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Ilva: Il Governo intervenga per il futuro dei Tarantini e il reddito dei lavoratori
lunedì 3 giugno 2013

da amicidibeppegrillotaranto@gmail.com




 

Il Movimento 5 Stelle per iniziativa del Deputato Portavoce Diego De Lorenzis, ha depositato una interpellanza sulla vicenda Ilva per chiedere al Governo come intende procedere per  la vertenza che riguarda l’industria collocata di fianco alla città di Taranto.

Ancora una volta riscontriamo dal mondo politico in generale, volontà che sembrano mostrare maggiore interesse alla produzione dimenticando la salute degli operai, dei cittadini e la tutela dell’ambiente. La politica,  si dimentica presto dei bambini del quartiere Tamburi che durante le ore diurne a scuola respirano aria non certo pura e che non possono giocare nelle poche aree verdi disponibili a causa dell’inquinamento, la politica si dimentica di donne e uomini che ogni giorno spazzano elevate quantità di polveri minerarie dalla propria abitazione, si dimentica presto degli eventi di malattia e morte, che nessuno ha dimostrato essersi arrestati.

Così come ormai sembrano dimenticati dal mondo politico le attività lavorative già esistenti che hanno subito fortissimi danni come le piccole e medie imprese del mondo agricolo, dell’allevamento e della mitilicoltura. Imprenditori e lavoratori non tutelati da sindacati che non solo hanno subito l’inerzia dei politici e il veleno  dell’inquinamento ma che ancora oggi non hanno avuto una indennità adeguata per i danni subiti.

La politica è sempre intervenuta malissimo nella vicenda Ilva, con estrema miopia a riguardo dei problemi ambientali e della salute. Leggendo le 46 pagine del decreto di sequestro preventivo del 22 maggio 2013 firmato dal GIP di Taranto, Patrizia Todisco, si apprende di come la situazione di oggi, non sia differente rispetto a prima dell’intervento legislativo del “Salva Ilva”.

Scoprendo il testo depositato dal GIP ci si accorge che se da una parte, quindi, c’è veleno  per chi è fuori  dalla fabbrica, invece per chi è dentro oltre al veleno da respirare, ci sono anche impianti che non garantiscono la sicurezza per chi ci lavora e le morti dei lavoratori avvenute in questi ultimi mesi, sarebbero dovute soprattutto a quest’ultimo aspetto.

A questa situazione tragica, si somma adesso anche la consueta minaccia di instabilità lavorativa che subiscono perpetuamente gli operai, questa volta l’intero Consiglio di Amministrazione dell’Ilva Spa si è dimesso e si è in attesa da Palazzo Chigi della soluzione al problema.

Ripetutamente le decisioni vengono prese lontano da Taranto e dai suoi abitanti, ignorati per l’ennesima volta dalla politica a tutti livelli, compresa quella regionale del governo Vendola che preferisce discutere di Ilva a Bari e non a Taranto.

E mentre tutte le amministrazioni si interrogano sul come fare per far continuare, e non si sa ancora per quanto tempo ancora, a produrre acciaio da un impianto enorme, obsoleto, troppo vicino alla città, che si è dimostrato fino ad ora deleterio per qualsiasi organismo vivente, fortemente energivoro, che si impossessa di diverse decine di milioni di metri cubi di acqua appartenenti al territorio, che produce immense quantità di rifiuti speciali, che con la sua attività, pregiudica le alternative economiche, in questo stato dei fatti, nessun  politico pensa alla pianificazione e al futuro di Taranto.

Per questo si chiede tramite l’interpellanza ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico,

- se non ritengano opportuno valutare metodologie di conversione industriale della produzione di acciaio attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie quali il Corex e il Finex.

-se non ritengono procedere come è avvenuto a Genova, attuando la chiusura dell’area a caldo, per salvaguardare l'ambiente e la salute della cittadinanza;

- se non ritengano possibile procedere ad una riconversione economica dell’area, guardando ad esempi virtuosi come il modello di Pittsburgh, di Bilbao o della valle della Rhur;

- se non reputino necessario adottare delle misure volte a garantire il reddito dei lavoratori, anche alla luce delle recenti dimissioni del consiglio di amministrazione.

Pianificare il futuro di Taranto darebbe risposte sensate al presente di una città troppo spesso sacrificata ad un’idea maledetta di sviluppo!

Roma  2 Giugno 2013

 

 

 

 





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