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Referendum: presenti e convitati di pietra
lunedì 15 aprile 2013

da "Club Fra Cristoforo"



I soci del "Club Fra Cristoforo" elogiano l’iniziativa di Jo Tv, che ha organizzato meritoriamente la scorsa settimana il dibattito non stop “Taranto: Realtà e prospettive, volti e risvolti” in occasione della celebrazione del referendum.
Il risultato ha purtroppo sancito la “morte” del referendum, che qualcuno vuole in fretta e furia “prucàre cu’amòre de Dije” (seppellire, a cura della Confraternita dell’Amore di Dio, chi era morto povero e privo di parenti, con un funerale essenziale, senza pompa, con bara su carretto tirato a mano e nelle prime ore pomeridiane, alla controra-espressione di pietà e solidarietà popolare praticata sino agli inizi del Novecento).
Sul sito www.jotv.tv abbiamo avuto la possibilità di leggere ben 19 missive (una parte delle quali pubblicate su Delfini Erranti) indirizzate a persone “informate dei fatti” e con ruoli di responsabilità (passata e/o presente) in ambito sociale, culturale, politico e istituzionale.
Le lettere, se ben lette e interpretate, sono vestiti cuciti a mano e su misura da un maestro artigiano che con questa operazione ha acquisito i meriti per poter far parte dell’Accademia Nazionale dei Sartori.
Nonostante ciò, più di qualcuno, forse non apprezzando la fattura del vestito, non lo ha voluto indossare e lo ha riposto nel “cascione”, comportandosi da “convitato di pietra”. Vada pure per il dott. Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva spa, una delle più grandi aziende d’Europa, e per questo uno degli “azionisti” più importanti del sistema-città, che in quest’occasione aveva il dovere di far conoscere per tabulas come, con quali forze scientifico-tecnologiche, con quali alleanze europee e internazionali e con quale cronoprogramma, intenda ammodernare lo stabilimento di Taranto al fine di renderlo sostenibile sul piano ambientale, sociale ed economico. Purtroppo la fatica del maestro sartore mirata a tirarlo in ballo è andata persa, con cruccio non solo di Jo Tv, ma anche dell’avv. Nicola Russo, delle organizzazioni sindacali e della cittadinanza tutta. Sarà per un’altra volta, sempre che col cambio del Governo Bruno Ferrante non venga sostituito, con la speranza che Jo Tv non ci voglia mettere una pietra sopra! Ciò che però non è stato apprezzato dalla cittadinanza è quanto è stato espresso dall’ineffabile Nicola Russo: “Ci aspettavamo di più. Abbiamo già contestato questo accorpamento ingiustificato e la scarsa informazione. Ci sono state palesi illegittimità. Quando si modificano le sezioni, l’elettore deve essere avvisato singolarmente. Lo stabilisce la legge. E’ probabile che chiederemo l’annullamento della procedura. Non abbiamo dati definitivi ma ci pare che l’affluenza al quartiere Tamburi sia bassa. Poi, è inutile lamentarsi».
Altro convitato di pietra di rango, il sindaco Ippazio Stefano, il quale, a commento del referendum, ha affermato: “Non dobbiamo trasformare il referendum in un voto pro o contro l’industria. E’ una manifestazione di rispetto delle regole (ndr proprio cosi!) e i cittadini hanno fiducia che anche con una bassa partecipazione saranno le istituzioni a dare garanzie”. Sarebbe interessante un sondaggio demoscopico per verificarne l’attendibilità. Peccato però che il sindaco Ippazio Stefano non voglia considerare il fatto che probabilmente la stragrande maggioranza dei cittadini di Taranto, in base al risultato del referendum, strumento principe di democrazia diretta, abbia da un lato considerato forse mal posti i quesiti referendari, ma dall’altro manifesti totale sfiducia nei confronti della maggioranza di quanti hanno rappresentato e rappresentano le Istituzioni locali, regionali e nazionali su una vicenda scabrosa e altalenante quale quella dell’industrializzazione a Taranto, che ha più di cento anni di storia, come abbiamo potuto leggere, grazie alla pubblicazione sui siti di Jo Tv e Delfini Erranti, nella lettera indirizzata a Costanzo Carrieri, presidente dell’Asi, il cui incarico secondo Candelli “è da far tremare le vene e i polsi a qualunque amministratore, anche se di lungo corso, in quanto il Consorzio ASI, che pure era sorto per promuovere ed accompagnare l’industrializzazione dell’area jonica, ha svolto meschinamente un ruolo meramente ancillare e non propulsivo e, non poco, ha contribuito a sovraccaricare il lavoro della Magistratura tarantina su continue indignate e circostanziate segnalazioni; a testimonianza di ciò basti ricordare che il suo statuto venne cambiato ad usum delphini su richiesta pervenuta dall’alto affinché il vice presidente fosse anche il direttore generale pro tempore dello stabilimento siderurgico Italsider di Taranto” “Nonostante Lei e i nuovi membri siano soggetti di provata esperienza e valenza, purtroppo ereditano un’esperienza fallimentare. Su di Lei incombe, qui ed ora, in un momento drammatico qual è quello di un referendum per scegliere un modello industriale con riflessi geopolitici e geoeconomici di portata mondiale. Non è certo invidiabile chi ha l’onere di mettere mano ad un Ente che in tutti questi anni si è distinto nell’assecondare un modello di sviluppo industriale già superato dai primi degli anni ’70 e condotto in loco con corto respiro, affidato ad una gestione ora sciatta ora distratta […]”.
Anche il presenzialista Costanzo Carrieri si è comportato da convitato di pietra e, per meglio garantirsi, ha fatte u’cuggione sotte a’petre (il gobbione sotto la pietra), rimanendo rintanato, attendendo tempi migliori, soprattutto quando ci saranno fondi pubblici da spendere!
Nella lettera indirizzata a Stefàno, Angelo Candelli ha affermato: “Lei, oltre ad essere un politico di lungo corso, già senatore della Repubblica e eletto con grande suffragio per ben due volte a guida della città, assume anche la preziosa esperienza di primario pediatra, ed è per queste sue particolari competenza ed esperienza sul campo che ha potuto quasi per primo, apertis verbis, in più occasioni additare a chi di dovere che i bambini nati e cresciuti nel rione Tamburi presentavano un’alta morbillità delle vie respiratorie, superiore alla media provinciale”. “Sarebbe una vera iattura se la maggioranza dei tarantini, confusi, frastornati e titubanti, con molte pigne in testa, disertassero il referendum. Chi si fa fuori nella Storia ha sempre torto! Lei, sicuramente, ne conviene. Non sembra però che i consiglieri comunali e la giunta da Lei scelta siano impegnati pancia a terra! In queste circostanze, per un uomo pubblico, prendere posizione, oltre che essere un obbligo morale, è anche conveniente perché, passato un referendum epocale dove si cerca di prefigurare un nuovo modello di civiltà industriale, rispettoso dell’ambiente e della salute, rischia di essere spiaggiato”.

Proprio quello che è accaduto, e non c’è peggiore situazione di quella in cui un delfino spiaggiato (per inquinamento materiale e morale) sogna di guizzare nell’acqua: soprattutto quando il malcapitato delfino è il Primo Cittadino.





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