Altamarea continua ad assegnare “alta valenza strategica”
alla salute dei cittadini e dei lavoratori nonché alla salvaguardia del
territorio. Riteniamo che la diminuzione sul quartiere Tamburi
della concentrazione degli inquinanti presi in esame dall’Arpa sia solo il
primo dei tanti passi necessari. Nonostante ciò ci lascia “perplessi” il
constatare come sia stata sufficiente l’applicazione di semplici e non radicali
misure operative, che NON sono quelle dell’AIA, per osservare i
primi dati sul miglioramento della qualità dell’aria del rione Tamburi e per
vedere una gestione più umana di un’azienda che ha causato al territorio
(cittadini e ambiente) danni disumani. A questo punto ci chiediamo “Perché non farlo prima? Era
necessario l’intervento della magistratura?” La concessione
dell’Aia e il successivo intervento della magistratura segnano il passo. Di
prescrizioni non osservate o per le quali è stato chiesto un forte rinvio sono
ancora tante ma se è proprio vero che la storia ha preso un nuovo corso
non possiamo che ribadire il nostro ruolo di “sentinelle” attente all’operato
di chi già da tempo avrebbe dovuto vigilare e non l’ha fatto o l’ha fatto male.
Siamo ancora in attesa di ricevere informazioni relative alla
sezione: discariche, acque di scarico e rifiuti industriali. Il governo si era
impegnato a rilasciare una seconda Aia entro il 31 gennaio 2013 ma al momento
nulla è accaduto. Queste inadempienze da più parti continuano a massacrare
l’ambiente tarantino. Il 9 e il 14 aprile sono date fondamentali per Taranto:
il 9 aprile la Consulta è chiamata a giudicare dell’incostituzionalità della
legge Salva-Ilva, il 14 i cittadini di Taranto risponderanno al referendum
consultivo sulla chiusura dell’area a caldo o dell’intero stabilimento. Ribadiamo
l’incostituzionalità del decreto ed il pieno sostegno alla Magistratura
tarantina impegnata nella difesa dei diritti e doveri sanciti dalla
Costituzione italiana. Il diritto alla proprietà di una azienda è funzionale al
suo fine sociale, quindi al diritto alla vita ed alla salute dei cittadini, dei
lavoratori oltre che al lavoro! Probabilmente la recente convergenza delle
dichiarazioni governative e dell’Arpa (l’Aia viene rispettata e l’inquinamento
è diminuito) possono essere comprese guardando alle prossime significative
scadenze del 9 e del 14 aprile. Il 9 aprile la Consulta è chiamata a giudicare
dell’incostituzionalità della legge Salva Ilva e il 14 i cittadini di Taranto
risponderanno al referendum consultivo sulla chiusura dell’area a caldo o
dell’intero stabilimento. Mandare un segnale di ristabilita quiete sociale
potrebbe rendere più leggera la responsabilità dei giudici della Consulta e
incoraggiarli e valutare meno duramente l’insulto alla Costituzione. Che rimane
un insulto. Il 14 è atteso il referendum. Anche qui rassicurare i cittadini
sulla bontà dell’azione dei vertici Ilva potrebbe far prevalere l’opportunità
di salvaguardare il lavoro considerato che per la salute non è più così viva la
minaccia. Ciò vuol dire che anche il referendum (consultivo) in qualche modo
spaventa (l’Ilva)...perché un si popolare la condannerebbe definitivamente ad
uno stato di conflittualità con la realtà sociale con la quale deve
necessariamente fare i conti. Che la volontà sia quella di boicottare il referendum
è palese anche dal diminuito numero dei seggi. Come dire: lo facciamo tanto per
fare questo referendum. Oggi stiamo solo mettendo le pezze ad un sistema di
produzione vecchio e di durissimo impatto ambientale. La volontà di
tergiversare dei Riva non è cambiata. (E forse neanche le antiche connivenze).
Non era questa la strada che doveva essere percorsa. Altamarea in questi giorni
intende ricordare Lucio Dione, uno dei suoi fondatori, scomparso nel 2011.
Altamarea
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Altamarea
Coordinamento cittadini e associazioni
Grande marcia contro l'inquinamento
28 novembre 2009