Taranto 21/05/13
Prot. N°11/13
Gentili Senatori,
Il
Wwf Taranto Onlus ritiene incompatibile la presenza dell’Ilva con la città e la
vita dei cittadini e degli operai che ci lavorano dentro, per questo chiediamo
la revoca dell’Aia e la presa in carico delle responsabilità politiche che
hanno consentito la continuazione della produzione anche in presenza di
autorevoli studi, come ad esempio la studio S.E.N.T.I.E.R.I., e di tutte le
indagini epidemiologiche condotte in questi anni, a riprova della pericolosità
degli impianti, come contestato dalla perizia epidemiologica della Procura di
Taranto. Il rapporto sentieri parla di: +20% di
mortalità in più nel primo anno di vita, +419% per mesotelioma pleurico, +75%
tumore al fegato, +43% linfoma di Hodgikn, +80% tumore dell’utero, +48% tumori ai polmoni, +100% tumore allo
stomaco, +24% tumore alla mammella.
Non crediamo alla
eco compatibilità dell’azienda perché troppo costosa e di difficile
realizzazione. Ma, se questa azienda, per volontà del Governo, deve assolutamente
esistere, deve essere senza l’area a caldo, suggeriamo, quindi, due strade,
secondo noi percorribili, costruzione di nuovi forni Finex, La tecnologia FINEX prevede la produzione di acciaio
inserendo direttamente minerale fine (non sinterizzato, cioè spezzettato) e
carbon fossile non cokizzato in dei forni, da cui esce come prodotto finito sia
acciaio che scoria (loppa). Riconcepire la produzione significa iniziare a
costruire il primo forno FINEX dato che attualmente sono in marcia 2 altoforni,
e non sono mai stati attivi tutti e cinque contemporaneamente, un forno FINEX
può produrre 1,5 tonnellate all’anno è a un costo di costruzione di 1,8
miliardi di dollari, e la riduzione dei fattori inquinanti è di oltre il 90%
rispetto ai “cicli integrali” concepiti come quello di Taranto! Ovviamente
andrebbero coperti anche i parchi minerali oltre a ricoprire i nastri
trasportatori!
In
secondo caso, si potrebbe internazionalizzare la produzione, L’ilva ha 41
stabilimenti in tutto il mondo e 20 navi che potrebbero far arrivare a Taranto
le brame già pronte per essere lavorate in una grande Area a Freddo e
allontanando l’Area a caldo in un altro posto si potrebbe evitare la pericolosa
esposizione agli inquinanti ai cittadini. Come vedete le soluzioni ci sono, basta
prenderle seguendo il principio di tutela della vita umana.
Per
quanto riguarda il procedimento di Commissariamento, intendiamo sottoporre alla
vostra attenzione alcune considerazioni in merito all’intervento legislativo
adottato dal governo per lo stabilimento Ilva di Taranto. Il Wwf visto
l’emergenza sanitaria e ambientale nella quale versa la città, ritiene
necessaria l’adozione di ogni intervento a tutela della salute e dell’ambiente
e di tutti i necessari provvedimenti per bonificare gli impianti inquinanti.
A
causa di queste considerazioni riteniamo che un aspetto critico di questo D.L.
n 61 sia la tutela reale della salute della cittadinanza. In caso di emissioni
diffuse e pericolose il comma 10 del Dl 61 dispone la mancata attribuzione di
responsabilità penali al Commissario, se non in caso di grave dolo, e ci
chiediamo come sarà quantificato questo grave dolo, secondo quale art. del
Codice Penale, e in caso di dolo minore, Bondi è esente da responsabilità? E il
getto di sostanze pericolose, come il Benzo(A)pirene, Diossine, Furani, come
verrà considerato? Visto che questi fumi sono fortemente responsabili del
disastro sanitario e ambientale. Chiediamo, quindi, fortemente, l’applicazione
del principio di precauzione nella tutela della salute pubblica, a tal fine,
riteniamo utile la riduzione della produzione per diminuire i carichi
inquinanti al minimo.
