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Lite tra Vendola e Ronchi
giovedì 21 novembre 2013

chi si è mosso prima contro la diossina dell’Ilva di Taranto?

da Biagio De Marzo (Impatto Zero)




Associazione Impatto Zero Onlus

Associazione Italia Nostra sezione di.Taranto Onlus

 

Vendola e Ronchi, basta litigare

 

Nella gara tra il presidente Nichi Vendola e il prof. Edo Ronchi su chi si è mosso prima contro la diossina dell’Ilva di Taranto, hanno ragione e contemporaneamente torto entrambi.

Ha ragione Ronchi quando afferma che il “suo” decreto legislativo del 1999 prevedeva per le emissioni di diossina il limite di 0,1 ng/Nmc misurato sulle diossine “cattive” (che abbondano nei fumi del camino E 312 di Ilva di Taranto). Ha ragione Vendola quando sollecita il ministro Orlando a far rispettare anche all’Ilva di  Taranto quel limite, se è vero quanto affermato da Ronchi.

Ha torto Ronchi perché quel “suo” decreto è stato reso operativo solo per gli inceneritori e, da persona navigata, avrebbe dovuto fare qualcosa per evitare che quel limite potesse essere dribblato, com’è avvenuto quando una “manina" sconosciuta, riuscì ad inserire nelle norme generali quell’abnorme parametro di 10.000 ng/Nmc misurato su tutte le diossine (è per questo che Ilva è risultata “a norma” per tanto tempo). Ha torto Vendola perché avrebbe potuto far rispettare subito in Puglia, per ragioni sanitarie, il limite per gli inceneritori invece di imbarcarsi sulla solitaria legge regionale dai risultati incerti.

A Vendola e Ronchi chiediamo di non accapigliarsi tra di loro ma di dire, in tutte le sedi, che sull’Ilva di Taranto per decenni c’è stato un “manto protettivo” retto da mani sinistre e destre, di ministeriali e di Ministri, ultime quelle di Stefania Prestigiacomo. Lo scandalo dei 10.000 ng/Nmc fu denunciato dalle associazioni di Taranto fin dalle “primissime osservazioni” nel procedimento per l’AIA di Ilva Taranto e nessuno se n’è mai curato, NESSUNO.

A vergogna di chi non ha voluto fare nulla, riportiamo di seguito, quanto fu scritto relativamente alla diossina nel documento inviato il 10 agosto 2007 a Minambiente e C. Noi non dimentichiamo che nel primo anno del procedimento per l’AIA di Ilva ministro dell’ambiente è stato il verde Alfonso Pecoraro Scanio, cui succedette in tutto Stefania Prestigiacomo; Responsabile Unico del Procedimento è stato sempre lo stesso dirigente di Minambiente e in Regione Puglia per tutto il tempo ha governato Nichi Vendola.

Ma ora andiamo avanti. Ronchi, del quale comprendiamo le attuali ambasce, lamenta la “freddezza” della città. Se ne avrà voglia e pazienza, gli esporremo volentieri la nostra visione in merito.

Taranto 21 novembre 2013

Avv. Raffaella Cavalchini (Presidente Impatto Zero)

Arch. Giuseppe Todaro (Presidente Italia Nostra)

Ing. Biagio De Marzo (Impatto Zero)

 

 

Dal documento datato 10 agosto 2007 del gruppo di associazioni ambientaliste di Taranto, ricevuto e protocollato al Ministero dell’ambiente. 

…………………………………………….

3. Osservazione circa i limiti per la diossina

Già da ora comunque chiediamo che l'Autorizzazione Integrata Ambientale all'ILVA non venga rilasciata senza che si adottino i limiti europei previsti per la diossina. In particolare si richiede che valga anche per lo stabilimento ILVA di Taranto il limite di 0.4 nanogrammi per metro cubo normalizzato di emissione dall'impianto di agglomerazione (valore espresso in tossicità equivalente).

Si fa presente che nelle rilevazioni dell'ARPA Puglia è stato riscontrato un valore medio di diossine (PCDD + PCDF) di 11,1 ng/m3 espresso in tossicità equivalente che supera di ben 27 volte il limite di 0.4 ng/m3 adottato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

Si fa inoltre presente l'anomalia della legislazione nazionale che prevede limiti scandalosamente alti per la diossina, assolutamente non in linea con la normativa europea; applicando tali limiti le emissioni dell'impianto di agglomerazione dell'ILVA  di Taranto rientrerebbe NELLA NORMA e - posto 100 il limite massimo previsto dal Codice dell'Ambiente - raggiungerebbero solo il 2,7% del limite.

Di fronte a simili assurdità si rende assolutamente necessaria una revisione dei limiti nazionali per la diossina adeguandoli alle normative europee. Inoltre tale revisione della legislazione non esclude che i limiti europei recepiti dalla Regione Friuli Venezia Giulia vengano adottati a partire dall'Autorizzazione Integrata Ambientale e siano recepiti dalla Regine Puglia così come esperti di diritto hanno già indicato come possibile e come, comunque, rientrerebbe nei poteri dell’Autorità competente al rilascio dell’AIA, come è meglio specificato in altro punto delle osservazioni.

 

4. Osservazioni su diossina e cautele per i lavoratori

Da una prima lettura di alcune parti della documentazione Ilva/AIA si può comunque riscontrare, con specifico riferimento alle diossine, una grave carenza in relazione alla salute dei lavoratori. Nella documentazione prodotta dall'Ilva nulla si dice su come intendano prevenire (all'interno del perimetro dell'intero stabilimento) il contatto degli operai con materiali contaminati nei vari impianti a rischio come agglomerazione e zincatura (polveri, residui, lo stesso suolo che calpestano). Particolare apprensione deriva dalla constatazione che nella chilometrica documentazione, nulla viene detto a proposito delle polveri raccolte negli elettrofiltri, sicuramente inquinate di diossina e pertanto da trattare come residui di manutenzione pericolosi.

 

5. Osservazione su diossina e BAT

L'applicazione delle BAT per limitare le emissioni di diossina è un punto debole della documentazione Ilva/AIA. La parte di BAT dedicata all'agglomerazione è lontanissima dalle indicazioni delle BREF. E' indietro di almeno 15 anni.

 

6. Osservazione circa il monitoraggio della diossina

Data l'entità delle emissioni di diossina, si rende necessario un monitoraggio in continuo 24 ore su 24 sulle emissioni di diossina dell'impianto di agglomerazione, ad opera dell'ARPA Puglia o APAT. Il monitoraggio dovrebbe avvenire sotto la responsabilità e ad opera di enti ed esperti assolutamente indipendenti dall'Ilva stessa Tale modalità di monitoraggio dovrebbe essere svolto anche su microinquinanti come PCB, IPA, metalli. In conclusione occorre una misura indipendente delle emissioni dal camino e312 (AGL2).

Richiediamo pertanto una prescrizione assolutamente necessaria a cui vincolare l'autorizzazione. Vista la variabilità e l'entità dei dati rilevati con i controlli Arpa Puglia del giugno 2007 nell'arco di una sola settimana, si impone come necessario il MONITORAGGIO IN CONTINUO (campionamento 24h/24h e 7g/7g con analisi di laboratorio mensili) delle emissioni di microinquinanti organici (diossine, PCB, IPA).

 




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