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Impatto Zero Onlus
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Italia Nostra sezione di.Taranto Onlus
Vendola
e Ronchi, basta litigare
Nella gara tra il presidente Nichi Vendola
e il prof. Edo Ronchi su chi si è mosso prima contro la diossina dell’Ilva di
Taranto, hanno ragione e contemporaneamente torto entrambi.
Ha ragione Ronchi quando afferma che il “suo” decreto
legislativo del 1999 prevedeva per le emissioni di diossina il limite di 0,1
ng/Nmc misurato sulle diossine “cattive” (che abbondano nei fumi del camino E
312 di Ilva di Taranto). Ha ragione Vendola quando sollecita il ministro
Orlando a far rispettare anche all’Ilva di Taranto quel limite, se è vero
quanto affermato da Ronchi.
Ha torto Ronchi perché quel “suo” decreto è
stato reso operativo solo per gli inceneritori e, da persona navigata, avrebbe
dovuto fare qualcosa per evitare che quel limite potesse essere dribblato,
com’è avvenuto quando una “manina" sconosciuta, riuscì ad inserire nelle
norme generali quell’abnorme parametro di 10.000 ng/Nmc misurato su tutte le
diossine (è per questo che Ilva è risultata “a norma” per tanto tempo). Ha
torto Vendola perché avrebbe potuto far rispettare subito in Puglia, per
ragioni sanitarie, il limite per gli inceneritori invece di imbarcarsi sulla
solitaria legge regionale dai risultati incerti.
A Vendola e Ronchi chiediamo di non accapigliarsi tra di loro
ma di dire, in tutte le sedi, che sull’Ilva di Taranto per decenni c’è stato un
“manto protettivo” retto da mani sinistre e destre, di ministeriali e di
Ministri, ultime quelle di Stefania Prestigiacomo. Lo scandalo dei 10.000
ng/Nmc fu denunciato dalle associazioni di Taranto fin dalle “primissime
osservazioni” nel procedimento per l’AIA di Ilva Taranto e nessuno se n’è mai
curato, NESSUNO.
A vergogna di chi non ha voluto fare nulla, riportiamo di
seguito, quanto fu scritto relativamente alla diossina nel documento inviato il
10 agosto 2007 a Minambiente e C. Noi non dimentichiamo che nel primo anno del
procedimento per l’AIA di Ilva ministro dell’ambiente è stato il verde
Alfonso Pecoraro Scanio, cui succedette in tutto Stefania
Prestigiacomo; Responsabile Unico del Procedimento è stato sempre lo
stesso dirigente di Minambiente e in Regione Puglia per tutto il tempo ha
governato Nichi Vendola.
Ma ora andiamo avanti. Ronchi, del quale comprendiamo le
attuali ambasce, lamenta la “freddezza” della città. Se ne avrà voglia e
pazienza, gli esporremo volentieri la nostra visione in merito.
Taranto 21 novembre 2013
Avv. Raffaella Cavalchini (Presidente Impatto Zero)
Arch. Giuseppe Todaro (Presidente Italia Nostra)
Ing. Biagio De Marzo (Impatto Zero)
Dal documento datato 10 agosto 2007 del gruppo di
associazioni ambientaliste di Taranto, ricevuto e protocollato al Ministero
dell’ambiente.
…………………………………………….
3. Osservazione circa i limiti per la diossina
Già da ora comunque chiediamo che l'Autorizzazione Integrata
Ambientale all'ILVA non venga rilasciata senza che si adottino i limiti europei
previsti per la diossina. In particolare si richiede che valga anche per lo
stabilimento ILVA di Taranto il limite di 0.4 nanogrammi per metro cubo
normalizzato di emissione dall'impianto di agglomerazione (valore espresso in
tossicità equivalente).
Si fa presente che nelle rilevazioni dell'ARPA Puglia è stato
riscontrato un valore medio di diossine (PCDD + PCDF) di 11,1 ng/m3 espresso in
tossicità equivalente che supera di ben 27 volte il limite di 0.4 ng/m3
adottato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Si fa inoltre presente l'anomalia della legislazione
nazionale che prevede limiti scandalosamente alti per la diossina,
assolutamente non in linea con la normativa europea; applicando tali limiti le
emissioni dell'impianto di agglomerazione dell'ILVA di Taranto
rientrerebbe NELLA NORMA e - posto 100 il limite massimo previsto dal Codice
dell'Ambiente - raggiungerebbero solo il 2,7% del limite.
Di fronte a simili assurdità si rende
assolutamente necessaria una revisione dei limiti nazionali per la diossina
adeguandoli alle normative europee. Inoltre tale revisione della legislazione
non esclude che i limiti europei recepiti dalla Regione Friuli Venezia Giulia
vengano adottati a partire dall'Autorizzazione Integrata Ambientale e siano
recepiti dalla Regine Puglia così come esperti di diritto hanno già indicato
come possibile e come, comunque, rientrerebbe nei poteri dell’Autorità
competente al rilascio dell’AIA, come è meglio specificato in altro punto delle
osservazioni.
4.
Osservazioni su diossina e cautele per i lavoratori
Da una prima lettura di alcune parti della
documentazione Ilva/AIA si può comunque riscontrare, con specifico riferimento
alle diossine, una grave carenza in relazione alla salute dei lavoratori. Nella
documentazione prodotta dall'Ilva nulla si dice su come intendano prevenire
(all'interno del perimetro dell'intero stabilimento) il contatto degli operai
con materiali contaminati nei vari impianti a rischio come agglomerazione e
zincatura (polveri, residui, lo stesso suolo che calpestano). Particolare
apprensione deriva dalla constatazione che nella chilometrica documentazione,
nulla viene detto a proposito delle polveri raccolte negli elettrofiltri,
sicuramente inquinate di diossina e pertanto da trattare come residui di
manutenzione pericolosi.
5.
Osservazione su diossina e BAT
L'applicazione delle BAT per limitare le
emissioni di diossina è un punto debole della documentazione Ilva/AIA. La parte
di BAT dedicata all'agglomerazione è lontanissima dalle indicazioni delle BREF.
E' indietro di almeno 15 anni.
6.
Osservazione circa il monitoraggio della diossina
Data l'entità delle emissioni di diossina,
si rende necessario un monitoraggio in continuo 24 ore su 24 sulle emissioni di
diossina dell'impianto di agglomerazione, ad opera dell'ARPA Puglia o APAT. Il
monitoraggio dovrebbe avvenire sotto la responsabilità e ad opera di enti ed
esperti assolutamente indipendenti dall'Ilva stessa Tale modalità di
monitoraggio dovrebbe essere svolto anche su microinquinanti come PCB, IPA,
metalli. In conclusione occorre una misura indipendente delle emissioni dal
camino e312 (AGL2).
Richiediamo pertanto una prescrizione
assolutamente necessaria a cui vincolare l'autorizzazione. Vista la variabilità
e l'entità dei dati rilevati con i controlli Arpa Puglia del giugno 2007
nell'arco di una sola settimana, si impone come necessario il MONITORAGGIO IN
CONTINUO (campionamento 24h/24h e 7g/7g con analisi di laboratorio mensili)
delle emissioni di microinquinanti organici (diossine, PCB, IPA).