RIFIUTI: L’ABBATE
(M5S) SI APPELLA AL MINISTRO ORLANDO PER SCONGIURARE NUOVI DISASTRI AMBIENTALI IN DISCARICA MARTUCCI
Con una ulteriore interrogazione al
Ministro dell’Ambiente, il deputato pugliese chiede un immediato intervento del
Governo nella megadiscarica di Conversano (BA) a causa del ritardo nelle misure
di precauzione, prevenzione e di contenimento del danno ambientale
Se da un lato la Giunta regionale
punta alla risistemazione della “vasca A” della megadiscarica Martucci, sinora
inutilizzata ma fortemente compromessa nonché sotto sequestro della
Magistratura, dall’altro ci sono le popolazioni del sudest barese che chiedono
l’immediata chiusura del sito per una tempestiva bonifica. Con una ulteriore
interrogazione parlamentare, il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) torna a
chiedere al Ministero dell’Ambiente Orlando, “coerentemente con quanto
previsto dal decreto legislativo n. 152/2006, un immediato intervento per
avviare le procedure per il risarcimento del danno ambientale subito a causa
del ritardo nell’attivazione delle misure di precauzione, prevenzione o di
contenimento del danno stesso”.
“Non mi capacito di come possa
una Giunta regionale, guidata da un partito che si vanta del termine ‘ecologia’
nel proprio vessillo, infischiarsene del passato e della realtà odierna e
puntar dritto a procurare ulteriori danni all’ambiente e alla salute dei
pugliesi – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S) – La megadiscarica
Martucci ha una storia di delitto della nostra terra che si perpetua da 30 anni
e che oggi è sotto gli occhi di tutti, soprattutto della Magistratura. Sarebbe
stato sufficiente attuare la ‘Strategia Rifiuti Zero’, come da anni suggeriamo
ai sordi Vendola e Nicastro, per scongiurare l’ipotesi riapertura ma qui sembra
che gli interessi siano di tutt’altro tipo. Sicuramente ben lontani dal ‘bene
comune’ dei pugliesi. Un popolo che non potrà essere l’unico a pagare con la
salute, la vita e l’economia distrutta. Le responsabilità amministrative sono
evidenti!”.
Dall’atto del deputato pugliese del
M5S emerge come l’ENEA avesse già inserito, sin dal 1995, la Martucci tra i
luoghi da bonificare più pericolosi della Puglia (piazzandola al 264° posto su
289 complessivi, ordinati in ordine decrescente di rischio) nel “Piano
regionale dei siti potenzialmente contaminati ai sensi del decreto ministeriale
16.05.1989”. In un territorio, peraltro, dove sono presenti doline,
inghiottitoi e altre forme di carsismo superficiale che collide completamente
con le indicazioni del decreto legislativo n. 36/2003. I trent’anni di storia
della Martucci si spiegano “esclusivamente in considerazione del contesto
determinatosi nella Regione Puglia in materia di smaltimento rifiuti e della
conseguente e persistente emergenza e con lo scopo di completare il ciclo
integrato di gestione dei rifiuti” (determinazione n. 506/2006 dirigente
del settore ecologia della Regione Puglia). E tra strade scomparse, sopralzi,
cave abusive e coltivazioni irrorate col pergolato giunge sino a noi. Oggi, il
deputato Giuseppe L’Abbate torna a chiedere al Ministro Orlando un intervento
immediato, in virtù del decreto legislativo n. 152/2006 che gli imputa il
compito “in caso di minaccia di danno ambientale, o già verificatosi, di
imporre ai soggetti responsabili l’adozione di misure preventive e di
sostituirsi loro nell’adottarle”.
Nella premessa dell’interrogazione
si ripercorrono i 30 anni di quella che un tempo era la zona fertile denominata
Conda d’Oro in agro di Conversano (BA) e che oggi è divenuta la megadiscarica
Martucci. Un pezzo del territorio barese dove insistono: una discarica comunale
incontrollata attiva dal 1975 al 1982 e saltuariamente dal 1990 al 1996 e mai
bonificata; il primo lotto della discarica Lombardi esaurito e dal 18 aprile
posto sotto sequestro e sulle cui autorizzazioni ad inizio anni ’80 aleggiano
numerosi dubbi; il terzo lotto su 10 ettari, attivo dal 1996 al 2011, esaurito
e sequestrato; il secondo lotto divenuto poi discarica di servizio/soccorso,
anch’esso sequestrato, e comprendente 12 celle per la biostabilizzazione dei
rifiuti e un impianto per la produzione di CDR; un centro di raccolta e
selezione del materiale proveniente dalla raccolta differenziata, completato
nel 2001 e mai attivato; un parco fotovoltaico di 8 ettari, di cui 4 sul primo
lotto della discarica, realizzato con semplice DIA grazie a quattro istanze per
installare unità di potenza inferiore ad 1 Megawatt; e, infine, campi,
soprattutto vigneti, coltivati su rifiuti smaltiti illegalmente e tre pozzi, a
valle idraulica della discarica, inquinati da piombo, manganese e ferro nonché
sequestrati dalla Procura di Bari il 24 giugno scorso. In totale sono 21 i
firmatari dell’interrogazione del deputato Giuseppe L’Abbate, tra cui anche il
leghista Invernizzi: segno che la triste storia della Martucci fa breccia anche
in coloro che non l’hanno mai vissuta.