HOME D.E. GUEST BOOK SPORT ISCRIVITI DELFINARIO LINKS COOKIE POLICY


•   Riesame AIA ex Ilva: le valutazioni e richieste di Legambiente
•   Il Dossier Taranto di Legambiente sull’ex Ilva
•   GRETA CHIAMA TARANTO
•   ECCO PERCHE’ L’IMMUNITA’ NON E’ STATA TOLTA A EX-ILVA OGGI
ARCELOR MITTAL.

•   Resoconto del convegno sulla Xylella fastidiosa.


•   Taranto, tutto pronto per la Festa di Sant'Antonio 2019
•   “Storia e Architettura”
“San Pietro: l’altra Basilica”.

•   Attenti a quei due: confronto diretto tra Mare e Terra in una sfida tra grandi chef
•  Centro di Documentazione


•   MANDURIA (TA): La Coldiretti nella gestione del Parco dei Messapi
•   RICONOSCIMENTO NAZIONALE PER IL PIZZAIOLO TARANTINO PROFESSIONISTA MICHELE DI BARI
•   PULSANO: IL COMUNE FA COPRIRE TUTTE LE BUCHE SU VIA TARANTO



•  U Tarde nuestre -
rassegna quotidiana

•  Basket
•  Atletica
•  Delfini Erranti Touch Rugby Taranto
•  Altri


Notizie
Ricorrenze
Raccolta Foto


Google
Web DelfiniErranti.Org



stampa l'articolo
TARANTO LIBERA!!!
mercoledì 5 giugno 2013
delphin61@alice.it

SE TARANTO FOSSE COSI' IMPORTANTE PER L'ECONOMIA ITALIANA,SE DAVVERO IL PROFITTO VALE PIU' DELLA VITA E DEI CITTADINI SE DAVVERO LO STATO ESISTESSE E VOLESSE IL BENE DELLE PERSONE,TARANTO NON AVREBBE IL 40% DI DISOCCUPAZIONE,AVREBBE I TRENI,LE NAVI,L'AEREOPORTO,UN ECONOMIA FLORIDA,SERVIZI E STRUTTURE D'AVANGUARDIA,OSPEDALI,PARCHI,NEGOZI IN PIENA ATTIVITA' VI SAREBBE UNA NO TAX AREA,SI RICONVERTIREBBERO L'INDUSTRIE CHE INQUINANO E SI PAGHEREBBERO  ALLA CITTA'LE ROYALITS PER I DANNI AMBIENTALI SUBITI,ECC.ECC..ED INVECE NO ...NOI SIAMO SACRIFICABILI,I NOSTRI FIGLI,I NOSTRI CARI DEVONO SUBIRE QUESTA VERGOGNA,QUESTA VIOLENZA,QUESTO GENOCIDIO DEGNO DI BOPHAL SENZA NEPPURE AVERNE NULLA IN CAMBIO,SENZA AVERE VOCE SULLE SCELTE,SENZA POTERSI RIBELLARE PERCHE' IN GRAN PARTE IGNARI O DISINFORMATI..
CHIEDO A TUTTI UN ATTO DI COSCIENZA COLLETTIVA IN NOME DI UNA CITTA' DESTINATA PER DECRETO LEGGE AD ESSERE DISTRUTTA INSIEME AI SUOI ABITANTI IN UNA GUERRA NON DICHIARATA DI COLONIALISMO FEROCE NATO SULL'ILLEGALITA' E SUL SOPRUSO..IL NS GRIDO DISPERATO E' ..AIUTATECI!!

Durante la riunione straordinaria convocata ieri a Bari dal governatore della Puglia Nichi Vendola sulla vicenda Ilva, il dottor Sante Minerba direttore dell’Unità Operativa di Statistica ed Epidemiologia della ASL/TA (che ringraziamo per la sensibilità mostrata nei confronti della nostra testata), ha illustrato alcune slide inerenti il registro tumori di Taranto, che lo scorso 27 marzo (insieme a Lecce) ha ottenuto l’accreditamento ufficiale da parte dell’AIRTUM. L’accreditamento delle prime due sezioni del Registro Tumori Puglia è avvenuto nel corso della XVII riunione annuale dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori che si è svolta lo scorso marzo a Bolzano.

All’accreditamento possono accedere solo i registri che abbiano completato i dati di incidenza delle malattie neoplastiche per almeno tre anni consecutivi. Il percorso di accreditamento ha visto la Commissione di Valutazione sottoporre ad un lungo esame i registri leccese e tarantino, guidati il primo dalla dr.ssa Anna Melcarne (responsabile della UO Registro Tumori della ASL di Lecce) con il dr. Fabrizio Quarta (direttore della UO di Statistica ed Epidemiologia della ASL di Lecce) e il secondo dal dr. Sante Minerba (direttore della UO di Statistica ed Epidemiologia della ASL di Taranto) con la dott.ssa Mincuzzi Antonia.

