Il
WWF interviene oggi di fronte alla Corte Costituzionale
Il LAVORO DEVE CONCILIARSI CON AMBIENTE E SALUTE
CON IL DECRETO ILVA VIOLATA LA COSTITUZIONE E
GLI OBBLIGHI EUROPEI
Nelle due Memorie presentate riferimenti a Ordinanze e Sentenze della
Consulta
e richiami alla Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione Europea
“La
disciplina del diritto del lavoro rientra nella discrezionalità del legislatore
il quale può dettare limiti a tutela di interessi pubblici e di valori primari
quale è la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, beni anche essi
garantiti dalla Costituzione (artt. 9 e 32 Cost.)”, così si legge nella Ordinanza
n. 365/1993 della Corte costituzionale citata in una delle due Memorie
presentate oggi dal WWF davanti alla Corte Costituzionale e illustrate
dall’avvocato Alessio Petretti con le quali, aderendo pienamente alle argomentazioni sollevate
dai giudici di Taranto contro il decreto legge del Governo legge (d.l. n. 207/2012, convertito nella l. n. 231/2012),
l’associazione ha voluto rendere ancor più forte le ragioni di netta
contrarietà ad un provvedimento che di fatto nega il diritto alla salute dei
cittadini tarantini e degli stessi lavoratori attraverso procedure
autorizzatorie ambientali poco incisive che possono costituire un grave
precedente per future, analoghe vicende.
La stretta e inscindibile
connessione tra tutela dell'Ambiente e diritto ad un ambiente salubre, nel quale si declina il
diritto alla salute, è
riconosciuta, secondo quanto documentato nella Memorie del WWF nella giurisprudenza
della Corte Costituzionale
da tre Sentenze che confermano in maniera incontestabile questa preminenza
(sentt. nn. 151/1986, 641 e 210 del 1987).
Nelle Memorie del WWF il riconoscimento
della tutela dell'ambiente e della salute quali valori primari appare
totalmente escluso dalla legge n. 231/2012, conversione del decreto legge
207/2013, laddove la tutela della salute e della salubrità dell'ambiente
sono chiaramente messi da parte, facendo prevalere, ben oltre i limiti posti
dall'art. 41 della Costituzione (nel quale si stabilisce che l’iniziativa
economica privata sia libera ma che non possa svolgersi in contrasto con
l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana), in modo irragionevole ed arbitrario, le pure legittime
ragioni legate alla produzione e all’occupazione.
Infine, il WWF nelle sue Memorie rileva
un
ulteriore profilo di incostituzionalità del c.d. decreto ILVA per
il contrasto all'art. 117, comma 1, della Costituzione in ordine al
rispetto per lo Stato italiano degli obblighi internazionali. Per il WWF,
con il provvedimento del Governo, viene violata anche la Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione Europea (in ragione di quanto previsto dall'art. 6
del Trattato di Lisbona) con riferimento sia al diritto all'integrità fisica e
psichica (art. 3), sia al diritto alla salute (art. 35), sia al principio di
precauzione (art. 191).
Infine, il WWF osserva che la politica
dell’Unione in materia ambientale mira ad un elevato livello di tutela che,
tenendo conto della diversità delle varie regioni dell’Unione, si fonda sui principi
della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in
via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio
“chi inquina paga”. Tutti principi non rispettati, secondo il WWF, dal
decreto ILVA.