Il giorno della fine delle indagini è stato anche giorno
dell’inizio della ricerca della verità a Taranto. Da anni chiediamo un
risarcimento adeguato alla disastrosa situazione di Taranto, che oltre a
passare dalle maglie della Procura, deve assolutamente far emergere la verità
sulle responsabilità e indurre le coscienze al recupero della dignità perduta.
Siamo convinti che chi ha avuto responsabilità, anche marginali, nella
questione ambientale tarantino, debba spogliarsi delle sue cariche e affrontare
il processo libero da incombenze istituzionali. Dovrebbe essere un impegno
morale che dovrebbe accomunare tutti i cittadini che credono nell’etica della
politica.
I cittadini #fuoridalcomune invitano tutte le realtà associative, i cittadini
ad incontrarsi per discutere insieme, ancora una volta , le sorti di questa
città. Ribadiamo la necessità di nuove forme di investimento ed una rapida
riconversione con attività non inquinanti.
Sosteniamo la lotta degli operai che perdono il posto di lavoro, e invitiamo i
lavoratori della Vestas del gruppo Marcegaglia, dell’indotto TCT, tra l’altro
aziende che producono Green Economy, e tutti i disoccupati della città di
unirsi alla nostra proposta per la città di Taranto.
1. Fermo degli impianti inquinanti a partire dall’area a caldo.
Caratterizzazione, bonifiche e riconversione. Siamo convinti che questo
processo possa portare almeno 30 anni di lavoro per tutti gli operai oggi
impiegati e, plausibilmente, data l'enorme portata dell'opera necessaria, che
ci sia bisogno di altra forza lavoro, quindi nuova occupazione. Per questo
chiediamo di attivare, presso la Regione, corsi di qualificazione e
riqualificazione professionale dedicati alla formazione e specializzazione di
giovani e disoccupati come addetti alla riconversione. Ribadiamo la centralità
del tema degli operai: nessuno deve restare senza lavoro. Pertanto chiediamo
che agli esuberi previsti sia riconosciuto il diritto ai lavori usuranti,
garantendo il prepensionamento ai circa mille operai anziani, mentre per tutti gli
altri il reimpiego nei lavori di bonifica. Chiediamo che il Comune di Taranto
chieda un cospicuo risarcimento a Riva, finalizzato allo sviluppo delle aree
demaniali, per sostenere investimenti su cultura, archeologia, turismo; per
risarcire l’agricoltura, l’allevamento e la maricoltura e per le attività
marinare.
2. Pretendiamo economie alternative e sostenibili per la città. Siamo certi che
anche risolvendo la questione Ilva, il problema occupazionale, sociale,
culturale ed economico di Taranto resterebbero invariati. Da fonti
giornalistiche apprendiamo che a Taranto e Provincia ci sono 110 mila
disoccupati (fonte Gazzetta del Mezzogiorno), che Taranto è l’ultima città
italiana per la qualità della vita (fonte Sole24). Crediamo che emigrare non
sia più giustificabile e che i giovani della città abbiano diritto ad un
tessuto economico che valorizzi le loro idee. Il problema di Taranto trova le
sue radici in una politica inadeguata e complice alla logica della grande
industria. La perdita del distripark, dovuta alla mancata presentazione di un
progetto valido, la mancata realizzazione di una retroportualità, di
infrastrutture, di un aeroporto. La mancata realizzazione dell’Area No Tax, che
sarebbe certamente fonte di attrazione di capitali italiani e stranieri
importantissima. Per tutte queste motivazioni, proponiamo che i locali chiusi,
di proprietà comunale, nei quartieri Tamburi, Città vecchia e Borgo, nonché
quelli provenienti dalle future dismissioni demaniali, adeguatamente
bonificati, vengano messi a bando per ospitare laboratori di arte e mestieri.
Riteniamo che questi investimenti debbano essere sostenuti con l'attivazione di
un circuito per il microcredito, atto a finanziare progetti economici di
piccola entità e per la valorizzazione del territorio. Chiediamo, inoltre, la
riapertura degli albi per il riconoscimento del titolo di guida turistica,
fondamentale per la città di Taranto e, ancora, l’istituzione di un parco
marino o un santuario dei cetacei, affiancato allo sviluppo di diving per
escursioni marine, valorizzando il tesoro del mar Piccolo per sport acquatici
non invasivi quali canoa, vela e turismo sportivo. Suggeriamo anche uno studio
di marketing per lo sviluppo territoriale. Questi primi passi, siamo sicuri,
riqualificherebbero la città.
3. Infine, non certo per importanza, ritenendo la salute un diritto primario,
pretendiamo l'esenzione ticket per la prevenzione delle patologie riconducibili
all'inquinamento e l'abbattimento delle liste di attesa, come indicato nella
campagna R.S.T. Riteniamo, ancora, che le strutture sanitarie locali debbano
essere attrezzate con macchinari all'avanguardia per la diagnosi e la cura,
tenuto conto del fatto che quelli attualmente presenti sono da considerarsi
obsoleti ed inefficienti.
I cittadini #fuoridalcomune