TARANTO: BONELLI (VERDI), QUESTA
MATTINA PRESENTATO ESPOSTO A PROCURATORE SEBASTIO
SI CHIEDE: 1) VERIFICA SU EVENTUALI
REATI CONTRO AMBIENTE; 2) UNA PERIZIA CHIMICA SU IMPIANTO ENI
3) UNA VERIFICA SU CENTRALINE
MONITORAGGIO CHE SAREBBERO INATTIVE
Questa mattina il Presidente dei Verdi
Angelo Bonelli ha incontrato il procuratore capo di Taranto dott. Franco
Sebastio al quale ha presentato un esposto per all'incidente avvenuto nei
giorni scorsi all'impianto dell'Eni di Taranto. Il Procuratore ha informato il
leader ecologista che è già stata aperta un'indagine e che sono in corso
accertamenti.
Nella lettera denuncia del leader
ecologista si legge: "Negli ultimi mesi a Taranto la popolazione ha
avvertito e respirato aria con forte odore di gas che secondo alcuni
proveniente dall'impianto di raffinazione ENI. In data 8 luglio un'interruzione
di energia elettrica ha provocato l’immissione in atmosfera di fumi neri
provenienti dalle "torce" dell'Eni, fenomeno ripreso in video e foto
da numerosi cittadini. Dei liquidi misti a idrocarburi provenienti sempre
dall’impianto di raffinazione inoltre si sono riversati in mare richiedendo
l’intervento della Capitaneria di Porto e delle navi
antinquinamento".
"Nella giornata del 9 luglio un
forte odore di gas ha invaso la citta' di Taranto con cittadini che in preda
all'ansia e senza nessuna informazione da parte delle istituzioni preposte,
hanno inviato numerose segnalazioni ad Arpa Puglia e ai carabinieri del Noe -
prosegue l'esposto -. Lo scrivente ha appreso che non sarebbero attive le
centraline perimetrali previste dall'Aia dell'Eni e che quelle esistenti non
sarebbero collegate telematicamente con l'Arpa. In conseguenza di questo
l'Arpa Puglia non sarebbe in grado, dai propri uffici, di sapere quanto le centraline
Eni misurino in tempo reale in termini di emissioni.
Eni e Arpa non sarebbero collegate fra loro via
Internet e i dati di inquinamento Eni sarebbero off-line".
"Ritengo quanto riportato un fatto
di estrema gravità non solo per l’inquinamento determinatosi e il danno alla
salute e all’ambiente che potrebbe aver provocato, ma con le centraline di
monitoraggio non attive le prescrizioni dell’Aia per l’ENI non troverebbero
applicazione, non mettendo i cittadini nelle condizioni di sapere cosa
respirano e che rischi corrono - continua -. L’assenza di informazioni
scientifiche e dati sulle emissioni prodotti dalle centraline non metterebbe
gli organi preposti alla tutela della salute e dell’ambiente di prendere i
necessari provvedimenti previsti dalla legge".
L'esposto di Bonelli si conclude con la
richiesta alla Procura di verificare "1) se siano stati commessi reati
contro la salute e l’ambiente derivanti dai continui odori di gas che
periodicamente avvolgono la città ed in particolare riguardo alla dinamica
dell’ultimo incidente. 2) se non ritenga necessario disporre di un’opportuna
perizia chimica sull’impianto Eni, di verificare se le disposizioni dell’Aia
siano applicate e se vi sia un omesso controllo da parte dell’organo vigilante
sull’AIA; di conoscere le ragioni per cui le centraline di monitoraggio
sarebbero inattive e se l’organo preposto alla vigilanza sia stato tempestivo
nel contestare questa carenza".
Roma, 10 luglio 2013