SIGNIFICA ESPROPRIARE CITTADINI E
FUTURE GENERAZIONI DI UN BENE COMUNE
"E' EVIDENTE CHE L'ITALIA E'
PROPRIO ALL'ULTIMA SPIAGGIA"
I DATI DELLA SPIAGGIOPOLI ITALIANA
LO STATO NEL 2012 HA INCASSATO 102
MILIONI CONTRO I CIRCA 10 MILIARDI DI FATTURATO DEGLI STABILIMENTI
MENO DI 3400 EURO A CONCESSIONE, UN VERO
E PROPRIO REGALO. E LE TARIFFE SONO BLOCCATE. PERCHE?
"La vendita delle spiagge chiamata
sdemanializzazione e' una cosa semplicemente schifosa che va fermata
perche' sancirebbe la completa privatizzazione e la cementificazione delle
nostre coste". Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che
aggiunge: "I cittadini italiani e le future generazioni verrebbero
espropriate di un bene che appartiene a loro ovvero alla collettività:
purtroppo è ormai evidente che L'Italia e' proprio all'ultima spiaggia".
"In Italia sono state date dallo
stato italiano nel corso degli anni, prima dalle capitanerie di porto e poi
dalle regioni, 30.000 concessioni sul demanio marittimo legate a 15.000
stabilimenti balneari che insistono su 600 comuni costieri. Il tutto e'
avvenuto senza alcuna gara di evidenza pubblica: le concessioni si sono
trasferite nel corso degli anni da padre in figlio o vendute attraverso la
creazione di società di gestione di servizi: una monarchia - racconta il leader
ecologista -. Quanto ha incassato lo stato dalle concessioni sul demanio
marittimo? 102 milioni di euro nel 2012, mentre nel 2010-2011 circa 90
milioni di euro e gli anni precedenti la metà. In sintesi lo stato incassa
3.400 euro a concessione, mentre gli incassi che gli stabilimenti balneari
realizzano ogni anno in Italia si aggirano intorno ai 10 miliardi di
euro. I canoni di concessione sono bassi in base alla legge 27 dicembre
2006 n. 296 comma 251 per le aree scoperte dovrebbero pagare 1,27 euro
centesimo metro/q all'anno e per le aree dove insistono attività 2,12 euro
metro/q anno. Un regalo! Ma nonostante ciò queste tariffe sono bloccate da
una proroga dello stato che non applica questi deguamenti".
"Nonostante una legge dello stato italiano lo prevedesse in relazione
anche ad una disposizione europea del 1993, il governo negli ultimi
10 anni non ha provveduto a mettere nel rendiconto generale dello stato e
quindi in bilancio le entrate derivanti dalle concessioni del demanio
marittimo. Quindi e' venuta meno una somma negli ultimi 10 seppur
inadeguata come abbiamo detto - continua -. Perche' questo non è stato fatto?
Perche' c'e' un ritardo nell'accatastamento delle spiagge italiane? Se
quelle cifre fossero state inserite nel rendiconto generale dello stato e
qunidi del bilancio, avremmo evitato agli italiani qualche taglio, adempio alla
sanità o al trasporto pubblico".
"Ma c'e' un altro aspetto che riguarda il consumo delle spiagge italiane
degli 8.000 km circa di coste italiane, 4.000 km sono occupati dalle
concessioni sul demanio marittimo che di fatto hanno espulso i cittadini o dal
vedere il mare con una trasformazione dei lungomari in lungomuri o dal
potere accedere alla spiaggia - aggiunge il presidente dei Verdi -. Un processo
di privatizzazione, nonostante la legge garantisca il libero accesso al
mare norma voluta da noi Verdi, e che gli organi proposti al controllo non
fanno rispettare. Ma a quanto corrisponde il consumo di spiagge italiane in
favore di questo processo di privatizzazione/cementificazione? Prendendo
come esempio tipo una concessione da 2.000 metri quadri
(le concessioni vanno da un minimo di 300 mq siano ad un max 40-50 mq) la
superficie occupata/cementificazione e' di 60 milioni di mq pari a 6.000
ettari".
"Una cifra che non è paragonabile a
nessun paese d'Europa. In Francia esiste una fondazione pubblica che si
chiama Conservatoire di litoral che acquisisce coste e spiagge al bene
comune, per non parlare dell'Inghilterra ma anche degli stessi Stati Uniti
d'America culla del liberismo economico - conclude Bonelli -.Per fermare
questo vero e proprio furto proposto dal Pdl noi Verdi siamo pronti alle
barricate. Siamo pronti a mobilitarci e ad incatenarci al Parlamento per
difendere un bene comune che appartiene a tutti"
Roma, 09 novembre 2013
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UFFICIO STAMPA
FEDERAZIONE DEI VERDI