
di Vendola è semplicemente falsa. Il secondo quesito referendario, infatti, ha
sancito l’abrogazione della “remunerazione del capitale” (il profitto) dalla
tariffa del servizio idrico: un’abrogazione che in Puglia non c’è mai stata per
volontà politica. Ricordiamo, invece, che è stata la stessa Corte
Costituzionale – continuano i parlamentari 5 Stelle – a ribadire
che l’esito referendario era immediatamente attuabile già da luglio 2011. Ad oltre
2 anni dal Referendum non solo la Regione guidata da Vendola non si è mai
adeguata alla volontà popolare, decisione che ha pesato totalmente sulle tasche
dei cittadini pugliesi, ma adesso SEL spaccia la regolamentazione per le
“utenze deboli” come un adeguamento all’esito referendario, mentendo
spudoratamente alla popolazione”.
Il provvedimento di
rimborso per le cosiddette “utenze deboli” è un atto che in Puglia è stato
annunciato almeno dal 2010, ovvero sin da quando l’ente di controllo si
chiamava ATO e aveva già stabilito una regolamentazione per far pesare di meno
le tariffe alle famiglie in difficoltà.
“Dopo più di 3 anni,
siamo all’ennesimo annuncio della Regione ed i cittadini non possono ancora usufruire
dei rimborsi, perché non è stato preparato il bando dall’ente di controllo, l’Autorità
idrica Pugliese d’intesa con l’Acquedotto Pugliese S.p.A., nel quale
dettagliare i criteri d’accesso alle agevolazioni – continuano i
deputati e senatori del M5S – Speriamo che questa volta si riesca a far
partire questo meccanismo di rimborso che condividiamo ma che sottolineiamo
essere orientato unicamente a chi si è visto già riconoscere il bonus elettrico
per il biennio 2012-2013. Insomma, non tutti i pugliesi in difficoltà potranno
usufruirne e non risolverà, dunque, i problemi dei tantissimi condomini morosi
delle case popolari della Puglia. Invitiamo, infine, il Presidente Vendola a
non confondere le agevolazioni per le cosiddette “utenze deboli” che sono un
gesto caritatevole, con il riconoscimento ad ogni pugliese del diritto all’acqua
potabile – affermano i parlamentari 5 Stelle – e cioè del ‘minimo
vitale giornaliero di 50 litri al giorno garantito’. Un diritto che la Giunta
Vendola è lontana dall’aver ancora garantito alla popolazione pugliese”.
Al Senato, intanto, il M5S
ha presentato un disegno di legge sulla ripubblicizzazione dell’Acquedotto
Pugliese a prima firma Lello Ciampolillo e cofirmato da tutti i colleghi 5
Stelle che, però, non ha trovato la sottoscrizione di SEL, il partito di
Vendola, “nonostante fosse stata richiesta, mostrando ancora una volta la
sua incoerenza rispetto agli esiti referendari ed alle vacue parole in difesa
dell’acqua come bene comune”, concludono deputati e senatori pugliesi 5
Stelle.