La Corte Costituzionale ha bocciato il parere di
incostituzionalità del decreto legge denominato “Salva Ilva”. Pur rispettando
il parere della Consulta, le cui motivazioni approfondiremo appena verranno
depositate, il gruppo parlamentare Movimento Cinque Stelle reputa il “Salva
Ilva” errato e inopportuno perché non tiene in considerazione l'interesse dei
cittadini e la volontà espressa dalla città di Taranto nella manifestazione del
15 Dicembre.
Ricordiamo che questo decreto legge è stato approvato dal
governo Monti e dalle forze politiche attualmente riconfermate in parlamento,
PD e PDL.
Riteniamo scellerata la decisione di proporre delle bonifiche
con denaro pubblico se prima non si eliminano le fonti inquinanti, considerando
le risorse stanziate comunque insufficienti per una bonifica definitiva e
duratura del territorio contaminato.
E’ altresì assurdo che in Italia chi inquina, anche a norma di
legge, non paghi. Ci chiediamo per quale ragione la famiglia Riva stia
procedendo alla riorganizzazione dell’assetto societario.
Ora che la Corte Costituzionale si è pronunciata sul Salva Ilva
dobbiamo guardare avanti e chiederci cosa noi cittadini possiamo fare per
Taranto. Siamo convinti che ciascuno possa cambiare il proprio futuro senza
delegarlo ad altri, migliorando le condizioni di salute, di lavoro e
dell’ambiente, attraverso la partecipazione diretta. Per questo esortiamo tutti
i cittadini di Taranto a esprimere la propria volontà attraverso il referendum
consultivo che si terrà Domenica 14 Aprile. Il referendum consta di due
quesiti: nel primo, i cittadini dovranno esprimersi in merito alla chiusura
della sola area a caldo; nel secondo, viene chiesta la chiusura completa
dell’intero impianto siderurgico.
Chi crede che la questione occupazionale sia compromessa
dall’esito dei quesiti, deve considerare che questa città da oltre 60 anni,
subisce un modello di sviluppo, che di fatto ha pregiudicato non solo le
alternative economiche possibili, come il turismo per la mancata valorizzazione
del patrimonio paesaggistico, storico e culturale, ma anche quelle già
esistenti, pensiamo alla mitilicoltura, alla pesca, all’allevamento e al
settore agroalimentare. Siamo convinti che lo Stato e questo parlamento debba
pensare anche a riconoscere un reddito a questi lavoratori e a queste piccole e
medie imprese.
Il nostro Paese ha un grande debito nei confronti della città di
Taranto ed è giunto il momento che questo debito venga estinto, restituendole
la dignità che questo territorio merita al pari degli altri, dando a Taranto la
possibilità di creare un modello di sviluppo diverso, tramite l'apporto degli
esperti, ma soprattutto per merito del coinvolgimento diretto della
cittadinanza.
Gruppo parlamentare alla Camera dei Deputati MoVimento 5 Stelle
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