PUGLIA: L’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE
NUOVAMENTE SOTTO LA LENTE DEI MINISTERI
Dopo il Senato
a settembre scorso, è ora la Camera con il deputato M5S L’Abbate ad
interessarsi alla fase di stallo che sta paralizzando l’IZS di Puglia e
Basilicata di Foggia
È
uno dei dieci Istituti Zooprofilattici Sperimentali d’Italia ma pare non
essersi mai adeguato alle normative nazionali negli ultimi 20 anni. È
l’IZS di Puglia e Basilicata, con sede a Foggia, che vive una fase
di stallo amministrativo e gestionale, nonostante i dipendenti si
prodighino quotidianamente nelle loro attività. E se le vicende economiche
legate al mancato trasferimento da parte della Regione Puglia all’IZS paiono
essersi, in parte, risolte nei giorni scorsi, a tener banco è la sopravvenuta
mancanza del numero legale dei componenti del consiglio d’amministrazione,
che sta comportando problemi legati anche burocratico-amministrativi. Come la mancata
approvazione del consuntivo 2012 o, se non vi saranno novità entro fine
anno, sia del bilancio preventivo 2014 sia dell’esercizio provvisorio,
creando una paralisi pressoché totale dell’Ente. Inoltre, la mancata
approvazione della programmazione triennale e di ogni atto di
indirizzo e pianificazione dell’IZS ha portato ad inevitabili
ripercussioni sulle attività istituzionali finalizzate alla tutela della
salute pubblica. Attualmente, infatti, la giunta esecutiva si riunisce
saltuariamente e su argomenti limitati, seppur permangono dubbi circa la
validità delle riunioni visto che, come previsto dalla Statuto, la giunta
esecutiva è nominata dal Consiglio di Amministrazione e ha la medesima durata.
Una vicenda alquanto intricata e su cui il deputato pugliese L’Abbate
del MoVimento 5 Stelle chiede ai ministeri di intervenire, tramite
un’interrogazione parlamentare.
“Si
rischia inutilmente la paralisi – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S) –
L’attuale situazione non è più procrastinabile e vanno prese decisioni nette
ma condivise. Se gli enti locali non sono in grado di far fronte a ciò che
serve per permettere all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia,
toccherà al Ministero fare le dovute pressione per sbloccare definitivamente il
tutto. I cittadini della Puglia e della Basilicata necessitano di un IZS
efficiente e produttivo che non può rimanere, da un lato, l’unico in Italia a
non essersi ancora adeguato alle normative nazionale e, dall’altro, privo dei
bilanci e delle direttive amministrative per il futuro”.
L’IZS
di Foggia, che conta sette sedi tra Puglia e Basilicata, è un ente
sanitario che opera nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, in materia di
igiene e sanità pubblica veterinaria, per la tutela della salute e per
il benessere animale, il controllo dell’igiene degli allevamenti, la tutela
della sicurezza degli alimenti di origini animale e degli alimenti zootecnici a
garanzia della salute del consumatore. Ma, come hanno lamentato due
settimane fa le stesse sigle sindacali proclamando lo “stato di agitazione
dei lavoratori” dell’ente, l’IZS non ha mai attuato né la riforma
introdotta dal d. lgs. 270/1993 né ha mai nominato i nuovi organi istituzionali
ai sensi del d. lgs. 106/2012, che integra il precedente decreto. Una
situazione su cui è intervenuto, a metà settembre, il senatore D’Ambrosio,
limitandosi a contestare la nomina di commissario straordinario del signor
Ciro Mundi, a cui il sottosegretario per la salute Fadda ha risposto che “non
risponde alle norme attualmente in vigore”. E nonostante i solleciti del
Ministero guidato dalla Lorenzin, le Regioni non hanno ancora provveduto
ai propri compiti.
“Per
questo – continua il deputato Giuseppe L’Abbate – chiediamo al
Ministero della salute se abbia davvero provveduto a sollecitare una risposta
da parte delle regioni coinvolte come promesso nella risposta
all’interrogazione in Senato. E se, nel caso di reiterata inadempienza degli
enti locali, non intenda proporre lo scioglimento del consiglio di amministrazione.
Va dato uno scossone e va dato quanto prima per tornare alla normalità: se le
Regioni non rispondono – conclude L’Abbate – spetta al Ministero
riportarle sulla retta via”.