I dati del registro tumori di Taranto, che riguardano il triennio 2006-2007-2008, evidenziano un dato certo ed inconfutabile: il SIN di Taranto (che comprende Taranto e Statte) presenta dati di incidenza superiori, per alcune tipologie di tumori, negli uomini che nelle donne, se confrontati sia con i dai del resto d’Italia sia  con quelli del Sud Italia e delle Isole.

Negli uomini nel SIN di Taranto si registra un’incidenza superiore rispetto resto della provincia ionica, per i tumori di testa e collo (+32%), colon e retto (+23%), fegato (+39%), pancreas (+38%), polmone (+58%), melanoma cutaneo (+89%), mesotelioma (+296%), ( prostata (+15%), rene e vie urinarie (+93%), vescica (+30%), linfoma non Hodgkin (+45%), per un totale di +30% sul totale dei casi osservati. Nelle donne invece, si registra per lo stomaco un clamoroso +108%, +13% per colon e retto, +84% per il fegato, +50% per il polmone, +32% per melanoma cutaneo, +27% per la mammella, +69% per il corpo dell’utero, per un +20% sul totale dei casi osservati (esclusi cute e tumori non maligni del SNC).

Queste percentuali sono da riferirsi al numero atteso di confronto. Per esempio: se per il mesotelioma l’atteso sarebbero 3 casi, noi osserviamo nel SIN di Taranto 12-13 casi per il triennio, il che equivale a circa un 300% di eccesso. Se confrontiamo i dati della provincia con il resto d’Italia e il Sud/Isole i dati di incidenza sono leggermente inferiori rispetto a quelli osservati dal confronto SIN-resto della provincia ionica, ma pur sempre significativi.

Dati terrificanti, di fronte ai quali bisognerebbe semplicemente fermarsi. Restando in silenzio per il rispetto del dolore e della sofferenza che essi portano con sé. Quei dati raccontano la storia drammatica di questa città, dopo anni ed anni di inquinamento prodotto dalla grande industria e dalla Marina Militare. E le previsioni per il futuro non sono di certo migliori. Dati che spiegano, meglio di qualsiasi teoria economica e politica, il perché questo territorio deve essere liberato dalla presenza invasiva e coloniale (aggettivo che usammo oltre quattro anni fa dopo l’ennesima presentazione del Rapporto ambiente e sicurezza dell’Ilva del 2009) degli impianti industriali.

Ciò detto, sentiamo il dovere morale di ringraziare ancora una volta coloro i quali hanno lavorato e continuano a farlo con grande ostinazione e passione, alla realizzazione del registro tumori di Taranto: persone a cui l’intera comunità tarantina dovrà sempre essere riconoscente. Antonia Mincuzzi (Dirigente Medico S.C. Statistica Epidemiologia ASL TA Settore Registro Tumori e Studi Epidemiologici coordinatore attività del Registro Codificatore), Simona Carone (Biologa, con contratto di collaborazione con l’IRCCS Oncologico di Bari Rilevatore e codificatore), Margherita Tanzarella (Operatore con contratto di collaborazione con l’IRCCS Oncologico di Bari Rilevatore e collaboratore nelle attività di codifica) e Giuseppe Leone (DirigenteAmm.vo S.C. Statistica Epidemiologia ASL TA Informatico Supporto Informatico. Il tutto sotto la supervisione di Sante Minerba (Direttore Medico S.C. Statistica Epidemiologia ASL TA Resp.le Registro, Codificatore). Anche questa è la Taranto migliore da salvare e da cui ripartire.