Per
quanto riguarda l’Aia chiediamo l'adozione di unità produttive nuove e fermo
delle unità produttive troppo inquinanti. la somma stabilita di 1miliardo e 800
milioni di euro, è fortemente riduttiva rispetto alla somma determinata,
attraverso degli esperti dalla procura, che è di 8 miliardi. questa discrepanza
vuole sicuramente eliminare l’intervento più importante cioè la copertura dei
parchi minerari, azione imprescindibile se si vuole veramente trovare una
soluzione. I fog cannon, non rappresentano la soluzione, e sono oltretutto
rumorosissimi, tanto che sono stati oggetto di diverse proteste da parte degli
abitanti del quartiere tamburi. il rumore notturno è assordante e rischia di
mettere a dura prova la pazienza dei cittadini.
La
sostituzione degli impianti vetusti deve avvenire in ottemperanza al DL
59/2005, visto che siamo in presenza di gravi problemi sanitari. Chiediamo
inoltre che sia riconsiderata l’attribuzione delle modifiche dell’Aia in modo
unilaterale, da parte dei tre saggi preposti dalla legge che affianchino il
Commissario ed il sub Commissario e chiediamo che la procedura di Aia sia
discussa nelle sedi opportune garantendo la partecipazione degli Stakeholder, e
di tutte le Istituzioni preposte dalla legge.
Il
nostro impegno nei temi ambientali ha avuto come oggetto, la protezione della
salute pubblica e il rispetto delle cose naturali. Taranto non ha un problema
ambientale ma ha una emergenza sanitaria e sociale enorme. L’intervento della
magistratura, supportato da gran parte della città, è un opportunità per
Taranto, un occasione per cambiare la storia martoriata della nostra città.
Viviamo in una realtà che presenta il 40% di disoccupazione, anche in presenza
di impianti industriali enormi. vi vogliamo ricordare anche che i danni creati
dalle emissioni dell’ilva hanno determinato l’abbattimento di migliaia di capi
di bestiame contaminati dalla diossina, la distruzione di tutta la produzione
dei mitili dal 2011 ad oggi, la rovina di tutte le attività imprenditoriali
relativi al settore turistico e l’interdizione per 20 Km dell’esercizio delle
attività agricole. Chiediamo, quindi, vista la difficile applicazione dell’Aia,
per quanto blanda, un progetto di riconversione dell’azienda, chiediamo che
questi soldi vengano spesi per riportare la città ad una condizione vivibile,
altrimenti saranno ulteriori soldi spesi per non risolvere il problema.
Inoltre,
chiediamo e supportiamo la rimozione del dott. Bondi e chiediamo la
sostituzione con il dott. Vitaliano Esposito, perché, Bondi, non può
rappresentare l’equilibrio delle parti. Con l’esclusione del Garante si perde
una figura rappresentativa a garanzia del processo di trasparenza verso i
cittadini. Il nodo sarà con chi ci relazioneremo noi? abbiamo bisogno di un
soggetto terzo che conduca al rispetto delle norme, per questo riteniamo che la
scelta di nominare un commissario straordinario prevista nel decreto legge,
nella persona del dott. Enrico Bondi, è in conflitto con gli obiettivi del
decreto 61. Vista la sua presenza nel CDA precedente, e che come abbiamo visto
non è stato in grado di garantire l’applicazione dell’Aia e tale per cui siamo
arrivati al commissariamento. Bandi fu scelto proprio dalla proprietà per
sostenere il processo di ambientalizzazione, per cui riteniamo che non ci sia
una discontinuità con la precedente amministrazione.
Discorso
a parte va fatto per le discariche interne all’Ilva di cui 4 sequestrate e mai
dissequestrate. Il procedimento Aia nelle varie stesure ha sempre rimosso
questo problema e non è stata data nessuna autorizzazione . Infatti, Le
Discariche Ilva Di Rifiuti Speciali Pericolosi E Non Pericolosi, Tutte Sul
Nostro Territorio, Costituiscono Un Inferno Nell’inferno Che Continua Da Ben
Cinquant’anni. Tale Sito Opera Da Sempre In Una Situazione Di Totale Anarchia E
Violazione Di Tutte Le Prescrizioni Atte All’esercizio Di Una Discarica. Sono
Ben Quattro Le Aree Sequestrate Dal Noe, L’ultima Delle Quali Sequestrata
Qualche Mese Fa; Le Stesse Non Sono Ne’ State Dissequestrate Ne’ State
Bonificate.
