RIFIUTI PUGLIA:
L’ASSESSORE NICASTRO CHIEDE TRANQUILLITA’ IN UNA REGIONE DEVASTATA DALLE
ECOMAFIE
Il deputato pugliese M5S Giuseppe
L’Abbate si scaglia contro le affermazioni dell’Assessore all’Ambiente Nicastro
dopo le rivelazioni del pentito Schiavone
Dopo le dichiarazioni del boss Schiavone, è giunto il monito
allo “stare tranquilli” dell’Assessore Regionale Lorenzo Nicastro. Le
dichiarazioni del pentito sono state rilasciate nel lontano 1997 alla
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo
dei rifiuti in Campania, di cui faceva parte l’attuale Presidente della Regione
Puglia Nichi Vendola, e hanno visto decadere il segreto d’ufficio dopo il
pressing sulla “Terra dei Fuochi” del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio
(M5S) e dei colleghi Fraccaro e Mannino. Nella relazione, Schiavone ha tirato
in ballo anche zone pugliesi come destinazione dei rifiuti tossici, come la
Terra di Bari ed il Salento. “Affermazioni ancora tutte da dimostrare”
per Nicastro, il quale preferisce che non vengano creati allarmismi dato che
non ha notizia di “indagini in corso in Puglia per i rifiuti tossici,
indagini che sarebbero sicuramente secretate”. Una posizione quella
dell’Assessore all’Ambiente della Giunta Vendola che non trova per nulla in
accordo il deputato del MoVimento 5 Stelle Giuseppe L’Abbate che, dallo scorso
maggio, ha portato in Parlamento la battaglia dei comitati cittadini per
chiudere la discarica più discussa dell’intera Regione Puglia: il megasito di
contrada Martucci a Conversano.
“Ogni
volta che ascolto le affermazioni di Nicastro, mi sembra che parli l’assessore
alle discariche e non all’ambiente – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S)
– Se non lo convincono le parole di Schiavone rilasciate nel lontano 1997
alla Commissione parlamentare di cui faceva parte il suo Presidente Nichi
Vendola, può dilettarsi nella lettura della relazione ufficiale della medesima
commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
in Puglia, datata giugno 2012. E se non è in grado di comprendere la gravità
della situazione significa che i pugliesi sono governati da amministratori che
vivono in un iperuranio tutto loro, fatto di fiorellini e prati inglesi. Quanti
di quei siti citati nella relazione sono stati bonificati? Nessuno! Cosa
aspettano Nicastro ed il Presidente Vendola a stracciare quel piano rifiuti
regionale che hanno redatto e ad avviare, finalmente, la vera strategia rifiuti
zero? – conclude L’Abbate – Qui si sta giocando con la vita ed il
futuro dei cittadini. Si sta rischiando di distruggere agricoltura e turismo.
Si diano una svegliata, perché per tutelare la propria terra non basta scrivere
“ecologia” nel simbolo di un partito!”.
La
relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite
connesse al ciclo dei rifiuti in Puglia (i cui contenuti sono stati resi noti a
giugno 2012) presentano, infatti, un panorama decisamente allarmante piuttosto
che “tranquillo”. Si legge, infatti, che “nell’Alta Murgia sono state sequestrate
ben venti cave abbandonate nonostante si tratti di un’area particolarmente
protetta, in quanto vi si trova il parco nazionale dell’Alta Murgia. Ebbene,
l’utilizzo indiscriminato di vaste aree del territorio come discariche abusive
di rifiuti è tale da potersi escludere l’occasionalità della condotta”. O ancora “dalla
Campania e dalle province vicine a Foggia giungono vari mezzi che trasportano
rifiuti speciali che vengono occultati all’interno di queste cave. Soprattutto
quando il settore delle cave risente di un’inflessione in quanto non vi è
domanda del prodotto di estrazione, i proprietari le trasformano in discariche
abusive”. E poi “… smaltimento dei fanghi derivanti da impianti di
compostaggio e provenienti dalla zona del brindisino, dalla Campania oltre che
da altre regioni. Si tratta di fanghi che non vengono previamente trattati, che
vengono sparsi su terreni agricoli e, circostanza questa paradossale, i
soggetti che ne fanno uso addirittura beneficiano di provvidenze comunitarie
sostenendo di effettuare agricoltura biologica”. La relazione prosegue, tra
le altre informazioni, con le 7 discariche abusive nelle cave in località
Montericco a Trani, le tantissime cave nel leccese e nel brindisino utilizzate
per tombare illecitamente rifiuti, le 12 discariche abusive dove i rifiuti
vennero trovati in fase di combustione dai quaranta agenti del Corpo Forestale
impegnati nell’operazione nel marzo 2009, l’allarme lanciato dalla Commissione
per la provincia di Taranto su un fenomeno definito di “proporzioni
allarmanti con gravissime ripercussioni sugli aspetti ambientali e
paesaggistici del territorio”.
Le informazioni riportate nella relazione, frutto delle
audizioni tenutesi in Parlamento, non fanno altro che
dare conferma al rapporto “Ecomafia 2013” di Legambiente. “Nel ciclo
illegale dei rifiuti – si legge nel rapporto – la Puglia occupa
stabilmente la terza posizione, ma con un significativo aumento degli illeciti
(+24%). Infatti, le infrazioni accertate salgono a 522 con 691 persone
denunciate, 15 persone arrestate e 344 sequestri effettuati. La maggior parte
delle infrazioni accertate si concentrano nella provincia di Bari (185). In
Puglia, dal 2002 ad oggi (10 maggio 2013), ci sono state ben 42 inchieste
contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, cioè il 19,4%
circa delle inchieste su tutto il territorio nazionale”.