Che fine fa
l'acqua che cade sull'Ilva? E l'acqua con cui vengono bagnati i parchi
minerali?
In Italia persino un parcheggio per essere autorizzato deve essere dotato di un
sistema di trattamento delle acque di prima pioggia. E la più grande acciaieria
d'Europa possiede o no un sistema di trattamento delle acque di prima pioggia?
Spinti da questo dubbio abbiamo chiesto al Garante dell'AIA se Ilva fosse in
regola. Il Garante ha chiesto lumi ad Arpa.
E finalmente abbiamo la risposta ufficiale che alleghiamo a questo comunicato.
Oggi
giunge infatti la risposta ufficiale dell'ARPA alla richiesta di PeaceLink.
Eccola:
"Si
comunica che attualmente la struttura del sistema fognario asservito allo
stabilimento Ilva spa di Taranto non consente la raccolta delle acque di
prima pioggia, le quali vengono fatte confluire insieme agli altri
scarichi dello stabilimento nei canali di scarico (canali Primo e Secondo), che
l'azienda considera sedimentatori longitudinali".
Questo è quanto
scrivono Giorgio Assennato e Massimo Blonda, rispettivamente Direttore Generale
e Direttore Scientifico dell'Arpa Puglia al già Garante dell'AIA Vitaliano
Esposito.
L'ARPA
Puglia specifica di avere chiesto gli opportuni interventi "già dalla
prima AIA" del 2011.
L'inerzia che ne è seguita a questo punto è sotto gli occhi di tutti, alla luce
del lapidario comunicato dell'ARPA.
E' inquietante che in tutto questo tempo un sistema indispensabile per la
protezione delle acque (che tra l'altro non è una "migliore
tecnologia" ma è un vero e proprio obbligo di legge) sia rimasto
inattuato.
E' stato proprio il dott. Vitaliano Espostito (e poi ARPA in giornata) a
comunicare per email questa imbarazzante informazione all'ISPRA e all'Ilva,
oltre che a PeaceLink.
Al
Commissario dell'Ilva spa
Al
Direttore generale dell'Ispra
Si trasmette, per quanto di competenza, l'allegata nota dell'Arpa Puglia in
risposta alla richiesta del prof. Marescotti del 26 luglio u.s.
Vitaliano Esposito, già Garante dell'Aia per l'Ilva.
Tale
informazione era stata specificamente richiesta da PeaceLink con questa email
del 4 luglio scorso:
Gentile
Garante,
vorremmo sapere se Ilva è in regola con la normativa nazionale che prevede
l'adozione di sistemi di trattamento delle acque di prima pioggia.
Vorremmo sapere pertanto se i liquidi per l'irrorazione dei parchi minerali
e la pioggia stessa sono raccolti e trattati per evitare che trasferiscano in
mare gli inquinanti.
Vorremmo sapere se l'irrorazione dei parchi minerali incontra un adeguato
strato di impermeabilizzazione o se i liquidi percolano nella falda.
Con osservanza
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
Ma che cosa prevede la legge a questo riguardo?
L'art. 113 del Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n. 152 (titolo III, capo
IV: Ulteriori misure per la tutela dei corpi idrici) è molto chiaro nel
prevedere che "ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed
ambientali, le Regioni, previo parere del Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio, disciplinano e attuano le forme di controllo
degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti
fognarie separate".
Quindi è competenza della Regione predisporre e applicare la normativa.
La Regione Puglia, con Deliberazione di Giunta del 19 giugno 2007, n.
883, ha adottato, ai sensi dell'art. 121 del D. Lgs. n. 152/2006, un "Piano
di tutela delle Acque". Tale piano impone che "le acque di prima
pioggia e di lavaggio delle aree esterne che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti
industriali, di cui alla definizione, devono essere raccolte in
vasche a tenuta stagna e sottoposte ad un trattamento depurativo
appropriato in loco tale da conseguire il rispetto dei limiti di
emissione previsti dalla tab. 3 di cui all'allegato 5 del D.Lgs. 152/99, per le
immissioni in fogna e nelle acque superficiali; il rispetto dei limiti di
emissione previsti dalla tab. 4 di cui all'allegato 5 del D.Lgs. 152/99, nel
caso di scarico sul suolo. Inoltre, le acque di dilavamento successive a quelle
di prima pioggia, che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali e
che non recapitano in fognatura, devono essere sottoposte, prima del loro
smaltimento, ad un trattamento di grigliatura, disoleazione e
dissabbiatura".
Il piano regionale prevede delle sanzioni: "Chiunque non ottempera alla
disciplina dettata dalle Regioni ai sensi dell'articolo 113, comma 1, lettera
b), è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da millecinquecento
euro a quindicimila euro".
L'art. 137, comma 9 D.Lgs. 152/06, dichiara che "chiunque non ottempera
alla disciplina dettata dalle Regioni ai sensi dell'articolo 113, comma 3
(ossia chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi di acque reflue
industriali, senza autorizzazione, oppure continui ad effettuare o mantenere
detti scarichi dopo che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata), è
punito con l'arresto da due mesi a due anni o con l'ammenda da millecinquecento
euro a diecimila euro".
A questo punto la domanda è d'obbligo: chi non ha agito fino a ora per
applicare la legge? Ci sono responsabilità politiche visto che l'organo tecnico
aveva già segnalato il problema?
La questione sarà portata all'attenzione della Procura della Repubblica.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia
Fulvia Gravame
Luciano Manna
Alessandro Marescotti
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Messaggio inoltrato ----------
Da: vitaliano.esposito <vitaliano.esposito@isprambiente.it>
Date: 11 agosto 2013 21:56
Oggetto: I:Risposta istanza Garante AIA ILVA acquisita al Prot. n. 44875 del 5
agosto 2013
A: direzione.taranto@rivagroup.com,
stefano.laporta@isprambiente.it
Cc: alfredo.pini@isprambiente.it,
a.marescotti@peacelink.org,
marescotti@gmail.com,
mirella.didiadoro@isprambiente.it
Al
Commissario dell'Ilva spa
Al
Direttore generale dell'Ispra
Si trasmette, per quanto di competenza, l'allegata nota dell'Arpa Puglia in
risposta alla richiesta del prof. Marescotti del 26 luglio u.s.
Vitaliano
Esposito, già Garante dell'Aia per l'Ilva.
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-------- Messaggio originale --------
Oggetto: Risposta istanza Garante AIA ILVA acquisita al Prot. n. 44875 del 5
agosto 2013
Da: Direzione Generale ARPA Puglia <dg@arpa.puglia.it>
A: garanteilva@isprambiente.it
Cc: stefano.laporta@isprambiente.it,alfredo.pini@isprambiente.it
Si invia in allegato quanto indicato in
oggetto.
Cordiali saluti
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Tel.
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dg@arpa.puglia.it
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nota dell'Arpa Puglia in risposta alla richiesta del prof. Marescotti del 26 luglio u.s.
Vitaliano Esposito, già Garante dell'Aia per l'Ilva.