Associazione
Impatto Zero Onlus
Associazione
Italia Nostra sezione di.Taranto Onlus
Comunicato
PER Taranto
IL DESERTO SE FALLISCONO BONDI & C.
Le
norme emanate il 3 dicembre 2013 dentro il Decreto su “La Terra del fuoco” marchiano le vicende dell’Ilva di Taranto, fatte salve alcune smagliature
che illustreremo in un altro momento.
Su
stampa e TV si registrano pochi e generici commenti da parte delle istituzioni
e delle forze sociali comunque coinvolte. Vivaci e puntute sono invece le
critiche mosse dalla componente più intransigente del movimento ecologista, in
cui prevale nettamente l’attenzione sulle gravi conseguenze sanitarie
dell’inquinamento attribuito all’Ilva rispetto all’attenzione sulle
ineluttabili e altrettanto gravi conseguenze sociali provocate dall’eventuale chiusura
degli impianti.
La
stragrande maggioranza della città, quella che ha bocciato recentemente il
referendum sulla chiusura dell’Ilva, è silente, sia come forze politiche
organizzate, sia come rappresentanze civiche. Eppure l’Ilva, che è tanta parte
dell’intera città, è ad un punto di svolta cruciale. Il Governo, e quindi lo
Stato, dopo incertezze e titubanze, ha imboccato la strada della concretezza, precisando
modalità operative, dettando tempi, reperendo risorse, per affrontare con
realismo la complessità del contemperamento della salvaguardia della salute e
del mantenimento dei posti di lavoro.
E’
verosimile, se non proprio certo, che la scossa al Governo sia venuta dal
commissario, dal sub commissario e dagli esperti preposti alla stesura della
proposta di piano di tutela ambientale e sanitaria. Queste cinque persone,
ciascuna nella propria specificità, in un tempo relativamente breve, hanno
compreso meglio i punti essenziali della vicenda Ilva ed hanno indicato dei
paletti che il Governo ha cominciato ad infiggere nel corpo vivo dell’azienda.
Mancano finora segnali concreti sul fronte della sanità e il Ministro della
salute è scomparso.
Le
associazioni Impatto Zero e Italia Nostra hanno presentato, come altri, le
proprie osservazioni alla bozza di proposta di piano di tutela ambientale e
sanitaria. Da fonte certa abbiamo appreso che gli esperti hanno “esaminato con
la necessaria attenzione tutte le osservazioni pervenute e se ne sono serviti
nella formulazione della definizione aggiornata e definitiva del piano
ambientale”. Non conosciamo quali modifiche ed integrazioni sono state
apportate, né sappiamo come intenda procedere il Ministro dell’ambiente che a
Taranto si è impegnato sulla massima trasparenza.
Il
fatto nuovo è che l’approvazione del piano ambientale e poi del piano
industriale è passata dai Ministri al Presidente del Consiglio, attestando,
così, che l’attenzione su Taranto è al massimo livello istituzionale.
Entro
il 28 febbraio 2014 conosceremo il piano definitivo delle misure e delle
attività per la tutela ambientale e sanitaria per Ilva e poco dopo il
corrispondente piano industriale. Auspichiamo che tutta intera la città sia molto
attenta, accantoni pregiudizi e generose quanto velleitarie illusioni, vigili
sull’attività di commissario e sub commissario e li sostenga. Così come stanno
le cose in Italia, che diventano ogni giorno più ingarbugliate, per Taranto, se
fallisce l’operazione Bondi & C., ci sarà il deserto.
Taranto
6 dicembre 2013
Avv.
Raffaella Cavalchini (Presidente Impatto Zero) rcavalchini@hotmail.com
Arch.
Giuseppe Todaro (Presidente Italia Nostra) giustodaro@virgilio.it
Ing.
Biagio De Marzo (Impatto Zero) biagiodemarzo@alice.it