ANCORA PIU' GRAVE CHE ANCORA NON SIA
STATO CHIESTO DANNO PER SENTENZA CASSAZIONE GIA' PASSATA IN GIUDICATO
"La decisione del Tribunale civile
di Taranto che ha rigettato la richiesta di accertamento preventivo del danno
contro Ilva fatto dal sindaco di Taranto è il frutto di un clamoroso autogol
del sindaco Stefano che ha fatto vincere un round ai Riva ricorrendo in sede civile
e chiedendo un accertamento tecnico preventivo senza considerare che esiste una
procedura penale in corso". Lo dichiara il Presidente dei Verdi e
consigliere comunale di Taranto Angelo Bonelli che aggiunge: "Ma la cosa
grave e' che il comune di Taranto non ha ancora richiesto il danno per il
procedimento penale che ha portato alla condanna in sede di Cassazione penale
della sentenza emessa il 29.9.2005 per inquinamento contro Riva".
Nelle vicende giudiziarie gestite dal
comune ci sono moltissimi punti su cui il sindaco deve fare immediatamente
chiarezza. Vogliamo sapere: 1) se c'e stata prescrizione per la richiesta
del danno rispetto alla sentenza della Cassazione contro i Riva, già passata in
giudicato; 2) sulla base di quale criterio tecnico scientifico il sindaco
Stefano abbia conferito l'incarico per la definizione del danno relativo a
quella sentenza ad una giovane dottoressa commercialista: in base a quali
criteri questo danno è stato quantificato solo in 700 milioni di euro".
"Insomma sembra proprio che a
pasticci si sommino pasticci fatti da un sindaco che dovrebbe essere in prima
linea per difendere la salute dei tarantini - conclude Bonelli -. Ma come è
possibile che 330 morti, migliaia di malati, danni irreversibili
all'agricoltura e alla mitilicoltura, inquinamento della falda valgano quella
cifra? E' venuto il momento che Stefano dia delle risposte alla città perché la
superficialità sta facendo pagare un prezzo alto ai tarantini".
Roma, 17 luglio 2013