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Caro dott. Stefano
(consenta che mi rivolga con l’appellativo che le spetta di diritto ed al
quale ha sempre reso onore), vox populi diffonde un’ inquietante notizia che,
se veritiera, andrà ancor più ad incidere sulla vivibilità di questa martoriata
città. Pare si voglia ingrandire quella sorta di souk denominato “mercato di P.
Sicilia” o, più giustamente, “mercato di via Lucania”, “invadendo” il giardino
del plesso scolastico “Alfieri” con le bancarelle di generi vari attualmente
ubicate all’esterno del capannone mercatale.
In pratica, si dovrebbe
abbattere il muro divisorio ed entrare nel recinto destinato alla scuola,
costretta a subire l’oltraggio ad oggi vissuto dagli abitanti delle strade
usate come mercato all’aperto, oltre alla violazione del diritto allo studio e
ad un ambiente protetto per gli alunni. Facile immaginare come la mattinata
sarà scandita dalle urla degli ambulanti, dal via vai di acquirenti, dal carico
e scarico merci, “conditi” dai lezzi che si leveranno senza sosta.
C’è da chiedersi, se le
voci risultassero vere, con quale criterio si operino certe scelte che
sembrano veri e propri insulti, scelte che, tra l’altro, avrebbero un costo.
Non sarebbe più serio, più
dignitoso, più razionale trasferire gli ambulanti nell’area ex-Camuzzi, dove si
potrebbe allestire un mercato in linea con tutti i requisiti previsti?
Qualche centinaio di metri
ed una struttura idonea, nessuna penalizzazione per gli operatori, anzi… Cosa
si oppone a siffatta soluzione? Le resistenze degli operatori timorosi di una
riduzione del flusso di utenti?
La proverbiale pigrizia che
spinge, sempre e comunque, ad ostacolare le innovazioni?
Rammentiamo, tutti, le
polemiche precedenti e successive all’istituzione dell’isola pedonale, ora
assolutamente intoccabile; rammentiamo la diatriba per la costruzione dei
Giardini Virgilio, e così via. In pratica? In pratica le polemiche ci sono
sempre e comunque, ma durano poco, molto poco, per cui l’amministrazione
comunale dovrebbe intervenire per rimuovere e sanare una situazione di degrado
mortificante, intervenire con risolutezza come è stato per Piazza Marconi, per
Piazza Icco, per il Mercato Coperto.
O, forse, gli
amministratori temono di perdere consensi, di non vedersi rinnovare il mandato?
Speriamo la notizia
dell'ampliamento sia inconsistente, ma, se così non fosse, caro dott. Stefano
cominci ad abbandonare l’idea di candidare Taranto a Capitale europea della
cultura per il 2019, perché a eventuali turisti si dovrebbero “imporre”
itinerari tassativi ( tristi ricordi di regimi dittatoriali).
Tra l’altro l’idea della
candidatura di Taranto appare utopistica, suscita non poche perplessità. Valga
per tutte la dichiarazione del Consigliere regionale PdL, Arnaldo Sala.
“A Palazzo di Città
è andata in scena una delle tante farse politiche, infarcite di promesse
demagogiche, a cui ci ha abituato il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, solo
che, non contento del ‘palcoscenico locale’, ha pensato bene di arrivare a
livello europeo, con uno special guest: il Sindaco di Bari Michele Emiliano.
Il primo cittadino
di Bari, città le cui influenze da sempre fortemente penalizzano Taranto, ha
avuto una bella pensata: candidare Taranto a Capitale europea della Cultura per
il 2019, in concorrenza con città come Venezia, Bergamo, Matera, Trieste,
Ravenna … .
La pensata di
Michele Emiliano – Sindaco di Bari e candidato in pectore alla Presidenza della
Regione Puglia nella fase post Vendola – è astuta: nessuna città pugliese ha le
carte in regola per diventare Capitale europea della Cultura, allora che fa:
propone Taranto!