Bene. A quanto pare siamo alla resa dei conti. Dopo l’attuazione del decreto (trasformato subito in legge) denominato “Salva-Ilva”, pareva che la stampa nazionale avesse cancellato Taranto dalle proprie mappe, sin dal giorno dopo. Adesso si riaffaccia, salvo rari casi, in modo clamoroso, invadente e partigiano, facendo dichiarazioni degne di querela e riconducibili al più basso e meschino terrorismo mediatico, senza che venga mai fatta menzione dei malati di tumore, dei picchi di SLA, delle altre malattie direttamente riconducibili all’inquinamento industriale, dei morti, delle morti bianche, del DNA geneticamente modificato, dello sporco ricatto, degli interessi bancari, delle lobbies laiche e clericali che si muovono all’ombra del ferro vecchio e di tutto il fecciume che dentro e attorno ad esso gravita. Inoltre, i 12.000 lavoratori diretti dello stabilimento Ilva di Taranto, assieme ai circa 3.000 colleghi dell’indotto, sono diventati, all’improvviso, 20.000, 30.000, 40.000, assestandosi, almeno fino a ieri, sul piano dei 50.000!!! Peccato, però, che l’ammontare complessivo dei lavoratori dell’intero Gruppo Riva sparsi per il mondo superi di poco le 20.000 unità. Forse aveva ragione William Burroughs quando diceva: “Nulla è vero, tutto è permesso”. Ora, fermo restando che la VITA e la DIGNITA’ di ogni singolo lavoratore siano SACRE e vadano tutelate, a rischio di sembrare campanilista, non posso fare di un’erba un fascio. Non posso considerare sullo stesso piano i lavoratori di Taranto, quelli di Genova e compagnia cantante, perché sono solo i LAVORATORI TARANTINI ad essere sottoposti a condizioni di lavoro da terzo mondo e costretti ad UCCIDERSI e ad UCCIDERE per un tozzo di pane avvelenato. E’ facile alzare la “bandiera comune del lavoratore” quando ci fa comodo, arte nella quale i sindacati sono maestri. Eh, no! Questa volta no! Il lavoratore resta sempre un lavoratore solo e fino a quando conserva pari dignità di UOMO LIBERO!!! A Taranto non esiste!!! Ecco perché i nostri lavoratori sono differenti! Ecco perché chiedo a tutti gli altri di avere la decenza di tacere!!! Quando si paventava la chiusura di Taranto, a Genova scoppiava l’inferno. E’ forse scoppiato l’inferno quando morivano i tre lavoratori nostrani negli ultimi mesi? E’ forse scoppiato l’inferno allorquando veniva denunciato l’ennesimo caso di tumore e/o di malattia rara o si srotolava per la città l’ennesimo corteo funebre? E’ forse scoppiato l’inferno quando migliaia di lavoratori perdevano il lavoro a causa del ferro-vecchio? Direi proprio di no. La solidarietà, cari amici, è come un boomerang: se vuoi che torni, devi prima lanciarla. Per cui, senza offesa, limitiamoci a parlare di Taranto. In tutto questo, nel grande festival dell’ipocrisia e della pochezza d’animo, la grande guerra dei numeri non serve ad altro che a scatenare l’indignazione popolare, terreno fertile sul quale creare le basi per l’avallo alle soluzioni che il governo sta maturando. Immagino!!!… Qui a Taranto già si parla ironicamente dell’ennesima “supposta”. Ma ormai siamo in primavera e l’estate è ormai alle porte, motivo per il quale reputo che il consumo di paracetamolo possa ritenersi ormai esaurito, proprio come la nostra pazienza. Ringraziando dunque il governo per il siluro medicamentoso che si appresta a rifilare alla città dei due mari (mi si consenta la legittima diffidenza), preferisco restituire il gentil dono, avanzando proposte esplicite che, seppur a titolo personale, sono certo che interpretino gran parte della volontà popolare. 1) A fronte della gravissima situazione sanitaria e ambientale in cui versa la città di Taranto e la sua provincia, gli impianti inquinanti vanno immediatamente bloccati senza se e senza ma, in quanto causa di malattia e morte. A tal riguardo ritengo direttamente responsabili delle emissioni inquinanti degli ultimi mesi tutti coloro che, con noncuranza o malafede, abbiano fatto in modo che si perpetrasse il reato, ministero dell’ambiente in primis. In più tutti coloro che, nel recente passato e in quello più remoto, avrebbero dovuto vigilare e non lo hanno fatto per colpa o per dolo. 2) Una volta bloccati gli impianti, si profilano due soluzioni: a) Abbattimento degli stessi, bonifica e riconversione dell’intera area, impiegando gli stessi lavoratori Ilva, più qualsiasi professionalità (tarantina) si ritenga necessaria al delicatissimo e durevole lavoro in oggetto. b) Se si ritiene che l’acciaio tarantino sia così indispensabile per l’economia del paese, si provveda dunque ad abbattere tutti gli impianti obsoleti, per costruirne altri ex novo (sempre con l’utilizzo di manodopera tarantina). Una volta superata questa fase, gli impianti verranno sottoposti a test specifici e potranno entrare a regime solo se assolutamente NON INQUINANTI, quindi esulando da qualsiasi norma scritta per l’occasione ad hoc. A Taranto non sarà più tollerato nemmeno un nanogrammo di inquinante riconducibile alla grande industria, e che sia ben chiaro, a scanso di equivoci. Inoltre, qualora si dovesse procedere in