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Taranto agli ultimi posti in Ecosistema Urbano

martedì 29 ottobre 2013

da Legambiente Taranto




20° Rapporto ECOSISTEMA URBANO di Legambiente e Sole 24 Ore: Taranto risale qualche posizione ma resta in fondo alla classifica.
Legambiente: la causa è l'assenza di una seria politica ambientale da parte dell'Amministrazione Comunale, l'Ilva -in questo caso- non c'entra...

Nella classifica finale del XX Rapporto Ecosistema Urbano, prodotto da Legambiente e dal Sole 24 Ore, Taranto si piazza al 34° posto nella sezione dedicata alle Città Medie su un totale di 44 città monitorate. L'anno scorso era al 40° posto.
Per leggere Classifiche, Report, Commenti del 20° Rapporto di ECOSISTEMA URBANO vai su http://www.legambientetaranto.it/

Per Legambiente i dati complessivi forniti da Ecosistema Urbano parlano, purtroppo, da soli: a Taranto non ci sono politiche innovative in campo ambientale, né attenzione all'uso di energie alternative, il verde a disposizione dei cittadini è irrisorio (e la sua manutenzione, scorretta e spesso caratterizzata da potature "selvagge" è stata da noi più volte denunciata), la raccolta differenziata ferma a dati inaccettabili (solo a Lama, secondo le ultime rilevazioni, finalmente si è invertita la tendenza), le politiche relative alla mobilità alternativa all'uso del mezzo privato inesistenti (la stessa pista ciclabile in Viale Magna Grecia, così come la realizzazione del parcheggio a Cimino, in mancanza di assi di penetrazione diretti verso il centro riservati alle biciclette ed agli autobus, risultano di scarsa utilità), le aree pedonali estremamente circoscritte (e la pedonalizzazione di Piazza Carmine, pur positiva, poco ha aggiunto in termini di estensione).
Manca insomma un'idea di futuro diverso, un progetto di una "altra Taranto" e gli atti concreti che ne dovrebbero e potrebbero conseguire. Non si può continuare così: è già tardi.

Un discorso a parte meritano gli indici per la qualità dell'aria. Al netto dei dati non disponibili per l'ozono, Taranto è al 7° posto (su 44) per il PM10 ed al 19° posto per il Biossido di Azoto NO2 (media dei valori registrati dalle centraline urbane presenti sul territorio comunale).
I dati confortanti sulla qualità dell'aria di Taranto per il 2012 vanno però letti con particolare cautela. Va infatti considerato che, relativamente alla qualità dell'aria nelle città italiane, Ecosistema Urbano prende in considerazione soltanto i principali macroinquinanti - PM10, NO2, ozono - legati a un complesso di fattori quali traffico, processi industriali, riscaldamento e tralascia i microinquinanti (tra essi diossine, IPA, ecc) prevalentemente emessi nell'ambito dei processi industriali. In particolare il dato positivo del PM10 va considerato con attenzione.
Innanzitutto se la città di Taranto, invece che affacciata sul mare, fosse situata in Pianura Padana, dove le condizioni climatiche e geografiche non permettono la circolazione dell'aria, avrebbe risultati ben diversi. Inoltre vanno considerati la presumibile modifica delle pratiche operative dell'Ilva, conseguenti alla presenza per molti mesi dei custodi giudiziari in azienda, e per i parchi minerali, l'arretramento – sia pure contenuto – e la diminuzione dell'altezza dei cumuli.
Nel 2013 i dati saranno ulteriormente condizionati, in positivo, dalla riduzione della produzione seguita alle vicende giudiziarie ed alla nuova AIA, dal fermo di alcuni impianti (altiforni e batterie) e dall'applicazione delle misure previste per i wind days, sempre in conseguenza della nuova AIA entrata in vigore nell' ottobre 2012.
Se da una parte questi dati sono un concreto segnale di speranza in merito alla possibilità che lo stabilimento Ilva tarantino, dopo i lavori previsti dall'AIA, diventi compatibile con la città, va comunque ricordato che altri inquinanti di produzione industriale rendono più patogene le polveri tarantine. Infatti per ogni incremento di 10 microgrammi di PM a Taranto c'è un aumento dello 0.69 % di mortalità contro lo 0.31 % di altre città italiane (secondo lo studio MISA) e lo 0.33% di altre città europee (studio SENTIERI). Va ricordato infine che recentemente la IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato il particolato come sicuramente cancerogeno (classe 1) per l'uomo.
Soprattutto, questi dati devono costituire un punto di non ritorno, un traguardo che può e deve essere migliorato e dal quale non è pensabile alcun arretramento a valori anche lontanamente vicini a quelli registrati fino a non troppo tempo fa.



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