In
Quel Sito, Vorrei Ricordare, E’ Stato Smaltito Tutto L’amianto Rimosso Dai
Reparti Ilva Dal ’92 In Poi Per Queste Ragioni Chiediamo Che Si Dia Inizio Ad
Un’opera Di Bonifica Del Suolo E Di Messa In Sicurezza Della Falda, Ormai
Fortemente Compromessa Dagli Inquinanti (Ad Affermarlo, Nello Studio Di Impatto
Ambientale, La Stessa Ilva).
Rappresentanti
della commissione del Senato italiano, vi saluto con uno slogan Taranto Libera.
e non solo dai veleni ma soprattutto da una politica miope che non riesce a
vedere il dramma e le soluzioni drastiche per la nostra città. Vi invito a
visitare l’ospedale Moscati di Taranto ed il Policlinico di Bari per capire di
cosa parliamo.
allego
memoria del Consigliere Comunale Dante Capriulo:
1) L’attuale AIA rilasciata all’ILVA, che segue quella
disastrosa rilasciata ad agosto 2011, riguarda solo un aspetto
dell’inquinamento ambientale, cioè quello atmosferico. Il 31 maggio u.s. è scaduto
il termine ultimo ( già prorogato, prima era il 31 gennaio 2013) per la
definizione delle prescrizioni da inserire nell'AIA relativamente ad acque,
prese e scarichi a mare, suolo, falde, discariche, bonifiche, e non ci risulta
che siano state rese pubbliche le proposte del Gruppo istruttore IPPC, né che
sia stata convocata una riunione per raccogliere le "osservazioni"
del "pubblico interessato".
2) l’ILVA ha eluso di fatto le più importanti e
significative prescrizioni di un’AIA già parziale.
Ad esempio sui parchi minerali l’ILVA ha “bleffato” anche con lo stesso comune
di Taranto, presentando un progetto di massima ma non dando poi seguito allo
stesso, facendo decadere il procedimento amministrativo avviato
3) Per togliere a molti l’arma del ricatto
occupazionale Taranto deve diventare l’incubatrice di un nuovo modo di fare
sviluppo, alternativo alla grande industria, attraverso adeguati investimenti,
sostegno normativo, formazione professionale (es. Porto Franco, sviluppo
turistico, sostegno alla P.M.I., etc.), anche tenuto conto che nei prossimi
l'Europa sta rivendendo le modalità di produzione d'acciaio così come sino ad
oggi conosciuta, con riduzione dei volumi complessivi
4) Occorre porre in atto un piano di bonifiche serio e
realmente realizzabile, individuare somme certe per le bonifiche, mettere in
atto il piano di investimento, individuando le procedure comunitarie da
adottare. Ricordando che si tratta di bonificare un’area industriale di 1.500
ettari, più tutto il terreno circostante
5) Bisogna denunciare che è oramai conclamata
l’emergenza sanitaria nella nostra città, come drammaticamente certificato
dalla prima pubblicazione, a Bari (come sempre!) il 3/6/2013, dei dati del
registro tumori riferiti agli anni 2006,2007,2008. Dati che confermano quelli
già certificati dalla Magistratura e quelli contenuti nello studio Sentieri.
Attendiamo i dati degli altri anni ma temiamo che saranno peggiori.
E’ necessario perciò tutelare al massimo la salute
della popolazione con interventi di prevenzione e facilità nelle cure. Dovrà
essere applicata rapidamente e nella maniera più stringente possibile la
Valutazione del Danno Sanitario (VDS) contenuta nella normativa regionale e
nazionale;
6) Particolare attenzione e tutela deve essere posta
nei confronti dei LAVORATORI che operano all’interno dello stabilimento ILVA:
prime vittime e, anzi, due volte vittime dell’inquinamento.
7) Serve un garante per l’AIA figura diversa dal
commissario . E non può essere una mera figura istituzionale, senza poteri e
senza mezzi, ma deve essere resa operativa ed efficace, dotandola di veri
poteri, mezzi e strumenti, affiancandolo dalla partecipazione attiva dei
cittadini.
cordialmente
dott. Fabio Millarte
Presidente Wwf Taranto Onlus