Black out: ennesimo incidente allo stabilimento Eni di
Taranto. Fumi neri stanno salendo verso il cielo.
In questo momento siamo tempestati di telefonate e la gente ha paura.
Riteniamo che la raffineria dell'Eni non sia adeguatamente controllata dal Ministero
dell'Ambiente e dai suoi organi tecnici; il Ministero dovrebbe verificare - con
esperti qualificati - lo stato degli impianti, la loro adeguatezza e sicurezza,
nonche' l'implementazione dell'Aia.
Non e' pensabile che un blocco dell'energia elettrica possa avere conseguenze
cosi' gravi e provocare un contraccolpo come questo, suscitando apprensione e
legittima preoccupazione fra la popolazione.
Quanto e' accaduto si aggiunge alle forti emissioni percepite nelle ultime
settimane e alle fughe di gas che i cittadini hanno avvertito. Basti pensare
che - da quanto ci risulta, parlando con l'Arpa - non sarebbero attive le
centraline perimetrali previste dall'Aia dell'Eni e che quelle esistenti non
sarebbero collegate telematicamente con l'Arpa.
In questo momento l'Arpa non e' in grado dai propri uffici di sapere quanto le
centraline Eni stanno misurando in tempo reale.
Mentre per l'Ilva gli organi di controllo hanno raggiunto una certa conoscenza
del processo produttivo e delle sue criticita', per la raffineria invece siamo
ancora molto indietro e non possiamo considerarci affatto soddisfatti.
Fabio Matacchiera
Presidente
Fondo Antidiossina
Alessandro Marescotti
Presidente
Peacelink
www.peacelink.it