questa direzione, dovrà essere corrisposta ANNUALMENTE alla città di Taranto, oltre alle tasse territoriali, una somma pari a 500 milioni di euro, rivalutata annualmente secondo l’aggiornamento ISTAT, a titolo di compensazione per lo sfruttamento territoriale corrente e di quello passato, e a titolo di risarcimento per il gravissimo danno subito in termini di malattie, morti e impoverimento indotto causati sia dalla gestione statale che da quella privata per più di 50 anni. In entrambi i casi (vedi punto 1 e punto 2), dovranno essere immediatamente avviati e completati i lavori per il porto turistico (per ospitare navi da crociera in Mar Grande) e attivato al traffico passeggeri l’aeroporto di Grottaglie (Ta), Arlotta. Inoltre, Taranto dovrà essere proclamata NO TAX AREA per un periodo di almeno 15 anni, sempre a titolo di risarcimento e perché la grande industria, anche qualora non dovesse inquinare, resta comunque una presenza poco gradita a causa del suo pregresso storico e perché un’offesa al senso estetico di questa perla. Considerando le gravissime responsabilità in questione e a fronte degli sconfinati interessi che lo Stato Italiano cova su questo territorio, lo stesso trattamento vale per tutte le altre consorelle non gradite, attualmente presenti. L’ENI dovrà essere sottoposta a controlli accuratissimi. Anche per questa azienda ci sarà “tolleranza zero”. Se i controlli (inquinamento zero) non dovessero essere superati, gli impianti dovranno essere bloccati immediatamente e valutare come nel precedente punto 1, 2/a e/o 2b. In merito alla materia risarcitoria e compensativa, anche qualora i controlli fossero superati, se vorrà restare (sottolineo, sempre ammesso che non inquini), dovrà corrispondere, oltre a quanto già previsto, royalties territoriali consistenti in un abbassamento drastico e perpetuo del costo della benzina su tutto il territorio cittadino, con un valore di riferimento per la benzina verde di non oltre 1 euro a litro (con adeguamento annuale di non oltre il 5%). Oltre a beneficiarne direttamente i cittadini, si creerebbe un flusso non indifferente di avventori forestieri che, allettati dalla possibilità di fare un pieno a cifre ragionevoli, approfitterebbero per visitare la città, con tutte le conseguenze positive del caso. Si dia per scontato, a fronte di quanto testé detto, che non verrà concessa autorizzazione ad ampliamenti che possano ulteriormente sacrificare questo territorio (no a Tempa Rossa, no alle trivellazioni, no al parco eolico in Mar Grande.) Parimenti per Cementir (alla quale va subito interdetta l’autorizzazione a smaltire rifiuti) e qualsiasi altra forma inquinante presente su territorio tarantino. Dovranno essere tutte sottoposte alle stesse considerazioni del punto 1 e del punto 2, corresponsione delle royalties compresa (in questo caso da stabilirle singolarmente). In merito all’Arsenale e alla Marina Militare, si provveda immediatamente alla corresponsione e alla restituzione alla città di aree di cui si è fatto uso oltremodo, oltre a quelle già previste dalle attuazioni in corso. L’Arsenale, a fronte del fortissimo ridimensionamento occupazionale patito negli anni, non ha più necessità di estendersi su un’aria sconfinata della città, per cui si provveda ad abbattere il muro denominato “muraglione”, restituendo uno degli affacci più belli del mondo. Si provveda anche alla “restituzione” delle isole Cheradi, assolutamente indispensabili per una città a vocazione turistica e, allo stato attuale, assolutamente in disuso. Si provveda, altresì, allo sgombero immediato di qualsiasi postazione dal Mar Piccolo, del cui inquinamento è corresponsabile la stessa MM. Si provveda, altresì, alla bonifica della nave militare Vittorio Veneto, attualmente in Mar Piccolo, affinché diventi nave museo visitabile dai turisti (a Parigi ho pagato 10 euro per vedere un sommergibile in secca!!!). Inoltre, sulla scia dell’eccellente lavoro avviato e continuato dall’ammiraglio Ricci in merito alla ristrutturazione del Castello Aragonese, e auspicando una serena e corretta convivenza con la Marina, si invita la stessa ad aprire le porte della base navale un giorno alla settimana, per consentire ai turisti la visita di navi e quant’altro si ritenga lecito. Considerata le gravità in questione e l’enorme mole di interessi dello Stato Italiano su questo territorio già ampiamente sfruttato e martoriato da oltre un secolo di colonialismo scellerato e assassino, confido che i diretti responsabili della sua gestione attuale vogliano cogliere in Taranto una straordinaria opportunità, riconoscendole quanto dovutole. E sempre poco sarà!!! Credo di essere ragionevole. O SI CAMBIA REGISTRO, O TARANTO SI SENTIRA’ AUTORIZZATA, ai fini della propria sopravvivenza (diritto sacrosanto), A VOLTARGLI LE SPALLE! Una minaccia? No, solo un pacato consiglio! TARANTO LIBERA!!!”

 

 


Segnala questa pagina
mappa del sito

Per un tuo commento scrivi sul Guest Book del Delfini Erranti


home   cookie policy guest book   sport   cultura   società   ambiente   delfinario   blunote