E' stato scritto in queste ore che il Ministero dell'Ambiente ha
"promosso" l'ILVA di Taranto, riscontrando
l'applicazione dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), ma tutto questo
ci e' sembrato strano. Vediamo perché.
Come già documentato, nei giorni scorsi, l'ARPA Puglia ha dichiarato che
l'applicazione dell'Aia non risulta applicata in diversi punti. Adesso, veniamo
a sapere che anche l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale), nella recentissima relazione di sei pagine, documenta altre gravi
inadempienze delle prescrizioni AIA. I tecnici dell’Ispra, che hanno
ispezionato l'Ilva nei giorni 5-6-7 marzo 2013, segnalano la mancanza di
numerosi interventi, le cui attuazioni risultano differite rispetto alle
prescrizioni e comunicano, altresì, di aver accertato talune violazioni dei
limiti emissivi prescritti.
Il documento e' stato trasmesso il 12 marzo al Ministero dell’Ambiente, il cui
ministro Corrado Clini, molto stranamente, ha pubblicamente affermato che "al
momento non risultano inadempienze" da parte dell'Ilva nella attuazione
delle prescrizioni stabilite dall'Autorizzazione integrata ambientale.
La relazione dell'Ispra, invece, elenca
al Ministero dell’Ambiente cosa non va nello stabilimento Ilva e lo fa con
precisione:
A) emissioni visibili durante il caricamento della miscela nelle batterie
3-4-5-6-9-10 della cokeria (prescrizione 41): i tempi sono quasi sempre
superiori ai 30 secondi prescritti;
B) emissioni per il parametro polveri nel reparto cokefazione (prescrizione
42): le registrazioni rilevano alcuni superamenti del limite di 20 mg/nm3 di
concentrazione di polveri per le batterie 9-10 della cokeria, con particolare
accentuazione al superamento nella giornata di “wind days”, verificatosi il
giorno 3 marzo 2013.
Come si puo' notare, le limitazioni poste dalla Regione Puglia
nei famosi "wind days" rimangono un buon proposito (e va notato che
nei giorni di stasi di vento l'inquinamento e' ancora peggiore dell'inquinamento,
quando il quartiere Tamburi e' sottovento).
C) La relazione Ispra segnala, inoltre, che
alcuni superamenti emissivi sono stati registrati in cokeria per la torre di
spegnimento n. 7 asservita alle batterie 11-12, attualmente in funzione
Ma la cosa più grave e' che Ilva non riesce anche a rispettare
le prescrizioni per gli interventi strutturali di confinamento di quelle aree
in cui possono movimentarsi e disperdersi polveri contaminate da diossina.
Parliamo della base del camino E-312 e di tutto l'impianto di agglomerazione.
Infatti, il "confinamento delle polveri" non avviene per le
"aree di gestione e movimentazione dei materiali polverulenti", la
cui pericolosita' è nota. Tale confinamento doveva servire per evitare le emissioni
diffuse e fuggitive, vera "bestia nera" dello stabilimento e vera
questione centrale e spinosa emersa nella perizia dei tecnici della Procura.
Per tutti questi interventi, che dovevano essere quasi terminati, l'Ilva chiede
di spostarli a meta' dell'anno prossimo e la copertura dei nastri trasportatori
(che doveva essere realizzata gia' nel 2009) per il 2015.
Di fronte a tutto cio' il Ministero dà la sua
"promozione" all'Azienda e concede proprio quelle proroghe che
rilevano il non rispetto dell'Aia. E cosi' quest'Aia, da molti ritenuta di
"ferrea applicazione" e da noi criticata perche' insufficiente e
troppo lenta, diventa lentissima e a dismisura elastica, mentre la popolazione
continua ad essere deliberatamente esposta a polveri e fumi la cui pericolosita'
e' acclarata.
Fabio Matacchiera, presidente Fondo Antidiossina Onlus
Fulvia Gravame, PeaceLink nodo di Taranto
Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
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