Mi chiamo BONDI, Enrico Bondi, manager con licenza di
uccidere per salvare i conti?
Nella intricata vicenda dell’ILVA Spa sempre più predomina la figura di Bondi Enrico, il manager detto mani di forbice e con licenza di sistemare i conti, a parer nostro, anche a scapito della salute dei tarantini.
Infatti, perché mai Bondi, che avrà pieni poteri sul sub
commissario e sui 3 commissari scelti dal Ministero dell’Ambiente (ma solo fra
60 gg), dovrebbe migliorare le condizioni di salute dei lavoratori e dei
tarantini, se il nuovo decreto “salva ILVA”, così recita: “I
proventi derivanti dall'attività dell'impresa commissariata restano nella
disponibilità del commissario nella misura necessaria all'attuazione dell'aia
ed alla gestione dell'impresa nel rispetto delle previsioni del presente
decreto.” E ancora “predispone … entro 60 giorni dalla nomina … il piano delle
misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della
popolazione e di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti. Il piano deve
altresì prevedere le azioni ed i tempi necessari per garantire il rispetto
delle prescrizioni di legge, e dell'AIA, la cui contestata violazione ha
determinato il commissariamento”.
Si
avete letto bene, un piano che ricalcola tempi e azioni. Un’AIA che andrebbe
revocata immediatamente, verrà sostanzialmente ancor più annacquata nei tempi e
nei modi.
Ma
del resto se un Ministro dichiara che “Bondi,
e' una garanzia”, e ancora di aver “preso
il più bravo giocatore sul mercato” per salvare “una ricchezza del Paese”
come l'Ilva di Taranto che “va salvata a tutti i costi”, perché “il
contrario non crea solo un problema occupazionale e un problema economico per
il nostro Paese, perché ne risentirebbe tutto il settore della meccanica - prosegue
il ministro- ma non risolverebbe e anzi aggraverebbe il problema ambientale
perché non ci sarebbero risorse per risanare un sito di quelle dimensioni”,
cosa potevamo aspettarci?
Ricordiamo al Ministro che neppure ILVA Spa ha le risorse
economiche, oltre le intenzioni, per risanare, visti i 2.9 miliardi di debiti. Dove
troveranno i 3.5 miliardi per un presunto risanamento ed i restanti denari
necessari per le bonifiche?
Ma c’è Bondi al timone ora della fabbrica ed egli ha gestito aziende
finite poi quasi tutte all'estero…a buon intenditore poche parole. Una cosa è
certa, il consigliere di Mario Monti, è un uomo di sistema, di quel
sistema delle banche che gioca ancora al risiko industriale a spese di
cittadini e lavoratori.
Non staremo a guardar morire i nostri concittadini ed i
nostri operai, siatene certi.
Impediremo
con tutte le nostre forze che l'economia tarantina rimanga dipendente dalle
dinamiche incoscienti e criminali del polo siderurgico, che è, a parere nostro,
ostacolo dello sviluppo locale, una cattedrale che desertifica.
Comitato Taranto “LIDER”