Nell'audizione
del 24 giugno alla Camera dei Deputati, Commissioni riunite Attività produttive
e Ambiente, Legambiente ha presentato le proprie Osservazioni e
proposte di Emendamenti al "Decreto Ilva" n. 61/2013
recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del
lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale.
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il testo integrale delle Osservazioni e le Proposte di emendamenti al link
http://www.legambientetaranto.it/index.php/industria/item/216-decreto-commissariamento-ilva-legambiente-presenta-osservazioni-e-proposte-di-emendamenti.html#.UcnLQPmZXWk
Dopo le numerose inadempienze
dell'Ilva in merito alle prescrizioni del riesame dell'AIA,
Legambiente ha in più
occasioni formalmente richiesto che si sanzionasse l'azienda
con le misure previste dalla legge sopra citata. La
scelta del Commissariamento dell'Ilva di Taranto, inevitabile
conseguenza delle gravi e reiterate inadempienze dell'azienda nell'applicazione
dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, era
pertanto da noi ritenuta l'unica, estrema possibilità di affrontare il
risanamento degli impianti e del territorio tarantino senza
chiudere la fabbrica. Nel decreto legge 61/2013, però, ci
sono alcuni aspetti che ci preoccupano seriamente e che chiediamo siano
modificati nella conversione in legge. Per questo proponiamo una serie di
emendamenti con i seguenti obiettivi:
1) adottare tutte le garanzie previste dalla normativa vigente, affinché la nomina del Commissario e del Sub
Commissario ricada su figure che abbiano tutti i requisiti necessari
a svolgere in maniera adeguata, rigorosa e con il massimo della trasparenza il
proprio compito;
2)
impedire che nella norma siano introdotti ulteriori elementi di legislazione
straordinaria, come si configura il comitato dei tre esperti.
Occorre inoltre garantire che non siano proposte e
adottate modifiche all'AIA in vigore, meno rigorose e stringenti rispetto a
quelle già previste o che ne siano dilatati i tempi di attuazione;
3) applicare il principio
"chi inquina paga"
4) nel caso specifico dell'Ilva di Taranto è necessario prevedere una riduzione
della capacità produttiva autorizzata ad un massimo di 7
milioni di t/a di acciaio e la revisione
di tutte le AIA rilasciate in via provvisoria alle maggiori
imprese del territorio alla luce di una valutazione complessiva delle criticità
ambientali del territorio.
Legambiente
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