Cittadini della provincia di
Taranto, cittadini italiani, Presidente, ministri, colleghi,
Molti o forse tutti gli interventi
in quest'aula, adducendo cifre e numeri, vorranno convincerci
dell'assoluta necessità che lo stabilimento Ilva continui
la produzione, AD OGNI COSTO. E se qualcuno pensa di quantificarlo in termini
economici, sappia che ci sono valori che non sono monetizzabili: in primisi, la
vita e la salute.
A pochi mesi dall'entrata in
vigore del decreto “Ammazza Taranto”, le vicenda legate al siderurgico
ritornano urgentemente in quest'aula. Eppure a rileggere la pagina dedicata nel
DEF del Governo Monti, si è indotti a credere che la vicenda si stava
risolvendo per il meglio.
Non è così: prendete atto che la vostra politica, ancora
una volta, ha fallito!
Il caso "Ilva" non è un problema di carenza di
commesse, di crisi del settore. Nel 2011, il gruppo RIVA ha fatturato 10
Miliardi.
Non è neanche un problema di
proprietà, di gestione o della forma di commissariamento.
Oggi si parla di Ilva perché la perizia epidemiologica
nell'indagine della procura, MAI smentita dall'azienda, parla chiaramente di “Eventi
di malattia e Morte”! Molte centinaia di ricoveri all'anno, soprattutto in
età pediatrica, e 30 decessi all'anno. Direttamente riconducibili all'ILVA.
Si parla di Ilva perché a
Taranto i bambini hanno il sangue pesante, con il piombo. Si DEVE parlare
di Ilva perché il latte
materno a Taranto è contaminato da diossina.
Per questo il GIP Todisco, a luglio
2012, emanava il decreto di sequestro, dell'area a caldo dell'Ilva, intimando
di bloccare, non l'attività lavorativa, bensì le cause degli eventi di
malattia e morte!
"La ricchezza non è una colpa
o una vergogna", parole di chi ha proposto e approvato il decreto
"Ammazza Taranto", insieme a tutti i partiti presenti in
quest'aula. Il governo e questi partiti, consentendo la prosecuzione
dell’attività inquinante, hanno assunto la responsabilità di procurare danni
alla vita e alla salute di persone, di cui “ignorano soltanto il volto”, in
VIOLAZIONE DELLA CONVENZIONE EUROPEA DELLA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DELL’UOMO.
Ma non è l'unica ragione per cui questo
è un caso europeo. In Europa vige il principio che “chi inquina paga”: ma forse
Taranto non è in Europa... Le prescrizioni contenute nell'AIA, ad oggi, sono
disattese e ancora non sono state irrogate le sanzioni previste! Cosa succede
ad un esercizio commerciale che non abbia una licenza? Rispondano gli italiani
ai signori ministri...
Se le
prescrizioni non sono rispettate, e non lo sono, questo significa che le cause
che portano allo stato di “malattia e morte” non sono rimosse!
In ogni
caso chi crede che l'applicazione dell'AIA risolverà i problemi di salute, si
illude: in un'analisi sul primo “rapporto sulla valutazione del danno
sanitario”, redatto dall’ARPA Puglia, si apprende che i rischi verrebbero
dimezzati, non eliminati! Inoltre, il rapporto esamina
-
i
rischi tumorali legati alla sola inalazione (non a quelli per ingestione di
alimenti)
-
i rischi in
soggetti adulti, non nei bambini!
Si dimezzeranno i condannati a
morte dal profitto privato.
Le istituzioni devono garantire
una scelta, devono impegnarsi a fornire un'alternativa, perchè dopo averle
distrutte TUTTE, VOLONTARIAMENTE, PER DECENNI, con il falso mito del benessere
portato dai posti di lavoro dell'industria pesante, DEVONO spezzare le catene
del ricatto che chiede se morire di fame o morire per tumore, o per entrambi.
Come scegliere tra la sedia elettrica e la camera a gas.
Non è una colpa fare profitto a
discapito della vita delle persone? Non è una vergogna avere uno
stabilimento incompatibile con la salute umana a 500 metri dalle scuole? È
possibile uccidere la vocazione di un territorio, il futuro di una città, la
speranza di centinaia di migliaia di italiani?
Quale società è quella in cui non
si possono tumulare i propri morti per la contaminazione del terreno? Quale
civiltà è quella in cui ai bambini è vietato giocare in un cortile all'aria
aperta?
Quante morti si possono ignorare
per il profitto di pochi? Si può uccidere a norma di legge cittadini inermi? La
competitività di una azienda può essere costruita sulla demolizione dei diritti
di cittadini e lavoratori?
Il caso Ilva è questo, e non potrà
trovare soluzione senza rispondere a queste domande.
Sorvoliamo per questioni di tempo,
sull'operazione “Ambiente svenduto”, sulle minacciate crisi occupazionali con
cifre non confermate solo per spaventare l'opinione pubblica. E ancora sui
lavoratori dei quali il
mondo politico e SINDACALE non parlano MAI, quelli delle attività danneggiate
dall'inquinamento: la mitilicoltura, l'allevamento e l'agricoltura. Perché non
si ricordano MAI le alternative possibili, anche quelle costruite su turismo,
arte e storia ?
La
verità è che i cittadini sono stanchi delle VOSTRE decisioni prese a porte
chiuse, di subire le azioni di una classe politica che, quando anche non
collusa, si è sicuramente dimostrata incapace di saper gestire il bene comune e
di non garantire diritti fondamentali, non solo a Taranto che oggi è emblema di
tutto questo.
Nessuno tra le autoritá si è
recato a Taranto! Avete indetto incontri addirittura nei CINEPORTI, ma sempre
senza coinvolgere i cittadini.
Non crederete ancora che i
problemi si possano risolvere calando risposte dall'alto o davanti ad una
telecamera?
Noi vorremmo che qualunque
percorso cominci oggi sia, non solo PER i cittadini, ma INSIEME ai cittadini nel rispetto di TUTTI i diritti a
cominciare dal DIRITTO AL LAVORO IN UN AMBIENTE SANO! Ci sono scenari possibili solo quando c'è la volontà di
attuarli, non per decreto ma per il bene di tutti.
Nella
cosiddetta “strategia industriale per la filiera
produttiva dell'acciaio” che il governo deve presentare in 30 giorni, allora si preveda una riqualificazione
produttiva di aree di “crisi industriale complessa”, si preveda una riqualificazione del
territorio, si preveda lo spegnimento immediato della parte più inquinante,
l'area a caldo, esattamente come avvenuto a Genova, garantendo il reddito ai
lavoratori!
Il governo ha il dovere, anche e
soprattutto morale, di valutare altri scenari con i cittadini perchè
L'ACCIAIO
DI TUTTO IL MONDO NON VALE LA VITA DI UN SINGOLO BAMBINO.