Da anni
l’amministrazione comunale di Taranto si caratterizza per l’incapacità di
affrontare problemi, importanti e non: il disastro delle municipalizzate, la
drammatica vertenza ambientale affrontata da Stefàno mandando letterine a Bari
e Roma, voragini che si aprono nei mercati rionali inghiottendo furgoni.
Soprattutto, da
quando Ippazio Stefàno guida la città è latitante la ‘Politica’ con la “P”
maiuscola, quella che dovrebbe disegnare una strategia per il futuro della
nostra città: penso all’assetto urbanistico del Territorio, e si tira a campare
senza un progetto politico con un ridicolo valzer di assessori, alcuni persino
a tempo determinato … .
Difficile credere
che questa macchina politico-amministrativa riesca in pochi mesi, con l’estate
di mezzo, ad elaborare un progetto credibile per la candidatura di Taranto a
Capitale Europea della Cultura: lo farà il nuovo Assessore comunale alla
cultura con contratto semestrale?
E dove si dovrebbe
tenere la solenne cerimonia a livello europeo?
Taranto non ha una
location organizzata in grado di ospitare un evento di così grande portata,
probabilmente qualcuno immagina e spera che sino ad allora il Palazzo degli
Uffici possa essere completato; Taranto non ha una rete organizzata in grado di
supportare credibilmente quella ‘offerta culturale’ che pure il nostro
Territorio possiede e che non riesce a prendere compiutamente corpo attesa la
incapacità politica della classe dirigente.
Eppure una folla
plaudiva a Palazzo di Città alla nuova farsa politica organizzata da Ippazio
Stefàno per presentare questa bella pensata.
Invece di
ringraziare Michele Emiliano per averci candidato al ‘nulla’, Ippazio Stefàno
avrebbe dovuto chiedergli come mai il Comune di Bari sta appoggiando il
raddoppio dell’interporto di Bari dove dovrebbero essere manipolate le merci
dei contenitori che giungono nel porto di Taranto, dovrebbe chiedergli se lui è
d’accordo che a Bari-Palese si realizzi anche un grande aeroporto merci – ruolo
che dovrebbe rivestire in ambito regionale quello di Grottaglie – ovvero è uno
dei fautori dello scippo politico-economico che a Bari stanno perpetrando a
danno della nostra economia.
Quando questo
accadrà, Ippazio Stefàno prenderà carta e penna e scriverà una bella letterina
al Governo Nazionale di turno; Michele Emiliano, invece, chiederà anche ai
tarantini di essere eletto Governatore di Puglia”.
Magari la dichiarazione di
Sala ha un sapore di parte, ma, fuori dubbio, contiene molte verità, alle quali
c’è da aggiungere l’amara vicenda Ilva. Amara, sindaco, non già per la
stupidità, come sottolineato da alcuni colleghi della stampa, del mancato
conseguimento del quorum, ininfluente in un referendum consultivo, bensì per
l’atteggiamento di certi giornali e di qualche televisione, troppo impegnati a
nutrirsi alla mangiatoia dell’Ilva per fare corretta informazione; per
l’atteggiamento di consiglieri ed assessori tarantini strenui difensori della
grande industria, ma, soprattutto, per il suo atteggiamento.
Sa, quel “"Lungi
dall'intervenire nelle vicende che riguardavano le emissioni tossiche del
siderurgico con la fermezza e incisività che le esigenze di tutela della salute
pubblica imponevano, il sindaco di Taranto appariva incline ad assumere
posizioni ed iniziative piuttosto accondiscendenti e solidali nei confronti
dell'Ilva". Il GIP Patrizia Todisco (fonte Gazz. Mezzogiorno 15/4/2013)
pesa come un macigno, fa sentire i tarantini abbandonati, senza voce e senza
speranze, fa mettere in discussione ideali e fiducia.
Sindaco, ha davvero
bisogno, oggi, di dare segnali forti, di dimostrare che il bene della
collettività da lei rappresentata è prioritario rispetto al bene del
singolo e della singola categoria.
E’ un consiglio ed una
speranza, anche dei tanti abitanti “umiliati” da un mercato fatiscente come il
su menzionato.
Taranto lì, 18.04.13 Emma
Bellucci Conenna